Alligatore cinese
Regno
Phylum
Subphylum
Classe
Ordine
Famiglia
Genere
SPECIE
Alligator sinensis
Dimensione della popolazione
136-173
Durata
50-70 years
Massima velocità
17-32
10.5-19.8
km/hmph
km/h mph 
Peso
40
88
kglbs
kg lbs 
Lunghezza
1.4-2
4.6-6.6
mft
m ft 

L'alligatore cinese (Alligator sinensis Fauvel, 1879) (cinese semplificato 扬子鳄; cinese tradizionale: 揚子鱷; yáng zǐ è), noto anche come alligatore dello Yangtze, alligatore della Cina o drago di fango, come era noto in passato, è un crocodilide in pericolo critico endemico della Cina. Assieme all'alligatore americano è una delle due specie esistenti di Alligator, un genere della famiglia degli Alligatoridi.

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Nonostante compaia nella letteratura cinese già dal III secolo, al di fuori della Cina questa specie venne descritta per la prima volta nel XIII secolo. La descrizione ufficiale venne effettuata da Albert-Auguste Fauvel nel 1879, che battezzò la specie Alligator sinensis; anche se nel 1947 venne classificato in un genere a sé, Caigator, con il nome scientifico Caigator sinesis, Caigator sinensis è ora considerato un sinonimo di Alligator sinensis. Di colore variabile dal grigio scuro al nero e con il corpo interamente ricoperto di placche, l'alligatore cinese può raggiungere in età adulta i 150 cm di lunghezza e gli 80 kg di peso. Trascorre l'inverno in stato di quiescenza all'interno di gallerie sotterranee e in estate conduce un'esistenza notturna. Si riproduce agli inizi dell'estate e la femmina depone nella maggior parte dei casi 20-30 uova, più piccole di quelle di qualsiasi altro coccodrillo. Può vivere in media fino a 50 anni, ma alcuni esemplari in cattività hanno raggiunto i 70 anni. È un predatore opportunista che si nutre prevalentemente di pesci e invertebrati. È una specie vocale: gli adulti «muggiscono» durante la stagione degli amori e i piccoli emettono richiami per comunicare con i genitori e gli altri giovani.

L'areale dell'alligatore cinese, che vive per lo più in specchi d'acqua dolce, è oggi ristretto a sei piccole regioni nella provincia dell'Anhui, ma in passato era molto più esteso, arrivando a comprendere anche il Giappone; tuttavia, a partire dal 5000 a.C., una serie di fattori hanno portato alla continua riduzione dell'areale e alla diminuzione della popolazione. Negli anni '70 vivevano in natura circa 1000 esemplari, scesi a meno di 130 nel 2001; a partire dal 2003, comunque, la popolazione è in aumento e nel 2017 se ne contavano circa 300. Per cercare di salvare questa specie, classificata «in pericolo critico» dall'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN), sono stati effettuati diversi programmi di conservazione. In alcuni centri di riproduzione, sia in Cina che in altri paesi, la specie si è riprodotta e in alcuni casi gli esemplari nati in cattività sono stati rilasciati in natura. L'alligatore cinese è stato associato al drago cinese dagli studiosi; molteplici somiglianze hanno portato ad ipotizzare che l'alligatore abbia fornito l'ispirazione per la creatura mitologica.

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Aspetto

Anche se l'alligatore cinese è molto simile nell'aspetto a quello americano, differisce da esso sotto certi aspetti. È uno dei crocodilidi più piccoli del mondo: gli esemplari adulti raggiungono i 150 cm di lunghezza e i 36 kg di peso, anche se maschi particolarmente grandi possono raggiungere i 210 cm e i 45 kg. Le femmine presentano una lunghezza pari all'incirca a tre quarti di quella dei maschi. Testimonianze risalenti a secoli passati parlano di alligatori cinesi lunghi 300 cm, ma oggi questi resoconti vengono considerati apocrifi. La specie presenta dimensioni pari a meno della metà di quelle dell'alligatore americano, che presenta una lunghezza media di 340 cm nei maschi e di 250 cm nelle femmine.

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L'alligatore cinese è di colore nero o grigio scuro. I giovani presentano numerosi puntini chiari su testa e corpo, ma gli adulti hanno una colorazione quasi completamente uniforme. Ha un muso corto e largo che si restringe e si piega leggermente all'insù all'estremità. La testa è robusta, più o meno come quella di un alligatore americano, e dotata di un setto osseo che divide le narici. Presenta 72-76 denti, di cui 13-14 mascellari, cinque premascellari e 18-19 mandibolari. A differenza dell'alligatore americano, quello cinese è interamente corazzato, anche sull'addome. Il corpo presenta fino a 17 file di scaglie, morbide sul ventre e sui fianchi e più spesse sul dorso. Come già ricordato, le palpebre superiori presentano piastre ossee, caratteristica, questa, non sempre presente nell'alligatore americano. La coda è più larga di quella dell'alligatore americano e mostra una sorta di cresta alla sua estremità, dove le scaglie si intersecano. Diversamente dall'alligatore americano, non ha i piedi palmati.

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Distribuzione

Geografia

Continenti
Subcontinenti
Paesi
Regni biogeografici

L'alligatore cinese vive in specchi d'acqua dolce nell'«area di transizione climatica tra regione subtropicale e temperata». Predilige le aree ai piedi delle montagne, ricche di erba e cespugli. In passato era molto numeroso nelle zone umide e in altri grandi specchi d'acqua, quali fiumi e laghi, ma la distruzione dell'habitat ne ha limitato la presenza principalmente a stagni e canali di drenaggio. La distruzione dell'habitat lo ha inoltre costretto a vivere in zone più elevate di quelle che prediligerebbe, dove il clima è più freddo e il suolo non è adatto a scavare gallerie. Nel corso di uno studio, l'esperto di coccodrilli John Thorbjarnarson osservò una femmina che aveva costruito il nido con aghi di pino invece che con le solite specie di piante: tutte le uova ivi deposte andarono perdute, perché gli aghi di pino non furono in grado di tenerle al caldo a dovere. L'areale della specie è estremamente limitato: attualmente, gli unici luoghi in cui si può trovare in natura sono le contee di Xuancheng, Nanling, Jingxian, Wuhu, Langxi e Guangde - sei piccole aree nella provincia dell'Anhui. È la sola specie della famiglia degli alligatori non originaria del Nuovo Mondo.

Alligatore cinese mappa dell'habitat
Alligatore cinese mappa dell'habitat
Alligatore cinese
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Abitudini e stile di vita

L'alligatore cinese trascorre l'inverno in stato di quiescenza all'interno di gallerie sotterranee. Terminato il periodo di ibernazione, trascorre spesso un po' di tempo al sole prima che inizi l'estate. Durante l'estate conduce un'esistenza notturna, alimentandosi di notte e rimanendo nascosto di giorno, così da evitare sia gli esseri umani che il calore del sole. Questo comportamento gli consente di vivere anche in aree dove la popolazione umana è numerosa. È un animale docile, che non ferisce intenzionalmente l'uomo al di fuori di potenziali circostanze estreme.

Comportamento stagionale

Dieta e nutrizione

L'alligatore cinese è un predatore opportunista, il che significa che può catturare prede differenti a seconda della disponibilità. Ha una dieta carnivora e si nutre prevalentemente di pesci e di invertebrati, come crostacei, insetti e chiocciole, ma, se ne ha l'opportunità, non disdegna roditori e uccelli acquatici. Allo stesso modo, anche il suo cugino americano cattura uccelli, pesci, rane, mammiferi e invertebrati. L'alligatore cinese ha denti smussati, il che gli consente di mangiare più facilmente prede dotate di guscio. Uno studio dettagliato sulla sua dieta effettuato nel 1985 dimostrò che le chiocciole costituivano la parte principale della sua dieta, il 63%: di questa percentuale, il 41% era composto da chiocciole di fiume e il 22% da chiocciole dal guscio a spirale. La dieta comprendeva anche conigli (16%), molluschi (8,3%), gamberetti (4,1%) e per il resto (6,8%) rane, pesci e insetti.

Abitudini di accoppiamento

COMPORTAMENTO DI ACCOPPIAMENTO

L'alligatore cinese si riproduce agli inizi dell'estate. La specie è poligama e i maschi si accoppiano con più femmine ogni stagione. Durante il periodo dell'accoppiamento, sia i maschi che le femmine si mostrano spesso aggressivi tra loro. Il picco degli accoppiamenti si riscontra intorno alla metà di giugno; durante questo periodo, i maschi si aggirano comunemente da uno stagno all'altro in cerca di una compagna. I nidi vengono costruiti generalmente circa 2-3 settimane dopo l'accoppiamento, nell'ultima parte dell'estate, tra luglio e la fine di agosto. Costruiti dalla sola femmina, vengono edificati con vegetazione marcescente, come le foglie, e raggiungono un'altezza di 40–70 cm. Si trovano sempre in prossimità dell'acqua e, se possibile, su isolette, in modo tale da mantenere minimo il disturbo arrecato dagli esseri umani. Le uova, in numero di 20-30 per nidiata o, secondo la IUCN, 10-40, vengono generalmente deposte di notte. Dopo la deposizione, le femmine abbandonano a volte il nido, mentre in altri casi rimangono a proteggere le uova. Queste misurano circa 6 cm di lunghezza, 3,5 di diametro e 45 g di peso, e sono pertanto più piccole di quelle di qualsiasi altro coccodrillo. Vengono incubate di solito per circa 70 giorni e si schiudono nel mese di settembre; come in tutti i coccodrilli, il sesso del nascituro viene determinato dalla temperatura di incubazione. Le madri assistono i piccoli al momento della schiusa e li aiutano a lasciare il nido e a portarli in acqua una volta usciti dall'uovo.

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I neonati di alligatore, proprio come le uova, sono più piccoli di quelli di qualsiasi altro coccodrillo: sono lunghi 20–22 cm e pesano 25-30 g. Crescono molto poco durante il primo anno di vita, in quanto possono nutrirsi solo per i primi due mesi dalla schiusa, prima che cominci l'inverno. Durante il primo inverno dipendono molto dalla madre per proteggersi dai predatori, dato che le loro piccole dimensioni li rendono un facile bersaglio. Secondo il National Zoological Park, le femmine raggiungerebbero la maturità sessuale più o meno intorno ai quattro o cinque anni, mentre altre fonti sostengono che essa venga raggiunta a sei o sette anni. In natura gli alligatori cinesi raggiungono tranquillamente i 50 anni di età; in passato si riteneva che potessero vivere solo fino a 50-60 anni, ma alcuni esemplari in cattività hanno raggiunto i 70. Tra i 50 e i 60 anni è ancora in grado di riprodursi, ma non in età successiva.

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Popolazione

Minacce demografiche

Alla fine del XX secolo, l'alligatore cinese, considerato uno dei coccodrilli più minacciati del mondo, era minacciato soprattutto da due fattori: le uccisioni da parte dell'uomo e la distruzione dell'habitat. Gran parte delle zone umide dove viveva la specie sono state distrutte per fare spazio alle risaie o alle dighe. Durante gli anni '70 e '80, gli abitanti talvolta uccidevano gli alligatori, in quanto considerati dannosi, pericolosi o semplicemente per la loro carne. Considerati dotati della capacità di curare il raffreddore e prevenire il cancro, gli organi dell'alligatore cinese venivano a volte venduti per scopi farmaceutici. In alcuni ristoranti e negozi di alimentari delle zone più prospere della Cina, ai giovani alligatori veniva consentito di girare liberi con la bocca tenuta chiusa, per poi venire in seguito uccisi per essere mangiati, serviti sotto forma di spezzatino assieme a riso e verdure. Alla fine del XX secolo, le persone che vivevano nell'areale dell'alligatore ne mangiavano la carne perché credevano che fosse «carne di drago».

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Ricordiamo inoltre che nell'inverno del 1957 ebbe luogo una terribile inondazione dello Yangtze, che si ritiene abbia ucciso per annegamento un gran numero di alligatori. Potrebbero aver contribuito alla diminuzione della specie anche le campagne di avvelenamento di specie considerate dannose dai contadini ma parte integrante della dieta degli alligatori, come i ratti o le chiocciole; il pentaclorofenolo, un composto organoclorato utilizzato per uccidere queste ultime dal 1958, ha avvelenato accidentalmente anche gli alligatori. Altri fattori che hanno contribuito alla diminuzione degli alligatori sono stati i disastri naturali e la frammentazione dell'areale. Oltre a queste minacce esterne, ricordiamo il basso tasso riproduttivo in natura della specie.

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Numero della popolazione

La più antica testimonianza dell'esistenza dell'alligatore cinese è un frammento di scheletro rinvenuto nel Giappone occidentale, risalente a 3 milioni di anni fa (Pliocene superiore). Il fossile dimostra che in passato la specie presentava dimensioni maggiori rispetto a quelle odierne, potendo raggiungere una lunghezza di almeno 200 cm. Secondo il Journal of Asian Earth Sciences, gli alligatori avrebbero raggiunto varie parti del Giappone prima di 25 milioni di anni fa o dopo i 10, per poi scomparire dall'isola durante il Plio-Pleistocene a causa dei mutamenti tettonici e del raffreddamento del clima.

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La popolazione dell'alligatore cinese, un tempo numerosissima nell'area del bacino inferiore dello Yangtze, iniziò a diminuire nel 5000 a.C., quando iniziò a svilupparsi la civiltà cinese. Questa regione fu una delle prime aree del mondo in cui l'uomo iniziò a coltivare il riso, e questo portò alla distruzione di gran parte dell'habitat dell'alligatore a vantaggio delle risaie. Nel XVII secolo, gran parte dell'habitat dell'alligatore cinese era stato rimpiazzato da campi coltivati dopo che un gran numero di persone si era trasferito nella zona. A partire dal XX secolo, il suo areale si era ormai ridotto a poche piccole aree attorno allo Yangtze. Negli anni '50, l'alligatore era ancora presente in tre zone distinte: l'area meridionale dello Yangtze (Chang Jiang) da Pengze alla sponda occidentale del lago Tai (Tai Hu), le regioni montuose dell'Anhui meridionale, e le province del Jiangsu e dello Zhejiang, soprattutto in laghi, torrenti e paludi. A partire dagli anni '70, l'areale si era ristretto a piccole parti dell'Anhui meridionale e dello Zhejiang; all'epoca la popolazione comprendeva ancora circa 1000 esemplari.

Nel 1998, la popolazione di alligatore cinese toccò il minimo storico: l'area più grande nella quale viveva era un piccolo stagno lungo lo Yangtze circondato da fattorie che ospitava 11 esemplari. Nel 1999, la Wildlife Conservation Society stimò che in natura rimanessero 130-150 individui. Secondo il New York Times, nel 2001 la popolazione era inferiore alle 130 unità; in quel periodo gli alligatori cercavano talvolta di vagabondare alla ricerca di zone di habitat disponibile, ma senza successo, in quanto il loro habitat era stato ormai convertito in risaie. Nel 2003, la popolazione iniziò gradualmente ad aumentare, dopo essere rimasta grosso modo stabile tra il 1998 e il 2003. Un censimento della popolazione condotto dalla Anhui National Nature Reserve for Chinese Alligator (ANNRCA) nel 2005 stabilì che erano rimasti in natura tra 92 e 114 adulti e 66 giovani. Il censimento confermò inoltre che la popolazione della specie stava aumentando in quattro siti, mentre rimaneva approssimativamente uguale in tutte le altre aree in cui viveva l'alligatore. Un articolo pubblicato dal Journal of Genetics nel 2012 stimava all'epoca una popolazione di 120-150 esemplari e un censimento del 2015 indicava che rimanevano in natura più o meno 136-173 alligatori. Secondo Wang Renping, presidente dell'ANNRCA, nel 2017 vi erano circa 300 esemplari, tra cui individui nati in cattività e reintrodotti in natura.

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Riferimenti

1. Alligatore cinese articolo su Wikipedia - https://it.wikipedia.org/wiki/Alligator_sinensis
2. Alligatore cinese sul sito della Lista Rossa IUCN - http://www.iucnredlist.org/details/867/0

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