Asino selvatico asiatico
Regno
Phylum
Subphylum
Classe
Famiglia
Genere
Sottogenere
SPECIE
Equus hemionus
Dimensione della popolazione
55,000
Durata
14-26 years
Massima velocità
64-70
39.7-43.4
km/hmph
km/h mph 
Peso
200-290
440-638
kglbs
kg lbs 
Altezza
100-142
39.4-55.9
cminch
cm inch 
Lunghezza
2-2.5
6.6-8.2
mft
m ft 

L'asino selvatico asiatico (Equus hemionus Pallas, 1775) è un rappresentante della famiglia degli Equidi. Pur essendo simile esteriormente all'asino selvatico africano (Equus africanus) - il progenitore degli asini domestici -, presenta anche molte caratteristiche in comune con il cavallo, tanto che in tedesco è noto anche come Halbesel, «semi-asino», o Pferdeesel, «asino cavallo». È conosciuto anche con numerosi nomi regionali, come «khur» o «kulan» (vedi Tassonomia). L'asino selvatico asiatico abita nelle regioni aride, semidesertiche e steppose dall'Asia occidentale a quella centrale e settentrionale e si nutre principalmente di erbe coriacee. La sua struttura sociale è considerata molto complessa, ma la specie non è stata ancora studiata in modo molto dettagliato. Nel complesso, è considerato in pericolo di estinzione.

Aspetto

Con una lunghezza testa-tronco di oltre 200 cm, alla quale si aggiunge una coda lunga 40 cm, un'altezza al garrese di 97-138 cm e un peso di 200-260 kg, l'asino selvatico asiatico è leggermente più grande di un asino domestico medio. Il dimorfismo sessuale è solo leggermente pronunciato. In genere, si tratta di una creatura snella dalle zampe lunghe, ciascuna terminante con un largo zoccolo più grande di quello dell'asino selvatico africano (Equus africanus). Come in tutte le zebre e gli asini, le caratteristiche «castagne», piccole placche cornee marroni simili a calli, sono presenti solo sulle zampe anteriori, diversamente dai cavalli selvatici, dove compaiono anche sulle zampe posteriori. Anche le orecchie sono più lunghe di quelle dei veri asini; inoltre, la nappa della coda e la criniera sono meno pronunciate, mentre è presente la caratteristica zona bianca all'estremità del muso tipica degli asini. La colorazione e la lunghezza del mantello variano a seconda delle stagioni. Nel corto manto estivo le parti superiori del corpo possono essere di colore grigio, dal giallo pallido all'ocra o rosso-brunastro; le parti inferiori, la parte inferiore del collo e le zampe sono bianche o color crema. Le singole sottospecie differiscono tra loro per l'intensità dei colori del mantello. La transizione dei colori sui lati del corpo crea in tutte le forme un andamento a falce di luna, che in parte si solleva sui fianchi, ma differisce in modo significativo dalla linea a forma di «M» tipica del mantello dei cavalli selvatici, che di solito presentano anche una colorazione più scura sulle zampe. Il lungo manto invernale è generalmente più scuro. La linea color marrone scuro che si estende lungo la spina dorsale è larga 60-80 mm in estate e 70-90 mm in inverno. Questa striscia dorsale è spesso contornata da zone di colore più chiaro. Il motivo a strisce orizzontali delle zampe, tipico dell'asino selvatico africano, si incontra raramente nella specie asiatica.

video

Distribuzione

Geografia

L'areale originario dell'asino selvatico asiatico si estendeva dalla regione mediterranea dell'Asia occidentale, attraverso la Transcaucasia e l'Asia centrale, fino alle zone occidentali dell'Asia meridionale e a quelle meridionali dell'Asia settentrionale. Oggi questo areale è molto frammentato, tanto che ormai la specie è limitata a singole aree di Mongolia, Turkmenistan, Kazakistan, India, Iran, Ucraina e Arabia Saudita. L'emione abita prevalentemente il deserto del Gobi e il khur il Rann di Kutch. Le popolazioni più numerose del kulan si incontrano nella riserva naturale di Badkhyz e nella riserva naturale di Andassay, mentre l'onagro è ancora presente in buon numero nel parco nazionale di Touran e a Bahram-e-Goor.

Mostra di più

L'asino selvatico asiatico abita in ambienti aridi: semideserti, steppe, steppe di montagna e, in qualche caso, deserti. Questi habitat estremi, che possono raggiungere i 2000 m sul livello del mare, sono caratterizzati da alte temperature in estate (fino a 40 °C) e basse temperature in inverno (fino a -35 °C) e da scarse precipitazioni, talvolta inferiori ai 100 mm annui. Inoltre, tutte queste aree sono caratterizzate da una vegetazione molto scarsa. Nella parte occidentale dell'areale, l'asino selvatico asiatico condivideva il suo habitat con l'asino selvatico africano, pur prediligendo le zone più basse. Oggi, tuttavia, entrambe le specie sono qui estinte in natura. Ad est, invece, il suo areale si sovrappone in parte a quello del cavallo di Przewalski (Equus ferus przewalskii).

Mostra meno
Asino selvatico asiatico mappa dell'habitat
Asino selvatico asiatico mappa dell'habitat
Asino selvatico asiatico
Attribution-ShareAlike License

Abitudini e stile di vita

La struttura sociale degli asini selvatici asiatici è molto varia. Le sottospecie settentrionali, come l'emione del deserto del Gobi e il kulan dell'Asia centrale, tendono a formare branchi costituiti da uno stallone e da diverse femmine con i puledri e ad occupare vasti spazi vitali (home range). L'estensione di queste aree, da 4500 a 40000 km², può variare notevolmente a seconda delle stagioni, essendo minore in estate e maggiore in inverno. In alcuni casi, si formano grandi gruppi che possono comprendere fino a 450 esemplari, ma questo avviene di solito in zone particolarmente ricche di cibo o presso gli abbeveratoi. Poiché queste associazioni si dissolvono rapidamente nel giro di un giorno, non sembra esservi al loro interno alcuna forma di gerarchia. Esistono anche «gruppi di scapoli» costituiti da giovani maschi che spesso si formano in inverno. Tali gruppi sono noti anche presso i cavalli selvatici e le zebre delle steppe (Equus quagga) e di montagna (Equus zebra). Tuttavia, occasionalmente, si possono formare anche territori temporanei, che vengono poi difesi in modo aggressivo.

Mostra di più

Le sottospecie meridionali, come il khur e l'onagro, tendono a uno stile di vita puramente territoriale, con territori parzialmente sovrapposti tra loro. Gli stalloni dominanti occupano territori che raggiungono i 9 km², ma possono essere anche notevolmente più grandi. Questi territori contengono luoghi di alimentazione e riposo e fonti d'acqua permanenti o temporanee. Tuttavia, gli abbeveratoi si trovano solitamente ai margini del territorio e non al centro. I percorsi utilizzati di frequente vengono contrassegnati con feci e urina, spesso utilizzando gli stessi punti di marcatura. Le femmine con i puledri a volte si riuniscono in piccoli gruppi che pascolano in aree anche di 20 km² sovrapposte a quelle di altri gruppi e stalloni dominanti. Un comportamento simile è stato riscontrato nella zebra di Grévy (Equus grevyi) e nell'asino selvatico africano.

Questa diversità nel comportamento sociale delle diverse popolazioni di asino selvatico non è stata ancora pienamente compresa. Forse i fattori climatici o la pressione venatoria da parte dei predatori possono avere una qualche influenza. Nell'areale di khur e onagri i grandi predatori sono pressoché assenti, quindi questi animali hanno mantenuto lo stile di vita originario di specie territoriale. I kulan e gli emioni, invece, sono soggetti alle frequenti aggressioni dei lupi, che potrebbero aver stimolato la formazione di branchi, in quanto i gruppi più stabili hanno maggiori possibilità di sopravvivenza. Inoltre, in questi casi, lo stallone difende attivamente la sua mandria.

Mostra meno
Comportamento stagionale

Dieta e nutrizione

Esistono solo pochi studi dettagliati sulla dieta dell'asino selvatico asiatico; in generale, possiamo dire che i suoi molari a corona alta e caratterizzati da una grande quantità di cemento sono adatti a masticare sostanze vegetali coriacee a base di silice (grazing). Le popolazioni del Gobi preferiscono le specie del genere Stipa che si trovano in gran numero nelle steppe in cui abitano (steppe a Stipa), ma consumano anche gramigna, erbe del genere Achnatherum, cannucce di palude e giunchi. Nella dieta dell'asino selvatico asiatico è stata registrata anche la presenza di Artemisia, Anabasis, salsola, saxaul e caragana. Inoltre, in alcune regioni, il porro, lo Zygophyllum e le tamerici occupano una parte consistente della dieta. Anche il miglio indiano, gli sporoboli, le eragrostidi e le erbe del genere Dicanthium figurano nella dieta delle popolazioni più meridionali. Tuttavia, durante la stagione secca, quando le erbe appassiscono, l'asino selvatico può anche rivolgere la propria attenzione alle piante legnose, usando i suoi zoccoli per rompere lo strato di legno in modo da raggiungere le zone più ricche di liquidi. Sono stati osservati anche esemplari che si nutrivano di baccelli carichi di semi.

Mostra di più

A causa delle condizioni di estrema aridità delle zone in cui vive, l'asino selvatico ha bisogno di fonti d'acqua costantemente disponibili, che non dovrebbero trovarsi a più di 10-15 km di distanza - anche se sono stati osservati spostamenti lunghi fino a 30 km verso i punti d'acqua. In cerca d'acqua, l'asino selvatico può scavare anche buche di 60 cm nel terreno. In inverno, ingerisce anche la neve.

Mostra meno

Abitudini di accoppiamento

COMPORTAMENTO DI ACCOPPIAMENTO

Anche il comportamento riproduttivo è stato studiato raramente e solo in rari casi è stato osservato in natura. In media l'asino selvatico asiatico raggiunge la maturità sessuale intorno ai due anni, anche se il primo accoppiamento avviene di solito a tre o quattro anni. Gli accoppiamenti hanno luogo tra aprile e settembre, con un picco in giugno e luglio. La gestazione dura circa undici mesi, trascorsi i quali nasce un solo piccolo, dopo un breve parto che richiede solo poco più di dieci minuti. Il piccolo è in grado di camminare dopo 15-20 minuti e inizia a succhiare il latte dopo un'ora e mezza. Durante l'allevamento, il piccolo e la madre rimangono vicini: gli altri esemplari, compresi i figli precedenti, vengono allontanati dalla madre. Occasionalmente, gli stalloni delle popolazioni territoriali cercano di scacciare i giovani e poi accoppiarsi con la femmina. Gli asini selvatici possono vivere fino a 14 anni in natura e fino a 26 anni in cattività.

Popolazione

Nicchia ecologica

Il più grande predatore dell'asino selvatico è il lupo. Dalle ricerche è emerso che gli asini costituiscono un buon 23% delle prede di questo carnivoro. Tuttavia l'asino è in grado di difendersi accanitamente dalle aggressioni, anche se predilige trovare scampo nella fuga: esso infatti è molto veloce ed è in grado di galoppare a velocità di 70 km/h, mantenendo i 50 km/h su distanze maggiori. Occasionalmente, vicino alle mandrie di asini selvatici, compaiono esemplari di gazzella gozzuta.

Addomesticamento

Gli attuali studi sul DNA confermano che tutti gli asini domestici odierni discendono dall'asino selvatico africano. Le ricerche filogenetiche suddividono distintamente gli asini in una linea evolutiva africana e in una asiatica, alla quale appartiene l'asino selvatico asiatico (Equus hemionus). La questione se anche questa specie possa essere addomesticata e se ciò sia accaduto in passato è sempre stata controversa. Nelle rappresentazioni dell'antica Mesopotamia (ad esempio sullo Stendardo di Ur) gli studiosi credettero di riconoscere animali che non erano né cavalli né asini, pertanto conclusero piuttosto prematuramente che i Sumeri e gli Accadi avessero addomesticato gli asini selvatici asiatici, utilizzandoli per trainare i carri. In esperimenti di addomesticamento più recenti, tuttavia, non è mai stato possibile addestrare questi animali o far loro perdere l'innato timore nei confronti dell'uomo. È pertanto più plausibile che gli animali addomesticati in Mesopotamia fossero asini selvatici africani (che, nonostante il nome, erano presenti anche in Asia occidentale in epoca preistorica).

Mostra di più

Altri ricercatori, invece, hanno ipotizzato che i Sumeri utilizzassero esemplari nati dall'incrocio tra asini e onagri.

Mostra meno

Riferimenti

1. Asino selvatico asiatico articolo su Wikipedia - https://it.wikipedia.org/wiki/Equus_hemionus
2. Asino selvatico asiatico sul sito della Lista Rossa IUCN - http://www.iucnredlist.org/details/7951/0

Animali più affascinanti da conoscere