Il dugongo (Dugong dugon Müller, 1776) è un mammifero dell'ordine Sirenia; è l'unica specie del genere Dugong Lacépède, 1799 e della famiglia Dugongidae Gray, 1821.
È un parente relativamente prossimo del lamantino, da cui si differenzia soprattutto per la forma biforcuta della coda. Per secoli oggetto di caccia, è stato dichiarato funzionalmente estinto in Cina nel 2022 poiché dal 2008 gli scienziati non hanno più avvistato un esemplare.
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ErbivoroIn zoologia è definito erbivoro un organismo che si nutre prevalentemente di materia organica vegetale vivente, ovvero di produttori. L'erbivoria,...
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Animali straniIl dugongo è un animale acquatico di grossa mole e di colore grigio-biancastro che può superare i 3 metri di lunghezza, per un peso compreso tra 400 e 500 kg.
La femmina risulta spesso leggermente più lunga e pesante del maschio, ma non abbastanza da poter parlare di dimorfismo sessuale.
Il dugongo ha una struttura fisica tozza e compatta che gli ha fatto guadagnare il popolare soprannome di "mucca di mare"; in questo sirenio, infatti, una pinna caudale orizzontale divisa in due lobi simile a quella dei cetacei si associa ad un corpo estremamente massiccio provvisto di due ghiandole mammarie toraciche e di due grosse pinne anteriori appiattite, a forma di spatola.
Queste ultime hanno una doppia funzione: esse servono sia da mezzo di propulsione per la locomozione e servono anche all'animale per girare. Anche la testa ha una forma insolita, caratterizzata da minuscoli occhi e orecchie e da un grosso paio di spesse "labbra": mentre i primi sono però fattori propri di molti mammiferi marini (si pensi alla balena o all'orca), il secondo è posseduto solo da questa specie, ed è dovuto alla sua particolare dieta.
La sua pelle è, al pari degli altri sirenii, usata principalmente come accumulatore di materia grassa, risorsa che torna utile durante l'inverno come protezione termica dalle basse temperature. Essa è inoltre estremamente resistente e dotata di buone capacità rigenerative: una profonda ferita inflitta da una rete da pesca d'alto mare può guarire infatti anche in un solo giorno. La pelle è ricoperta da piccoli peli sparsi che potrebbero avere una funzione sensoriale, una caratteristica comune nei sirenii.
Nonostante la sua vita si svolga completamente in mare, come i cetacei il dugongo è costretto a salire a galla periodicamente per prendere aria; dopo l'inspirazione, però, la maggior parte dell'ossigeno non viene fissato nell'emoglobina del sangue come accade nei mammiferi terrestri, ma nella mioglobina dei muscoli: questa caratteristica, presente in molti altri mammiferi marini, gli permette di evitare embolie durante la risalita e di restare sott'acqua per tempi molto lunghi.
Il dugongo è diffuso solamente nell'Oceano Indiano, all'estremità occidentale di quello Pacifico, in corrispondenza a particolari gruppi di isole equatoriali e tropicali come l'Australia, l'Indonesia, la Thailandia (in particolare nel mare nelle Andamane nell'arcipelago di Trang, spesso avvistato nei pressi dell'isola di Koh Libong) o lo Sri Lanka, e nel Mar Rosso. Un piccolo gruppo viveva nei mari del sud-est della Cina e sforzi sono stati fatti per proteggerlo e preservare o ricostituire il loro habitat.
I luoghi in cui la densità della popolazione di dugonghi è massima è sulle coste settentrionali australiane e sulle sponde egiziane del Mar Rosso; negli altri stati i dugonghi sono invece una specie rara, raggiungendo al massimo i 100 individui a nazione: basti pensare che il Kenya, luogo dove una volta i dugonghi abbondavano, conta una popolazione totale di soli 6 individui. Anche nelle già nominate isole giapponesi Ryūkyū, habitat da millenni di questi animali, la situazione è tragica, così come attorno all'isola di Okinawa, dove risiederebbero solo 3 individui, in Madagascar e nelle isole al largo della costa orientale africana: ciò ha spinto importanti organizzazioni mondiali, come il WWF, a dichiarare il dugongo un animale in via d'estinzione da salvaguardare.
I dugonghi sono animali sociali, estremamente pigri, che amano poltrire per ore ed ore durante la giornata, galleggiando immersi nell’acqua. Spesso vivono anche in gruppi, composti da tre o quattro simili, nei quali può essere presente anche più di un maschio.
Il dugongo è un mammifero erbivoro marino, uno dei pochi esistenti; per questo motivo la sua dieta è basata esclusivamente sulle piante marine (della famiglia Potamogetonaceae, anche se non disdegna le Hydrocharitaceae e le Cymodoceaceae), che è solito brucare nelle acque più basse, dove i predatori (come ad esempio gli squali) non si avventurano quasi mai. Analisi effettuate sulle feci di questi animali hanno spesso rilevato la presenza di piccoli invertebrati; è plausibile che siano involontariamente inghiottiti durante il pascolo delle piante acquatiche. L'alimentazione è l'attività cui il dugongo si dedica maggiormente durante la giornata: può arrivare a mangiare ben 30 kg di piante acquatiche al giorno; per agevolarsi il dugongo adopera le sue muscolose "labbra", molto utili per strappare le foglie dal fondale, e le pinne anteriori, che usa quasi come mani per reggere il cibo.
Raggiungono la fertilità sessuale fra gli 8 ed i 18 anni. L'accoppiamento è un'operazione molto lunga e lenta, che può durare anche diverse ore; dopo una gestazione di dodici mesi la femmina partorisce un solo cucciolo, che viene aiutato dalla madre a salire in superficie per il primo respiro. La madre provvede anche ad allattarlo, di nuovo adoperando le pinne anteriori come braccia per mantenere il piccolo vicino a sé.
Spesso la scelta del partner avviene secondo un rituale per il quale più maschi si contendono, lottando, la stessa femmina; è stato però documentato anche un comportamento differente, per cui un gran numero di individui maschi si reca in un'unica zona, e le femmine scelgono liberamente con chi accoppiarsi. Durante questo periodo i dugonghi maschi, solitamente non molto territoriali, divengono estremamente aggressivi, al punto che anche per un essere umano può essere pericoloso avvicinarli.