Paese

Giappone

2228 specie

Il Giappone è uno Stato insulare dell'Asia orientale.

Idrografia

La conformazione oro-morfologica delle principali isole ha fatto sì che i grandi corsi d'acqua giapponesi siano pochi, relativamente brevi e a regime torrentizio, perciò soggetti a cambiamenti di portata e profondità anche rilevanti. I più importanti sono concentrati sull'isola di Honshū: Shinano (367 km, il più esteso nella nazione), Tone (322 km), Kitakami (249 km), Abukuma (239 km), Kiso e Mogami (229 km), Tenryū (213 km) e Agano (210 km). Sull'isola di Hokkaidō scorrono lo Ishikari, con un letto di 268 km che ne fa il terzo fiume del Giappone, e il Teshio lungo 256 km. Al contrario il Giappone è punteggiato da laghi, tutti di origine vulcanica o glaciale; il più esteso e importante per la cultura nipponica è il lago Biwa, situato a est di Kyoto e con una superficie totale di 669,3 km², seguito dal Kasumigaura (168,1 km²) a oriente della capitale. Il lago Saroma, terzo per estensione con i suoi 151,3 km², è situato sulla costa settentrionale di Hokkaidō.

Clima

Lo sviluppo in longitudine del Giappone fa sì che le temperature nazionali siano abbastanza variegate: dalla regione di Sapporo, dove la massima e la minima medie sono rispettivamente 12,9° e 5,3°, si arriva a Naha che presenta una media massima di 25,7° e una minima di 20,8°. Le grandi differenze sono dovute anche alla vicinanza con l'Asia. Durante l'inverno la massa continentale è causa di alta pressione e venti freddo spirano lungo le coste del Mar del Giappone: lungo le coste occidentali del paese si registrano perciò basse temperature e non sono rare le nevicate; la presenza delle catene montuose, orientate secondo un asse nord-sud, fa sì che sulle coste orientali nipponiche il clima sia invece poco piovoso e relativamente secco. In estate, invece, l'Asia è interessata da bassa pressione che attira i venti da sud (che sono quelli che provocano i cicloni tropicali) e quelli settentrionali. Si verificano così le condizioni inverse, poiché sul versante pacifico si hanno alte temperature ed elevata umidità, mentre nel bacino del Mar del Giappone l'intensità delle precipitazioni cala drasticamente e si abbassano le temperature. Tali eventi atmosferici sono rafforzati da due importanti correnti oceaniche. La Kuroshio, calda e proveniente dall'oceano Pacifico, lambisce soprattutto l'isola di Kyūshū e le propaggini meridionali di Honshū e mitiga l'influenza dei venti polari; invece la Oyashio, fredda, discende dalle isole Curili e scherma soprattutto Hokkaidō dal caldo tropicale. Generalmente, dunque, sono state individuate due macroaree climatiche: una centro-settentrionale a regime temperato, pur con inverni lunghi e freddi a Hokkaidō, e una centro-meridionale decisamente più calda, con zone subtropicali nella fascia più a sud (specie le isole Ryūkyū). Queste condizioni spiegano le precipitazioni, che nelle regioni meridionali possono arrivare anche a 2600 mm mentre, a nord, si aggirano al massimo sui 1000 mm. La prefettura di Tokyo si attesta a 1529 mm di pioggia annui, con temperature medie di 19,8° e 11,6°.

Ambiente

La politica di preservazione ambientale del Giappone risale all'era Tokugawa (circa 1603-1867) e seguì una strategia top-down (letteralmente "dall'alto verso il basso") di cui si fece promotore lo shogun stesso. All'epoca il Giappone viveva infatti un periodo di pace e prosperità che aveva ben presto portato a un eccessivo sfruttamento delle risorse forestali del Paese, a causa dell'eccessivo uso del legname per costruzioni, concime e combustibile sommato ai frequenti incendi e all'isolamento vissuto in quel momento dal Paese, che lo costringeva all'autosufficienza anche per il legname.

Il disboscamento ebbe la sua acme, assieme al boom edilizio, nel periodo 1570-1650. La gravità della situazione venne messa a nudo dal grande incendio del 1657 e gli shogun dell'epoca reagirono esortando alla parsimonia nello stile di vita (limitazioni nel fasto delle case) e imponendo delle rigide regole allo sfruttamento delle foreste. Già nel 1666 venne vietato il taglio degli alberi, incentivato il rimboschimento e un editto dello shogun metteva in guardia contro l'erosione, la deforestazione e l'impoverimento dei suoli. Dal 1700 fu attivo un articolato corpo di leggi per la gestione forestale (demandata al Ministero delle Finanze), che prevedeva anche una capillare rete di gestione sul territorio con diversi ambiti e gradi di responsabilità (chi poteva rilasciare il permesso di taglio, quanto tagliare, chi era demandato al controllo). Inoltre, lungo le strade principali e i fiumi, vennero istituiti dei posti di guardia per assicurarsi che tutto il legname in transito avesse rispettato le leggi. Venne inoltre ridotto l'impiego di legname nelle costruzioni e anche per il riscaldamento delle abitazioni (sostituito dal carbone); si ridusse il rischio di incendi.

Durante il periodo di rapida crescita economica dopo la seconda guerra mondiale, le politiche ambientali vennero trascurate dalle aziende governative e industriali, di conseguenza, negli anni cinquanta e sessanta l'inquinamento ambientale subì un incremento notevole. In risposta alla crescente preoccupazione per il problema, il governo introdusse diverse leggi di protezione dell'ambiente nel 1970. La crisi petrolifera del 1973 inoltre incoraggiò l'uso di energia pulita a causa della mancanza del Giappone di risorse naturali. Gli attuali problemi in materia ambientale riguardano l'inquinamento dell'aria urbana (NOx, particolato sospeso, e sostanze tossiche), la gestione dei rifiuti, l'eutrofizzazione delle acque, il cambiamento climatico, la gestione dei prodotti chimici e la cooperazione internazionale per la conservazione.

Il Giappone è uno dei leader mondiali nello sviluppo di nuove tecnologie rispettose dell'ambiente, ed è al 20º posto al mondo secondo l'Indice di sostenibilità ambientale 2010. In quanto firmatario del Protocollo di Kyoto, il Giappone ha l'obbligo di ridurre le proprie emissioni di anidride carbonica e di adottare altre misure per contrastare il cambiamento climatico.

Biodiversità

Il Giappone ha nove eco-regioni forestali che riflettono il clima e la geografia delle isole. In queste regioni si possono annoverare sia le foreste umide subtropicali di latifoglie delle Ryūkyū e Ogasawara, sia le foreste temperate di latifoglie nelle regioni a clima mite delle isole principali, sia le foreste boreali di conifere delle isole del nord. Il Giappone inoltre ha oltre 90 000 specie di fauna selvatica, tra cui l'orso bruno, il macaco giapponese, il cane procione giapponese, la vipera giapponese, il gatto di iriomote, la salamandra gigante giapponese, e varie specie autoctone tra cui diverse specie di mammiferi (ad esempio il roditore Apodemus speciosus), molte specie di uccelli e una nutrita varietà di rettili, anfibi, pesci, e insetti, come le cicale e la Vespa mandarinia. Oltre alla grande rete di parchi nazionali sono state create 37 zone umide Ramsar.

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Il Giappone è uno Stato insulare dell'Asia orientale.

Idrografia

La conformazione oro-morfologica delle principali isole ha fatto sì che i grandi corsi d'acqua giapponesi siano pochi, relativamente brevi e a regime torrentizio, perciò soggetti a cambiamenti di portata e profondità anche rilevanti. I più importanti sono concentrati sull'isola di Honshū: Shinano (367 km, il più esteso nella nazione), Tone (322 km), Kitakami (249 km), Abukuma (239 km), Kiso e Mogami (229 km), Tenryū (213 km) e Agano (210 km). Sull'isola di Hokkaidō scorrono lo Ishikari, con un letto di 268 km che ne fa il terzo fiume del Giappone, e il Teshio lungo 256 km. Al contrario il Giappone è punteggiato da laghi, tutti di origine vulcanica o glaciale; il più esteso e importante per la cultura nipponica è il lago Biwa, situato a est di Kyoto e con una superficie totale di 669,3 km², seguito dal Kasumigaura (168,1 km²) a oriente della capitale. Il lago Saroma, terzo per estensione con i suoi 151,3 km², è situato sulla costa settentrionale di Hokkaidō.

Clima

Lo sviluppo in longitudine del Giappone fa sì che le temperature nazionali siano abbastanza variegate: dalla regione di Sapporo, dove la massima e la minima medie sono rispettivamente 12,9° e 5,3°, si arriva a Naha che presenta una media massima di 25,7° e una minima di 20,8°. Le grandi differenze sono dovute anche alla vicinanza con l'Asia. Durante l'inverno la massa continentale è causa di alta pressione e venti freddo spirano lungo le coste del Mar del Giappone: lungo le coste occidentali del paese si registrano perciò basse temperature e non sono rare le nevicate; la presenza delle catene montuose, orientate secondo un asse nord-sud, fa sì che sulle coste orientali nipponiche il clima sia invece poco piovoso e relativamente secco. In estate, invece, l'Asia è interessata da bassa pressione che attira i venti da sud (che sono quelli che provocano i cicloni tropicali) e quelli settentrionali. Si verificano così le condizioni inverse, poiché sul versante pacifico si hanno alte temperature ed elevata umidità, mentre nel bacino del Mar del Giappone l'intensità delle precipitazioni cala drasticamente e si abbassano le temperature. Tali eventi atmosferici sono rafforzati da due importanti correnti oceaniche. La Kuroshio, calda e proveniente dall'oceano Pacifico, lambisce soprattutto l'isola di Kyūshū e le propaggini meridionali di Honshū e mitiga l'influenza dei venti polari; invece la Oyashio, fredda, discende dalle isole Curili e scherma soprattutto Hokkaidō dal caldo tropicale. Generalmente, dunque, sono state individuate due macroaree climatiche: una centro-settentrionale a regime temperato, pur con inverni lunghi e freddi a Hokkaidō, e una centro-meridionale decisamente più calda, con zone subtropicali nella fascia più a sud (specie le isole Ryūkyū). Queste condizioni spiegano le precipitazioni, che nelle regioni meridionali possono arrivare anche a 2600 mm mentre, a nord, si aggirano al massimo sui 1000 mm. La prefettura di Tokyo si attesta a 1529 mm di pioggia annui, con temperature medie di 19,8° e 11,6°.

Ambiente

La politica di preservazione ambientale del Giappone risale all'era Tokugawa (circa 1603-1867) e seguì una strategia top-down (letteralmente "dall'alto verso il basso") di cui si fece promotore lo shogun stesso. All'epoca il Giappone viveva infatti un periodo di pace e prosperità che aveva ben presto portato a un eccessivo sfruttamento delle risorse forestali del Paese, a causa dell'eccessivo uso del legname per costruzioni, concime e combustibile sommato ai frequenti incendi e all'isolamento vissuto in quel momento dal Paese, che lo costringeva all'autosufficienza anche per il legname.

Il disboscamento ebbe la sua acme, assieme al boom edilizio, nel periodo 1570-1650. La gravità della situazione venne messa a nudo dal grande incendio del 1657 e gli shogun dell'epoca reagirono esortando alla parsimonia nello stile di vita (limitazioni nel fasto delle case) e imponendo delle rigide regole allo sfruttamento delle foreste. Già nel 1666 venne vietato il taglio degli alberi, incentivato il rimboschimento e un editto dello shogun metteva in guardia contro l'erosione, la deforestazione e l'impoverimento dei suoli. Dal 1700 fu attivo un articolato corpo di leggi per la gestione forestale (demandata al Ministero delle Finanze), che prevedeva anche una capillare rete di gestione sul territorio con diversi ambiti e gradi di responsabilità (chi poteva rilasciare il permesso di taglio, quanto tagliare, chi era demandato al controllo). Inoltre, lungo le strade principali e i fiumi, vennero istituiti dei posti di guardia per assicurarsi che tutto il legname in transito avesse rispettato le leggi. Venne inoltre ridotto l'impiego di legname nelle costruzioni e anche per il riscaldamento delle abitazioni (sostituito dal carbone); si ridusse il rischio di incendi.

Durante il periodo di rapida crescita economica dopo la seconda guerra mondiale, le politiche ambientali vennero trascurate dalle aziende governative e industriali, di conseguenza, negli anni cinquanta e sessanta l'inquinamento ambientale subì un incremento notevole. In risposta alla crescente preoccupazione per il problema, il governo introdusse diverse leggi di protezione dell'ambiente nel 1970. La crisi petrolifera del 1973 inoltre incoraggiò l'uso di energia pulita a causa della mancanza del Giappone di risorse naturali. Gli attuali problemi in materia ambientale riguardano l'inquinamento dell'aria urbana (NOx, particolato sospeso, e sostanze tossiche), la gestione dei rifiuti, l'eutrofizzazione delle acque, il cambiamento climatico, la gestione dei prodotti chimici e la cooperazione internazionale per la conservazione.

Il Giappone è uno dei leader mondiali nello sviluppo di nuove tecnologie rispettose dell'ambiente, ed è al 20º posto al mondo secondo l'Indice di sostenibilità ambientale 2010. In quanto firmatario del Protocollo di Kyoto, il Giappone ha l'obbligo di ridurre le proprie emissioni di anidride carbonica e di adottare altre misure per contrastare il cambiamento climatico.

Biodiversità

Il Giappone ha nove eco-regioni forestali che riflettono il clima e la geografia delle isole. In queste regioni si possono annoverare sia le foreste umide subtropicali di latifoglie delle Ryūkyū e Ogasawara, sia le foreste temperate di latifoglie nelle regioni a clima mite delle isole principali, sia le foreste boreali di conifere delle isole del nord. Il Giappone inoltre ha oltre 90 000 specie di fauna selvatica, tra cui l'orso bruno, il macaco giapponese, il cane procione giapponese, la vipera giapponese, il gatto di iriomote, la salamandra gigante giapponese, e varie specie autoctone tra cui diverse specie di mammiferi (ad esempio il roditore Apodemus speciosus), molte specie di uccelli e una nutrita varietà di rettili, anfibi, pesci, e insetti, come le cicale e la Vespa mandarinia. Oltre alla grande rete di parchi nazionali sono state create 37 zone umide Ramsar.

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