Testuggine sarda
La testuggine marginata (Testudo marginata - Schoepff, 1792) comunemente chiamata testuggine sarda è un rettile appartenente all'ordine delle testuggini.
Di
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ErbivoroIn zoologia è definito erbivoro un organismo che si nutre prevalentemente di materia organica vegetale vivente, ovvero di produttori. L'erbivoria,...
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TerrestrePr
PrecocialeSc
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Generalmente solitarioNo
Non-migratorioL'ibernazione è una condizione biologica in cui le funzioni vitali sono ridotte al minimo, il battito cardiaco e la respirazione rallentano, il me...
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inizia conIl riconoscimento del sesso avviene generalmente attraverso l'individuazione dei caratteri sessuali secondari. I maschi possiedono una coda lunga, robusta e grossa alla base ed il caratteristico gonnellino più pronunciato. La distanza dell'apertura cloacale dalla base della coda è maggiore nel maschio. I maschi adulti presentano una concavità nel piastrone più accentuata per facilitare la monta sul carapace della femmina, mentre il piastrone delle femmine e degli esemplari giovani e subadulti è piatto. L'angolo formato dagli scuti anali del piastrone è molto maggiore nel maschio, mentre l'altezza degli stessi scuti è però maggiore nella femmina; lo scuto sopracaudale del maschio è curvo verso il basso e nella femmina è allineato con il resto del carapace. I maschi sono di taglia maggiore rispetto alle femmine.In molti esemplari, il sessaggio non è facile e certo, presentando caratteristiche morfologiche e sessuali fuorvianti, quali: monta tra esemplari dello stesso sesso, coda dei maschi poco sviluppata, scuti del piastrone con caratteristiche indefinite. Non è raro che la determinazione del sesso delle femmine possa avvenire solo individuando gli esemplari che depongono le uova.
Gli habitat della testuggine marginata sono tipicamente mediterranei, compresi nella zona fitoclimatica del Lauretum e caratterizzati da inverni miti, con precipitazioni moderate, ed estati aride, con temperature elevate. Questa specie trova rifugio e nutrimento nella vegetazione bassa cespugliosa della gariga, gli arbusti della macchia mediterranea e nel sottobosco fino a quota collinare temperata.In Sardegna gli habitat in cui sono ancora possibili dei ritrovamenti e sono presenti dei gruppi vitali sono le dune sabbiose costiere ricche di vegetazione, le pinete costiere di pini mediterranei con sottobosco di arbusti mediterranei, le leccete e le sugherete. Si incontrano esemplari in aree destinate all'uso agricolo quali oliveti, agrumeti e vigneti.
Originaria della Grecia è presente anche in Italia, quasi esclusivamente in Sardegna ove risulta introdotta in epoca storica.Questa specie avendo trovato in Sardegna un habitat ideale si è talmente diffusa da essere comunemente denominata tartaruga sarda.In epoca preromana veniva importata dagli Etruschi per essere utilizzata nei riti di inumazione, a Roma resti di carapace furono rinvenuti in una sepoltura arcaica nei pressi del Lacus Curtius.
Le T. marginata sono animali ectotermi e nelle prime ore della giornata si crogiolano al sole per innalzare la temperatura corporea ed attivare le funzioni metaboliche. L'esposizione al sole permette di assumere i raggi UVB atti alla sintesi della vitamina D. Raggiunta la temperatura corporea necessaria per l'attivazione degli enzimi atti alla digestione le tartarughe si dedicano alla ricerca del cibo. Con temperature atmosferiche superiori ai 27 °C diventano apatiche e cercano refrigerio scavando piccole buche al riparo della vegetazione bassa o riparandosi in piccoli anfratti. Con la discesa delle temperature si ha la ripresa dell'attività.Sono state osservate sia in Grecia che in Sardegna delle tane collettive, composte da una lunga galleria scavata nel terreno e terminante in una camera in cui si rifugiano la notte e d'inverno.In una tana a Leucade sono stati censiti 12 esemplari adulti (Trimigliozzi, 2006).
Sono rettili prettamente vegetariani. Gli esemplari selvatici vivono in un habitat caratterizzato da lunghi periodi di aridità che li costringe a nutrirsi di erbe secche, in queste condizioni integrano la loro dieta mangiando artropodi o chiocciole, queste ultime utili per l'apporto di calcio del guscio. Saltuariamente non disdegnano escrementi o piccole carogne. Gli esemplari allevati in cattività sono generalmente sovralimentati e non vanno assolutamente nutriti con: carne, latte, formaggi, alimenti per cani e gatti, uova, pane, latte, agrumi, kiwi, lattuga.
Il tarassaco, la cicoria e il radicchio rosso sono alcune delle verdure adatte alla loro alimentazione per l'alto rapporto di calcio rispetto al fosforo e per le fibre in esse contenute. Alti apporti proteici e di fosforo con bassi valori di calcio portano a deformazioni permanenti del carapace e danni agli organi interni.
Evidente segno di una cattiva alimentazione è un carapace con gli scuti appuntiti e scanalti nelle suture, la cosiddetta piramidalizzazione; al contrario, un carapace in forma di una levigata semicalotta ovale è segno di una corretta alimentazione.
Con il risveglio inizia il corteggiamento da parte del maschio con un rituale che prevede inseguimenti, morsi e colpi di carapace alla femmina.Il maschio monta sul dorso della femmina per la copula che avviene con l'estroflessione del pene contenuto nella grossa coda e in questa occasione emette l'unico verso udibile di questi rettili per il resto muti. La femmina può arrivare fino a 4 anni di anfigonia ritardata, conservando lo sperma in un apposito organo, la spermateca, all'interno dell'ovidutto.La T. marginata si può accoppiare con la filogeneticamente contigua Testudo graeca con nascita di ibridi fertili.
Animali longevi, si hanno notizie di esemplari di oltre 80 anni di età, raggiungono la maturità sessuale intorno ai 10 anni. Le Testudo sono ovipare, le deposizioni avvengono in buche scavate dalla femmina nel terreno con le zampe posteriori.Le femmine di T.marginata depongono anche in quattro volte, da maggio a luglio, un numero variabile di uova generalmente in proporzione alla taglia dell'esemplare.Il tempo di incubazione, 2 o 3 mesi circa, e il sesso sono in relazione con la temperatura.Con temperatura di incubazione inferiore ai 31,5 °C si avrà una preponderanza di esemplari maschi, con temperatura superiore ai 31,5 °C in maggioranza femmine.Giunto il momento della schiusa, spesso agevolata da una giornata di pioggia, il tartarughino per rompere il guscio si avvale del cosiddetto "dente dell'uovo", un tubercolo corneo posto tra le narici e la mascella superiore destinato a sparire in pochi giorni. La fuoriuscita dall'uovo dura anche 48 ore e in questo arco di tempo viene assorbito totalmente il sacco vitellino.
Sin dall'antichità tenute come animale da giardino le specie appartenenti al genere Testudo sono a grave rischio di scomparsa nell'ambiente naturale soprattutto per fattori antropogenici quali l'agricoltura meccanizzata e l'uso dei fitofarmaci, il traffico automobilistico, gli incendi, la distruzione dell'ambiente naturale e l'urbanizzazione, la cattura illegale e nella predazione da parte di animali selvatici (soprattutto per colpa dell'introduzione negli anni ottanta a fini venatori del cinghiale ungherese più grande ed aggressivo dell'autoctono). La cattura a fini alimentari umani è praticamente scomparsa in Italia.Da alcuni anni vige in Europa il divieto di cattura, detenzione e commercio degli esemplari presenti in natura; ciò ha spinto numerosi appassionati a dedicarsi all'allevamento delle varie specie di Testudo e attualmente gli esemplari allevati superano di gran numero quelli selvatici.Tuttavia gli sforzi degli allevatori per poter legalmente immettere in commercio la prole allevata, che farebbe di molto ridurre il prelievo illegale di esemplari selvatici, vengono in parte vanificati da una legislazione farraginosa e estremamente burocratizzata che non ha ancora preso atto di questa nuova realtà.