Paese

Eritrea

1155 specie

L'Eritrea, ufficialmente Stato di Eritrea, è uno Stato che si trova nella parte settentrionale del Corno d'Africa, confinante con il Sudan a ovest, con l'Etiopia a sud e con il Gibuti a sud-est.

Geografia

L'Eritrea è situata nel Corno d'Africa e si affaccia sul Mar Rosso.

Idrografia

I corsi d'acqua del paese sono quasi tutti a carattere stagionale; i maggiori sono il Mareb, il Barca e l'Anseba, oltre alla parte terminale del Tacazzè che scorrono verso il Sudan, e i minori Falkat, Laba e Alighede che invece scorrono verso il Mar Rosso.

Clima

La zona collinare è caratterizzata da un clima molto mite e da altimetrie anche importanti, che arrivano ai 1 400 metri. L'Eritrea è divisa in due grandi parti: il bassopiano lungo la costa con clima torrido e umido, e l'altopiano da nord a sud nell'interno con un'altitudine media tra i 1 800 m (Cheren) e i 2 700 m con clima mite.

Ambiente

Con una superficie di 124.320 km², l'Eritrea è grande più o meno quanto l'Italia settentrionale. Il litorale è lungo circa 1000 km e al largo della costa vi sono oltre 350 isole. L'Eritrea presenta tre zone geografiche principali: la scarpata orientale con le pianure costiere, la regione degli altopiani interni e i bassopiani occidentali. La zona orientale è arida o semiarida, con poche terre coltivabili. I popoli che abitano questa regione sono generalmente nomadi che vivono di pastorizia o di pesca. Le propaggini settentrionali della Rift Valley sfociano a est nella Dancalia, uno dei luoghi più torridi del pianeta. Qui si trova la Fossa o Depressione della Dancalia, che scende fino a -120 m, con un paesaggio desertico che ospita diversi laghi salati. La regione degli altopiani centrali, più fertile, è intensamente coltivata da comunità sedentarie. I bassopiani occidentali, che si estendono tra Keren e il confine sudanese, sono bagnati dai Fiumi Gash e Barka. L'agricoltura è qui praticata meno intensamente rispetto agli altopiani.

Flora

Il paesaggio orientale è caratterizzato da boscaglie di acacia di diverse specie, arbusti e dense macchie, vegetazione semidesertica, vegetazione fluviale e mangrovie. Nella regione degli altopiani prevalgono il ginepro (Juniperus procera) e l'olivo selvatico (Olea africana), oltre a varie specie di acacia. Nelle zone degradate sono state introdotte numerose piantagioni di eucalipto. La Semenawi Bahri (Cintura Verde) si trova a nord-est di Asmara, intorno al villaggio e alla Valle di Filfil, e ospita gli ultimi residui di foresta tropicale mista dell'Eritrea. Posta tra i 900 e i 2400 m di quota, si estende da nord a sud per circa 20 km. Il paesaggio occidentale è composto principalmente da savane alberate, zone arbustive, boschi e praterie con piante erbacee (come l'Aristida). Da questa zona proviene circa il 50% della legna da ardere che copre il fabbisogno della popolazione di Asmara, causa del preoccupante disboscamento. Tra le specie presenti figurano la palma dum (Hyphaenea thebaica), diffusa soprattutto lungo il Fiume Barka, l'eucalipto e diverse specie di acacia. Altre specie sono il baobab (Adansonia digitata), la Salvadora persica, usata dalla gente del posto per ricavare economici spazzolini da denti, e la tamerice (Tamarix aphylla). Fra le specie in pericolo vi sono l'albero dell'incenso (Boswellia papyrifera) il baobab e il tamarindo (Tamarindus indica).

Fauna

Un tempo l'Eritrea ospitava una grande varietà di animali, tra cui bufali, ghepardi, elefanti, giraffe e leoni. La distruzione delle foreste e trent'anni di guerra civile, tuttavia, hanno causato la scomparsa di molti di essi.

Alla sorprendente varietà geografica dell'Eritrea corrisponde un'avifauna altrettanto ricca. Sono state segnalate ben 560 specie di uccelli, compresa la rondine serrata blu, un uccello molto raro. Le lontane e disabitate Isole Dahlak e il mare che le circonda attirano numerosi uccelli marini provenienti da tutto il Mar Rosso e, talvolta, anche dal Mediterraneo e dal Golfo Persico. Sulle isole sono state contate circa 109 specie diverse, tra cui l'otarda araba e il falco pescatore. L'Eritrea si trova lungo una delle rotte più battute dagli uccelli migratori. Vi si possono dunque avvistare centinaia di specie di uccelli marini e costieri di passo primaverile e autunnale in volo tra il continente africano e l'Arabia. Nella Penisola di Bure sono comuni lo struzzo e l'otarda araba. Tra gli uccelli marini segnaliamo gabbiani, sterne e sule, mentre lungo il litorale e sulle isole si avvistano molte specie di trampolieri. Le lussureggianti foreste tropicali nella zona di Semenawi Bahri, a nord-est di Asmara, ospitano un'avifauna particolarmente ricca, con specie quali il turaco guancebianche (una specie quasi endemica) e il trogone narina.

Tra i mammiferi più comuni si incontrano la lepre abissina, il gatto selvatico africano, lo sciacallo dalla gualdrappa, lo sciacallo dorato, le genette, gli scoiattoli terrestri, la volpe pallida, la gazzella di Soemmering e il facocero. I primati comprendono il cercopiteco verde e l'amadriade. Pare che sulle montagne della provincia di Gash-Barka, a nord di Barentu, siano stati avvistati leoni, kudu maggiori e alcelafi di Tora (grandi antilopi africane). Nella Penisola di Bure si possono osservare dik dik e gazzelle Dorcas. Nelle zone fra Omhajer e Antore, nel sud-ovest del paese, vive l'ultima colonia di elefanti dell'Eritrea.

Tra i principali ecosistemi marini eritrei vi sono la barriera corallina, le praterie di erbe marine e le foreste di mangrovie. Nel Mar Rosso esistono almeno 350 specie di coralli. In Eritrea le colonie di coralli crescono prevalentemente in gruppi isolati che dalla superficie si estendono fino a 15–18 m di profondità; oltre questa profondità il corallo fa registrare uno sviluppo molto più limitato. Situata ai margini settentrionali dell'area di diffusione delle mangrovie, l'Eritrea ne ospita almeno tre specie, distribuite lungo la costa e sulle Isole Dahlak. Sono state segnalate cinque specie di tartarughe marine; le più comuni sono la tartaruga verde e quella embricata. La tartaruga verde viene avvistata spesso nei pressi delle Isole Dahlak, così come i delfini e gli squali. Sembra che lungo le coste del Mar Rosso, in Eritrea e Sudan, vivano almeno 4000-5000 esemplari di dugongo (conosciuto anche come mucca di mare). Nelle Isole Dahlak è vietato raccogliere coralli, conchiglie e qualsiasi specie vegetale sulle spiagge e in mare.

Il pericolo più serio per le specie animali dell'Eritrea è la perdita o il degrado del loro habitat. Quasi tutti gli animali del paese (tranne il babbuino, lo struzzo e la gazzella) sono considerati a rischio di estinzione all'interno dei confini nazionali. Lo stambecco della Nubia (probabilmente qui ormai scomparso) è considerato a serio rischio di estinzione a livello internazionale. Negli ultimi anni è stata espressa anche una certa preoccupazione per la colonia di elefanti presente nel paese. Un secolo fa la provincia di Gash-Barka ne ospitava un numero cospicuo, mentre si calcola che gli elefanti non siano più di un centinaio.

Tutela ambientale

Ufficialmente non esistono riserve o parchi nazionali in Eritrea, ma è in progetto la creazione di alcune aree protette. Non sono presenti neppure parchi marini, anche se è stato proposto di porre sotto tutela diverse isole dell'Arcipelago delle Dahlak. Inoltre, è stata condotta una ricerca allo scopo di studiare in maniera più approfondita il delicatissimo ecosistema di queste isole.

In Eritrea i tre fattori che hanno avuto il maggiore impatto sull'ambiente sono stati la guerra, le carestie e l'incremento demografico. L'agricoltura costituisce ancora una delle principali fonti di sussistenza o semisussistenza, quindi la produttività del terreno è di cruciale importanza per la sopravvivenza della popolazione. Il problema principale è costituito dalla crescita demografica, che impone alla terra uno sfruttamento sempre maggiore e porta a sistemi di allevamento e coltivazione intensivi. La pratica della cosiddetta coltivazione taglia e brucia (per cui intere aree verdi vengono bruciate per potervi seminare), in uso nei bassopiani sud-occidentali, ha conseguenze terribilmente dannose per la flora. La distruzione delle foreste rappresenta una grave minaccia per il paese. Meno dell'1% dell'Eritrea è ricoperto da boschi, mentre un secolo fa lo era il 30% del territorio. Durante la guerra con l'Etiopia, gli eserciti belligeranti hanno disboscato le foreste per costruire rifugi, trincee e varie fortificazioni. Anche per costruire l'hidmo, l'abitazione tradizionale eritrea, è necessaria una grande quantità di legname. Nei periodi di carestia gli alberi sono una fonte preziosa di nutrimento sia per gli uomini sia per gli animali, senza contare che prevengono l'erosione del suolo. La carenza di risorse idriche e la bassa produttività della terra sono due conseguenze dirette della distruzione delle foreste. Fra le misure che si è deciso di adottare per contrastare la deforestazione vi sono un programma di rimboschimento a livello nazionale e la creazione di un centinaio di aree protette in tutto il paese, ma ci vorrà molto tempo prima che si possano vedere i risultati concreti di tali provvedimenti.

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L'Eritrea, ufficialmente Stato di Eritrea, è uno Stato che si trova nella parte settentrionale del Corno d'Africa, confinante con il Sudan a ovest, con l'Etiopia a sud e con il Gibuti a sud-est.

Geografia

L'Eritrea è situata nel Corno d'Africa e si affaccia sul Mar Rosso.

Idrografia

I corsi d'acqua del paese sono quasi tutti a carattere stagionale; i maggiori sono il Mareb, il Barca e l'Anseba, oltre alla parte terminale del Tacazzè che scorrono verso il Sudan, e i minori Falkat, Laba e Alighede che invece scorrono verso il Mar Rosso.

Clima

La zona collinare è caratterizzata da un clima molto mite e da altimetrie anche importanti, che arrivano ai 1 400 metri. L'Eritrea è divisa in due grandi parti: il bassopiano lungo la costa con clima torrido e umido, e l'altopiano da nord a sud nell'interno con un'altitudine media tra i 1 800 m (Cheren) e i 2 700 m con clima mite.

Ambiente

Con una superficie di 124.320 km², l'Eritrea è grande più o meno quanto l'Italia settentrionale. Il litorale è lungo circa 1000 km e al largo della costa vi sono oltre 350 isole. L'Eritrea presenta tre zone geografiche principali: la scarpata orientale con le pianure costiere, la regione degli altopiani interni e i bassopiani occidentali. La zona orientale è arida o semiarida, con poche terre coltivabili. I popoli che abitano questa regione sono generalmente nomadi che vivono di pastorizia o di pesca. Le propaggini settentrionali della Rift Valley sfociano a est nella Dancalia, uno dei luoghi più torridi del pianeta. Qui si trova la Fossa o Depressione della Dancalia, che scende fino a -120 m, con un paesaggio desertico che ospita diversi laghi salati. La regione degli altopiani centrali, più fertile, è intensamente coltivata da comunità sedentarie. I bassopiani occidentali, che si estendono tra Keren e il confine sudanese, sono bagnati dai Fiumi Gash e Barka. L'agricoltura è qui praticata meno intensamente rispetto agli altopiani.

Flora

Il paesaggio orientale è caratterizzato da boscaglie di acacia di diverse specie, arbusti e dense macchie, vegetazione semidesertica, vegetazione fluviale e mangrovie. Nella regione degli altopiani prevalgono il ginepro (Juniperus procera) e l'olivo selvatico (Olea africana), oltre a varie specie di acacia. Nelle zone degradate sono state introdotte numerose piantagioni di eucalipto. La Semenawi Bahri (Cintura Verde) si trova a nord-est di Asmara, intorno al villaggio e alla Valle di Filfil, e ospita gli ultimi residui di foresta tropicale mista dell'Eritrea. Posta tra i 900 e i 2400 m di quota, si estende da nord a sud per circa 20 km. Il paesaggio occidentale è composto principalmente da savane alberate, zone arbustive, boschi e praterie con piante erbacee (come l'Aristida). Da questa zona proviene circa il 50% della legna da ardere che copre il fabbisogno della popolazione di Asmara, causa del preoccupante disboscamento. Tra le specie presenti figurano la palma dum (Hyphaenea thebaica), diffusa soprattutto lungo il Fiume Barka, l'eucalipto e diverse specie di acacia. Altre specie sono il baobab (Adansonia digitata), la Salvadora persica, usata dalla gente del posto per ricavare economici spazzolini da denti, e la tamerice (Tamarix aphylla). Fra le specie in pericolo vi sono l'albero dell'incenso (Boswellia papyrifera) il baobab e il tamarindo (Tamarindus indica).

Fauna

Un tempo l'Eritrea ospitava una grande varietà di animali, tra cui bufali, ghepardi, elefanti, giraffe e leoni. La distruzione delle foreste e trent'anni di guerra civile, tuttavia, hanno causato la scomparsa di molti di essi.

Alla sorprendente varietà geografica dell'Eritrea corrisponde un'avifauna altrettanto ricca. Sono state segnalate ben 560 specie di uccelli, compresa la rondine serrata blu, un uccello molto raro. Le lontane e disabitate Isole Dahlak e il mare che le circonda attirano numerosi uccelli marini provenienti da tutto il Mar Rosso e, talvolta, anche dal Mediterraneo e dal Golfo Persico. Sulle isole sono state contate circa 109 specie diverse, tra cui l'otarda araba e il falco pescatore. L'Eritrea si trova lungo una delle rotte più battute dagli uccelli migratori. Vi si possono dunque avvistare centinaia di specie di uccelli marini e costieri di passo primaverile e autunnale in volo tra il continente africano e l'Arabia. Nella Penisola di Bure sono comuni lo struzzo e l'otarda araba. Tra gli uccelli marini segnaliamo gabbiani, sterne e sule, mentre lungo il litorale e sulle isole si avvistano molte specie di trampolieri. Le lussureggianti foreste tropicali nella zona di Semenawi Bahri, a nord-est di Asmara, ospitano un'avifauna particolarmente ricca, con specie quali il turaco guancebianche (una specie quasi endemica) e il trogone narina.

Tra i mammiferi più comuni si incontrano la lepre abissina, il gatto selvatico africano, lo sciacallo dalla gualdrappa, lo sciacallo dorato, le genette, gli scoiattoli terrestri, la volpe pallida, la gazzella di Soemmering e il facocero. I primati comprendono il cercopiteco verde e l'amadriade. Pare che sulle montagne della provincia di Gash-Barka, a nord di Barentu, siano stati avvistati leoni, kudu maggiori e alcelafi di Tora (grandi antilopi africane). Nella Penisola di Bure si possono osservare dik dik e gazzelle Dorcas. Nelle zone fra Omhajer e Antore, nel sud-ovest del paese, vive l'ultima colonia di elefanti dell'Eritrea.

Tra i principali ecosistemi marini eritrei vi sono la barriera corallina, le praterie di erbe marine e le foreste di mangrovie. Nel Mar Rosso esistono almeno 350 specie di coralli. In Eritrea le colonie di coralli crescono prevalentemente in gruppi isolati che dalla superficie si estendono fino a 15–18 m di profondità; oltre questa profondità il corallo fa registrare uno sviluppo molto più limitato. Situata ai margini settentrionali dell'area di diffusione delle mangrovie, l'Eritrea ne ospita almeno tre specie, distribuite lungo la costa e sulle Isole Dahlak. Sono state segnalate cinque specie di tartarughe marine; le più comuni sono la tartaruga verde e quella embricata. La tartaruga verde viene avvistata spesso nei pressi delle Isole Dahlak, così come i delfini e gli squali. Sembra che lungo le coste del Mar Rosso, in Eritrea e Sudan, vivano almeno 4000-5000 esemplari di dugongo (conosciuto anche come mucca di mare). Nelle Isole Dahlak è vietato raccogliere coralli, conchiglie e qualsiasi specie vegetale sulle spiagge e in mare.

Il pericolo più serio per le specie animali dell'Eritrea è la perdita o il degrado del loro habitat. Quasi tutti gli animali del paese (tranne il babbuino, lo struzzo e la gazzella) sono considerati a rischio di estinzione all'interno dei confini nazionali. Lo stambecco della Nubia (probabilmente qui ormai scomparso) è considerato a serio rischio di estinzione a livello internazionale. Negli ultimi anni è stata espressa anche una certa preoccupazione per la colonia di elefanti presente nel paese. Un secolo fa la provincia di Gash-Barka ne ospitava un numero cospicuo, mentre si calcola che gli elefanti non siano più di un centinaio.

Tutela ambientale

Ufficialmente non esistono riserve o parchi nazionali in Eritrea, ma è in progetto la creazione di alcune aree protette. Non sono presenti neppure parchi marini, anche se è stato proposto di porre sotto tutela diverse isole dell'Arcipelago delle Dahlak. Inoltre, è stata condotta una ricerca allo scopo di studiare in maniera più approfondita il delicatissimo ecosistema di queste isole.

In Eritrea i tre fattori che hanno avuto il maggiore impatto sull'ambiente sono stati la guerra, le carestie e l'incremento demografico. L'agricoltura costituisce ancora una delle principali fonti di sussistenza o semisussistenza, quindi la produttività del terreno è di cruciale importanza per la sopravvivenza della popolazione. Il problema principale è costituito dalla crescita demografica, che impone alla terra uno sfruttamento sempre maggiore e porta a sistemi di allevamento e coltivazione intensivi. La pratica della cosiddetta coltivazione taglia e brucia (per cui intere aree verdi vengono bruciate per potervi seminare), in uso nei bassopiani sud-occidentali, ha conseguenze terribilmente dannose per la flora. La distruzione delle foreste rappresenta una grave minaccia per il paese. Meno dell'1% dell'Eritrea è ricoperto da boschi, mentre un secolo fa lo era il 30% del territorio. Durante la guerra con l'Etiopia, gli eserciti belligeranti hanno disboscato le foreste per costruire rifugi, trincee e varie fortificazioni. Anche per costruire l'hidmo, l'abitazione tradizionale eritrea, è necessaria una grande quantità di legname. Nei periodi di carestia gli alberi sono una fonte preziosa di nutrimento sia per gli uomini sia per gli animali, senza contare che prevengono l'erosione del suolo. La carenza di risorse idriche e la bassa produttività della terra sono due conseguenze dirette della distruzione delle foreste. Fra le misure che si è deciso di adottare per contrastare la deforestazione vi sono un programma di rimboschimento a livello nazionale e la creazione di un centinaio di aree protette in tutto il paese, ma ci vorrà molto tempo prima che si possano vedere i risultati concreti di tali provvedimenti.

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