Montagna

Himalaya

12 specie

L'Himàlaia o Himalaya, adattato talvolta in italiano come Imàlaia, è un sistema montuoso dell'Asia meridionale, che si innalza a settentrione del bassopiano indo-gangetico e a meridione dell'altopiano del Tibet, e che forma un gigantesco arco diretto da nord-ovest a sud-est con la convessità rivolta a sud e compreso all'incirca tra 73° e 95° di long. est e 27° e 36° di lat. nord.

Idrografia

Ai piedi dell'Himalaya, a nord e a sud, nascono tre importanti fiumi asiatici per lunghezza e portata idrica: l'Indo, il Gange e il Bramaputra e quasi tutti i loro affluenti.

Clima

Dal punto di vista climatico anche l'Himalaya, come tutta l'India, entra nella zona dei monsoni; ma il fattore climatico più importante è l'altitudine. La temperatura varia considerevolmente da stagione a stagione; così a Srinagar va da 0 °C in gennaio a 22 °C in luglio; a Leh da -9 °C a 17 °C; a Dras da -15 °C a 18 °C. Nelle stazioni estive di Simla e di Darjeeling, situate a oltre 2000 m di altezza, la temperatura media è simile a quella di Sanremo e di Nizza, ma meno variabile a causa dell'abbondante umidità. Le precipitazioni cadono particolarmente nei primi tre mesi dell'anno e da giugno a settembre, però il monsone estivo, che porta una grande quantità di piogge sul fronte meridionale dell'Himalaya, raramente riesce a penetrare nelle valli interne, dove le piogge sono prevalentemente invernali. Le precipitazioni complessive diminuiscono da oriente a occidente; a Darjeeling superano 3000 mm, a Simla raggiungono 1200 mm, a Srinagar oscillano sui 900 mm; ma nelle valli interne diventano scarsissime: a Leh nel Ladakh cadono appena 80 mm di pioggia l'anno.

Flora

La vegetazione è molto ricca, pur mutando di tipo secondo l'altitudine. Al confine della pianura, ai piedi del rilievo e nella zona dei Siwalik e dei duns si trova la formazione caratteristica della giungla che copre tutta la parte orientale fino al Sutlej. La giungla del Terai è ricca di piante lussureggianti, quali le magnolie e gli acajù con gli enormi tronchi coperti di pesanti masse epifite. Delle liane gigantesche corrono da un albero all'altro, e sotto questo spesso strato vegetale si addensa tutto un groviglio di felci gigantesche, di alte erbe, di sterpi e di canne che rendono impenetrabile tutta la formazione; numerose e splendide le orchidee.

Segue fino ai 900 m la foresta tropicale in cui, oltre alle palme Phoenix acaulis e Phoenix silvestris, cresce un'enorme quantità di Diptero-carpacee. Sono pregiate per il valore del loro legname la Shorea robusta, l'Acacia catechu, che fornisce il tannino e che cresce fino a 900 m, mentre le Dallbergia sissoo sale anche a 1500 m. Il Calamus rotang è limitato esclusivamente al distretto orientale, ma ovunque vi abbondano i ciuffi di bambù (Dendrocalamus). Questa foresta tropicale di carattere abbastanza uniforme penetra lungo le valli dei fiumi fin nell'interno delle montagne e gareggia per esuberanza e densità con le foreste equatoriali.

Sopra i 900 m si stende la regione forestale subtropicale, dove dominano le querce, le piante sempreverdi, aghifoglie e latifoglie, nonché i rododendri e le felci gigantesche. Nella sezione occidentale dell'Himalaya si incontrano anche delle specie proprie dell'Asia anteriore che mancano nella sezione orientale. Qui, fino a 2000 m di altezza, si trovano invece dei gruppi di bambù e di palme mischiati a querce, ontani, salici e Rhus semialata e succedanea del tipo dell'Asia orientale. Insieme con l'Olea cuspidata e la Rosa moschata del dominio mediterraneo, la Quercus incana occupa gran parte della foresta tra i 900 e i 2400 m, e a esse si aggiunge fino ai 2000 m la Pinus longifolia della foresta inferiore. Vengono poi i rododendri, che presentano forme arboree (Rhododendrum arboreum) e, fino ai 3500 m, le conifere, come il Cedrus Deodora e il Pinus Excelsa.

Tra le piante a larghe foglie fioriscono le querce sempreverdi; tra le aghifoglie l'abete (Abies spectabilis), l'abete rosso (Picea morinda) e insieme il Rhododendrum campanulatum e le betulle. Nella sezione occidentale le foreste sono di solito più rade, mentre sono più fitte per la maggior piovosità negli Himalaya orientali. Sopra il limite delle foreste la regione diventa povera di alberi, ma subentrano vasti prati alpini con il loro meraviglioso rigoglio di fiori: rododendri, anemoni, primule, Aconitum delphinium, e quindi molti frutici di tipo boreale.

Fauna

La regione himalaiana riveste un notevole interesse per il popolamento animale. La grande varietà di ambienti presenti offre habitat idonei a un grandissimo numero di specie. Inoltre, proprio questa catena montuosa costituisce il punto d'incontro e intergradazione tra due faune, cioè tra specie animali tipiche della regione paleartica, di tipo temperato o freddo, e della regione orientale, di tipo tropicale. Le specie paleartiche hanno origine, o antenati, nel Turkestan (in senso lato) e nel Tibet e sono diffuse su tutto il versante settentrionale, mentre su quello meridionale lo sono tra 2500 e 5000 m di quota. Le specie tropicali, di origine indomalese o indiana, sono di norma diffuse sul versante meridionale della catena montuosa, fino a 2500 m di altezza.

Altro carattere molto significativo della fauna di questa regione è la presenza di numerosissimi endemismi, ovvero di specie esclusive di ristrette aree. La spiegazione di questo fenomeno è da ricercare nel fatto che, durante i periodi glaciali quaternari, l'Himalaya è stato ricoperto da una serie di ghiacciai che ha frammentato gli areali delle specie presenti, determinando l'isolamento delle popolazioni, successivamente evolutesi in specie distinte. La catena dell'Himalaya e la regione turkestanica hanno anche rappresentato, durante il Terziario, due centri di differenziamento della fauna montana, da cui, durante il Quaternario, si sono successivamente irradiati alcuni elementi fino all'Europa occidentale e al Nordamerica.

Nella foresta tropicale monsonica, ampiamente diffusa sui contrafforti meridionali, oltre ad animali poco conosciuti come il cinghiale nano (Porcula salvania), il presbite dorato (Trachypithecus geei) o il mosco dell'Himalaia (Moschus leucogaster), sono presenti, anche se ormai rarefatti, la tigre (Panthera tigris), il cervo sambar (Rusa unicolor), l'elefante indiano (Elephas maximus) o i galliformi del genere Tragopan. Nelle formazioni di bambù dello Szechwan cinese l'elemento più caratteristico è senz'altro il panda gigante (Ailuropoda melanoleuca), in estrema rarefazione numerica per la riduzione di questi ambienti a cui è limitato, mentre il suo parente più prossimo, il panda minore (Ailurus fulgens) vive anche nelle foreste montane con altre essenze vegetali. Delle formazioni boschive sono caratteristici anche l'orso dal collare (Ursus thibetanus), alcuni bovidi come il takin (Budorcas taxicolor) e il tar (Hemitragus jemlahicus) o il gallo cedrone dell'Himalaya (Tetraogallus himalayensis).

Alcuni bovidi vivono inoltre in ambienti transizionali alla formazione di pascoli di alta montagna, come i goral del genere Naemorhedus e il serau (Capricornis sumatraensis). Più schiettamente legati ai pascoli altomontani alternati a formazioni rupestri sono, invece, altre capre, il markor (Capra falconeri) e l'egagro (Capra aegagrus), e pecore selvatiche, l'argali (Ovis ammon) e il baral (Pseudois nayaur), il loro tipico predatore, il leopardo delle nevi o irbis (Panthera uncia), lo yack (Bos mutus), grande bovide addomesticato sin da epoche antichissime; tra i roditori, la pica (Ochotona roylei), la marmotta (Marmota himalayana); e tra gli uccelli, le pernici del genere Lerwa, o due specie presenti anche nel sistema alpino, il gracchio (Pyrrhocorax graculus) e l'avvoltoio degli agnelli (Gypaetus barbatus).

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L'Himàlaia o Himalaya, adattato talvolta in italiano come Imàlaia, è un sistema montuoso dell'Asia meridionale, che si innalza a settentrione del bassopiano indo-gangetico e a meridione dell'altopiano del Tibet, e che forma un gigantesco arco diretto da nord-ovest a sud-est con la convessità rivolta a sud e compreso all'incirca tra 73° e 95° di long. est e 27° e 36° di lat. nord.

Idrografia

Ai piedi dell'Himalaya, a nord e a sud, nascono tre importanti fiumi asiatici per lunghezza e portata idrica: l'Indo, il Gange e il Bramaputra e quasi tutti i loro affluenti.

Clima

Dal punto di vista climatico anche l'Himalaya, come tutta l'India, entra nella zona dei monsoni; ma il fattore climatico più importante è l'altitudine. La temperatura varia considerevolmente da stagione a stagione; così a Srinagar va da 0 °C in gennaio a 22 °C in luglio; a Leh da -9 °C a 17 °C; a Dras da -15 °C a 18 °C. Nelle stazioni estive di Simla e di Darjeeling, situate a oltre 2000 m di altezza, la temperatura media è simile a quella di Sanremo e di Nizza, ma meno variabile a causa dell'abbondante umidità. Le precipitazioni cadono particolarmente nei primi tre mesi dell'anno e da giugno a settembre, però il monsone estivo, che porta una grande quantità di piogge sul fronte meridionale dell'Himalaya, raramente riesce a penetrare nelle valli interne, dove le piogge sono prevalentemente invernali. Le precipitazioni complessive diminuiscono da oriente a occidente; a Darjeeling superano 3000 mm, a Simla raggiungono 1200 mm, a Srinagar oscillano sui 900 mm; ma nelle valli interne diventano scarsissime: a Leh nel Ladakh cadono appena 80 mm di pioggia l'anno.

Flora

La vegetazione è molto ricca, pur mutando di tipo secondo l'altitudine. Al confine della pianura, ai piedi del rilievo e nella zona dei Siwalik e dei duns si trova la formazione caratteristica della giungla che copre tutta la parte orientale fino al Sutlej. La giungla del Terai è ricca di piante lussureggianti, quali le magnolie e gli acajù con gli enormi tronchi coperti di pesanti masse epifite. Delle liane gigantesche corrono da un albero all'altro, e sotto questo spesso strato vegetale si addensa tutto un groviglio di felci gigantesche, di alte erbe, di sterpi e di canne che rendono impenetrabile tutta la formazione; numerose e splendide le orchidee.

Segue fino ai 900 m la foresta tropicale in cui, oltre alle palme Phoenix acaulis e Phoenix silvestris, cresce un'enorme quantità di Diptero-carpacee. Sono pregiate per il valore del loro legname la Shorea robusta, l'Acacia catechu, che fornisce il tannino e che cresce fino a 900 m, mentre le Dallbergia sissoo sale anche a 1500 m. Il Calamus rotang è limitato esclusivamente al distretto orientale, ma ovunque vi abbondano i ciuffi di bambù (Dendrocalamus). Questa foresta tropicale di carattere abbastanza uniforme penetra lungo le valli dei fiumi fin nell'interno delle montagne e gareggia per esuberanza e densità con le foreste equatoriali.

Sopra i 900 m si stende la regione forestale subtropicale, dove dominano le querce, le piante sempreverdi, aghifoglie e latifoglie, nonché i rododendri e le felci gigantesche. Nella sezione occidentale dell'Himalaya si incontrano anche delle specie proprie dell'Asia anteriore che mancano nella sezione orientale. Qui, fino a 2000 m di altezza, si trovano invece dei gruppi di bambù e di palme mischiati a querce, ontani, salici e Rhus semialata e succedanea del tipo dell'Asia orientale. Insieme con l'Olea cuspidata e la Rosa moschata del dominio mediterraneo, la Quercus incana occupa gran parte della foresta tra i 900 e i 2400 m, e a esse si aggiunge fino ai 2000 m la Pinus longifolia della foresta inferiore. Vengono poi i rododendri, che presentano forme arboree (Rhododendrum arboreum) e, fino ai 3500 m, le conifere, come il Cedrus Deodora e il Pinus Excelsa.

Tra le piante a larghe foglie fioriscono le querce sempreverdi; tra le aghifoglie l'abete (Abies spectabilis), l'abete rosso (Picea morinda) e insieme il Rhododendrum campanulatum e le betulle. Nella sezione occidentale le foreste sono di solito più rade, mentre sono più fitte per la maggior piovosità negli Himalaya orientali. Sopra il limite delle foreste la regione diventa povera di alberi, ma subentrano vasti prati alpini con il loro meraviglioso rigoglio di fiori: rododendri, anemoni, primule, Aconitum delphinium, e quindi molti frutici di tipo boreale.

Fauna

La regione himalaiana riveste un notevole interesse per il popolamento animale. La grande varietà di ambienti presenti offre habitat idonei a un grandissimo numero di specie. Inoltre, proprio questa catena montuosa costituisce il punto d'incontro e intergradazione tra due faune, cioè tra specie animali tipiche della regione paleartica, di tipo temperato o freddo, e della regione orientale, di tipo tropicale. Le specie paleartiche hanno origine, o antenati, nel Turkestan (in senso lato) e nel Tibet e sono diffuse su tutto il versante settentrionale, mentre su quello meridionale lo sono tra 2500 e 5000 m di quota. Le specie tropicali, di origine indomalese o indiana, sono di norma diffuse sul versante meridionale della catena montuosa, fino a 2500 m di altezza.

Altro carattere molto significativo della fauna di questa regione è la presenza di numerosissimi endemismi, ovvero di specie esclusive di ristrette aree. La spiegazione di questo fenomeno è da ricercare nel fatto che, durante i periodi glaciali quaternari, l'Himalaya è stato ricoperto da una serie di ghiacciai che ha frammentato gli areali delle specie presenti, determinando l'isolamento delle popolazioni, successivamente evolutesi in specie distinte. La catena dell'Himalaya e la regione turkestanica hanno anche rappresentato, durante il Terziario, due centri di differenziamento della fauna montana, da cui, durante il Quaternario, si sono successivamente irradiati alcuni elementi fino all'Europa occidentale e al Nordamerica.

Nella foresta tropicale monsonica, ampiamente diffusa sui contrafforti meridionali, oltre ad animali poco conosciuti come il cinghiale nano (Porcula salvania), il presbite dorato (Trachypithecus geei) o il mosco dell'Himalaia (Moschus leucogaster), sono presenti, anche se ormai rarefatti, la tigre (Panthera tigris), il cervo sambar (Rusa unicolor), l'elefante indiano (Elephas maximus) o i galliformi del genere Tragopan. Nelle formazioni di bambù dello Szechwan cinese l'elemento più caratteristico è senz'altro il panda gigante (Ailuropoda melanoleuca), in estrema rarefazione numerica per la riduzione di questi ambienti a cui è limitato, mentre il suo parente più prossimo, il panda minore (Ailurus fulgens) vive anche nelle foreste montane con altre essenze vegetali. Delle formazioni boschive sono caratteristici anche l'orso dal collare (Ursus thibetanus), alcuni bovidi come il takin (Budorcas taxicolor) e il tar (Hemitragus jemlahicus) o il gallo cedrone dell'Himalaya (Tetraogallus himalayensis).

Alcuni bovidi vivono inoltre in ambienti transizionali alla formazione di pascoli di alta montagna, come i goral del genere Naemorhedus e il serau (Capricornis sumatraensis). Più schiettamente legati ai pascoli altomontani alternati a formazioni rupestri sono, invece, altre capre, il markor (Capra falconeri) e l'egagro (Capra aegagrus), e pecore selvatiche, l'argali (Ovis ammon) e il baral (Pseudois nayaur), il loro tipico predatore, il leopardo delle nevi o irbis (Panthera uncia), lo yack (Bos mutus), grande bovide addomesticato sin da epoche antichissime; tra i roditori, la pica (Ochotona roylei), la marmotta (Marmota himalayana); e tra gli uccelli, le pernici del genere Lerwa, o due specie presenti anche nel sistema alpino, il gracchio (Pyrrhocorax graculus) e l'avvoltoio degli agnelli (Gypaetus barbatus).

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