Architeuthis

Architeuthis

Calamari giganti, Architeuthidae

Regno
Phylum
Classe
Ordine
Famiglia
Genere
SPECIE
Architeuthis dux

I calamari giganti, ritenuti un tempo creature mitiche, sono calamari della famiglia Architeuthidae, composta da circa otto specie del genere Architeuthis. Una ricerca condotta nel 2005 avrebbe però dimostrato che in realtà fanno tutti parte di un'unica specie.

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Talvolta sono chiamati piovre, un nome che oggi è più comune per i polpi.

Il calamaro di Humboldt, invece, appartiene alla famiglia delle Ommastrephidae.

Sono abitanti delle profondità oceaniche che possono raggiungere dimensioni ragguardevoli: si parla di dimensioni massime di 13 metri per le femmine e di 18 metri per i maschi, dalla pinna caudale fino all'estremità dei due lunghi tentacoli (essendo secondo solamente al calamaro colossale, rimane comunque uno tra i più grandi organismi viventi). Il mantello, esclusi i tentacoli di circa 5 metri, è lungo circa 2 metri (più lungo nelle femmine, meno nei maschi). Leggende urbane parlavano di esemplari lunghi oltre 25 metri (tentacoli compresi), ma nessun animale di queste dimensioni è stato documentato scientificamente, principalmente a causa delle profondità abissali in cui vivono.

Il 30 settembre 2004 i ricercatori del Museo Nazionale di Scienze del Giappone e dell'Associazione di Whale Watching delle Ogasawara catturarono le prime immagini di un calamaro gigante vivo nel suo ambiente naturale. Alcune delle 556 fotografie vennero pubblicate un anno dopo. Successivamente, il 4 dicembre 2006, lo stesso team filmò per la prima volta un calamaro gigante vivo.

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Nella Cultura

La natura elusiva del calamaro gigante ed il suo aspetto terrificante hanno giocato un ruolo determinante nell'immaginazione umana, dalle antiche leggende del kraken, passando attraverso libri come Ventimila leghe sotto i mari, in cui l'equipaggio del sottomarino Nautilus si trova ad affrontare uno di questi temibili predatori degli abissi, fino ai moderni programmi di animazione televisiva.

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In particolare, è molto comune l'immagine di un calamaro gigante in lotta con un capodoglio, sebbene il calamaro sia, in verità, una delle prede di questo cetaceo e non un suo combattente alla pari.

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Aspetto

Come tutti i calamari, il calamaro gigante possiede un mantello (torso), otto braccia e due tentacoli più lunghi. Le braccia ed i tentacoli costituiscono la maggior parte della lunghezza del calamaro, cosicché i calamari giganti sono molto più leggeri dei loro predatori principali, i capodogli. Esemplari documentati scientificamente pesavano centinaia, talvolta migliaia, di chilogrammi.

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Le superfici interne delle braccia e dei tentacoli sono circondate da centinaia di ventose di forma sub-sferica, dal diametro compreso tra i 2 ed i 5 centimetri, ognuna delle quali fissata ad un peduncolo. La circonferenza di queste ventose è circondata da anelli di chitina taglienti e finemente dentellati. Grazie alla forza perforante di questi dentelli ed alla suzione delle ventose, il calamaro attacca le sue prede. Sulla testa dei capodogli che hanno attaccato calamari giganti o nei pressi di essa è comune trovare le cicatrici circolari provocate dalle ventose.

Ogni braccio e tentacolo è suddiviso in tre regioni – carpo («polso»), mano («mano») e dattilo («dito»). Sul carpo è situato un denso grappolo di ventose, allineate in file trasverse ed irregolari di sei o sette. La mano, vicina all'estremità del braccio, è più larga ed ha ventose più larghe disposte su due file mediali. Il dattilo costituisce l'estremità. Le basi di tutte le braccia e dei tentacoli sono poste a circolo intorno al singolo becco, dalla forma di quello del pappagallo, come negli altri cefalopodi.

I calamari giganti hanno piccole pinne sull'estremità del mantello, le quali vengono utilizzate per la locomozione. Come altri cefalopodi, i calamari giganti si muovono grazie ad una propulsione a getto – spingendo con l'imbuto acqua nella cavità del mantello con lievi e ritmiche pulsazioni. Possono anche muoversi rapidamente espandendo la cavità per riempirla d'acqua e contraendo in seguito i muscoli per spingerla fuori grazie all'imbuto. I calamari giganti respirano utilizzando due grandi branchie poste all'interno della cavità del mantello. Il sistema circolatorio è chiuso, caratteristica, questa, distintiva dei cefalopodi. Come altri calamari, anch'essi possiedono l'inchiostro scuro usato per depistare i predatori.

I calamari giganti hanno un sistema nervoso sofisticato ed un cervello complesso, caratteristica che attrae un grande interesse da parte degli scienziati. Hanno gli occhi più grandi di ogni creatura vivente, ad eccezione, forse, del calamaro colossale – più di 30 centimetri di diametro. I grandi occhi possono individuare meglio la luce (compresa la luce bioluminescente), scarsa in acque profonde.

I calamari giganti, come anche alcune altre specie di grossi calamari, mantengono un galleggiamento neutrale nell'acqua marina grazie ad una soluzione di cloruro d'ammonio, più leggero dell'acqua di mare, che scorre in tutto il corpo. Questo metodo è diverso dagli altri metodi di galleggiamento utilizzati dai pesci, i quali coinvolgono la presenza di una vescica natatoria piena di gas. Questa soluzione ha un sapore simile a quello del salmiakki e rende il calamaro gigante inadatto all'alimentazione umana.

Come tutti i cefalopodi, i calamari giganti possiedono organi detti statocisti per percepire la propria posizione ed i propri movimenti nell'acqua. Grazie agli «anelli di crescita» delle «statoliti» di una statocisti si può determinare l'età di un calamaro gigante, in maniera simile al metodo utilizzato per determinare l'età di un albero contando gli anelli del tronco. Gran parte di ciò che conosciamo riguardo all'età dei calamari giganti è basato su stime degli anelli di crescita e sui becchi non digeriti trovati negli stomaci dei capodogli.

Il calamaro gigante è il secondo mollusco più grande, oltre ad essere anche il secondo animale più grande tra tutti gli invertebrati attuali. Nelle dimensioni è superato solamente dal calamaro colossale, Mesonychoteuthis hamiltoni, che può avere un mantello lungo quasi il doppio del suo. Alcuni cefalopodi estinti, come il vampiromorfo cretaceo Tusoteuthis ed il nautiloide ordoviciano Cameroceras potevano raggiungere dimensioni perfino più grandi.

Le voci che parlano di esemplari che raggiungevano e perfino superavano i 18 m sono numerose, ma non è mai stato documentato il caso di esemplari che si avvicinassero a tali dimensioni. Però dai resti trovati negli stomaci dei capodogli è possibile ipotizzare lunghezze pari a quelle sopracitate.

Sulla base dell'esame di 105 esemplari e dei becchi ritrovati all'interno dei capodogli, non si conoscono mantelli più lunghi di 2,25 m. Compresa la testa e le braccia, ma escludendo i tentacoli, la lunghezza supera raramente i 5 m. La lunghezza totale massima, misurata nello stato di rilassatezza post mortem, è stimata a 10 m per le femmine ed a 13 m per i maschi, dalla pinna caudale fino all'estremità dei due lunghi tentacoli. Il peso massimo viene stimato a 150 kg per le femmine ed a 275 kg per i maschi.

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video

Distribuzione

Geografia

I calamari giganti sono arealmente molto diffusi, dal momento che vivono in tutti gli oceani del mondo. Vivono solitamente a grandi profondità, nei pressi delle piattaforme continentali ed insulari dall'oceano Atlantico settentrionale, soprattutto nei pressi di Trinity Bay (Terranova), della Norvegia, delle isole britanniche settentrionali e delle isole oceaniche, come le Azzorre e Madera, all'Atlantico meridionale, intorno all'Africa meridionale, al Pacifico settentrionale, attorno al Giappone, fino al Pacifico sud-occidentale, nei pressi della Nuova Zelanda e dell'Australia. Gli esemplari sono più rari a latitudini tropicali e polari.

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La presenza nel Mediterraneo è occasionale ed è stata confermata solo nel 2000 (Spagna meridionale); nei mari italiani il genere Architeuthis non risulta presente.

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Architeuthis mappa dell'habitat
Architeuthis mappa dell'habitat

Abitudini e stile di vita

Dieta e nutrizione

Studi recenti indicano che i calamari giganti si nutrano di pesci di mare profondo e di altre specie di calamari. Catturano la preda usando i due tentacoli, facendo presa su di essa con gli anelli di ventose posti alle loro estremità. In seguito la trasportano verso il potente becco e la straziano con la radula (una lingua munita di piccoli denti disposti in fila) prima che questa raggiunga l'esofago. Si crede che siano cacciatori solitari, dal momento che nelle reti da pesca sono stati catturati solo individui singoli. Nella dieta dei calamari giganti vi sono anche pesci come l'hoki.

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Gli unici predatori dei calamari giganti adulti sono i capodogli e, forse, nelle acque al largo dell'Artide, gli squali sonnolenti del Pacifico Somniosus pacificus, anche se non è chiaro se questi squali vadano a caccia di calamari o si nutrano solamente delle loro carcasse. I piccoli vengono predati dagli squali e dai pesci di mare profondo. Dal momento che i capodogli sono esperti nel localizzare i calamari giganti, gli scienziati hanno cercato di osservarli allo scopo di studiare questi cefalopodi.

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Abitudini di accoppiamento

Conosciamo poco sul ciclo riproduttivo del calamaro gigante. Si pensa che raggiunga la maturità sessuale a circa 3 anni; i maschi raggiungono la maturità sessuale a dimensioni inferiori delle femmine. Le femmine producono grosse quantità di uova, talvolta più di 5 kg, ognuna delle quali è lunga in media 0,5–1,4 mm e larga 0,3–0,7 mm. Le femmine hanno un singolo ovaio posto nel retro dell'estremità della cavità del mantello a cui sono collegati ovidotti contorti da cui le uova mature raggiungono le ghiandole ovidottali, per poi attraversare le ghiandole nidamentali. Come in altri calamari, queste ghiandole producono un materiale gelatinoso che tiene unite insieme le uova una volta deposte.

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Nei maschi, come nella maggior parte degli altri cefalopodi, l'unico testicolo posteriore produce spermatozoi che si spostano attraverso un complesso sistema di ghiandole che costituiscono le spermatofore. Questi vengono immagazzinati in un sacco allungato, o sacco di Needham, che termina nel pene, da cui vengono espulsi durante l'accoppiamento. Il pene, lungo più di 90 centimetri, è prensile ed è situato all'interno del mantello.

Come gli spermatozoi vengano trasferiti alla massa di uova è molto dibattuto, dal momento che il calamaro gigante è privo dell'ectocotile che molti altri cefalopodi utilizzano per la riproduzione. Potrebbero venire trasferiti in sacchi di spermatofore, detti spermatangi, che il maschio inietta nelle braccia della femmina. Questa ipotesi è stata suggerita dopo il recente ritrovamento in Tasmania di una femmina che aveva un piccolo viticcio sussidiario attaccato alla base di ogni braccio.

Dei piccoli post-larvali sono stati scoperti in superficie al largo delle acque della Nuova Zelanda, e vi sono in progetto dei piani per catturarne alcuni e mantenerli in un acquario, allo scopo di scoprire molte più cose sulla vita di queste creature.

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Popolazione

Riferimenti

1. Architeuthis articolo su Wikipedia - https://it.wikipedia.org/wiki/Architeuthis
2. Architeuthis sul sito della Lista Rossa IUCN - https://www.iucnredlist.org/species/163265/991505

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