Isola

Sardegna

75 specie

La Sardegna è una regione italiana a statuto speciale di 1 573 089 abitanti con capoluogo Cagliari, la cui denominazione bilingue utilizzata nella comunicazione ufficiale è Regione Autonoma della Sardegna / Regione Autònoma de Sardigna.

Geografia fisica

La Sardegna ha una superficie complessiva di 24100 km² ed è per estensione la seconda isola del Mediterraneo (dopo la Sicilia) e la terza regione italiana, sempre dopo la Sicilia e il Piemonte. La lunghezza tra i suoi punti più estremi (punta Falcone a nord e capo Teulada a sud) è di 270 km, mentre 145 sono i km di larghezza (da capo dell'Argentiera a ovest, a capo Comino a est). Gli abitanti sono 1 628 384 per una densità demografica di 69 abitanti per km². Dista 188 km (capo Ferro - monte Argentario) dalle coste della penisola italiana, dalla quale è separata dal mar Tirreno, mentre il Canale di Sardegna la divide dalle coste tunisine del continente africano che si trovano 178 km più a sud (capo Spartivento - Cap Serrat). A nord, per 11 km, le Bocche di Bonifacio la separano dalla Corsica e il mar di Sardegna, a ovest, dalla penisola iberica e dalle isole Baleari. Si situa tra il 41º e il 39º parallelo nord, mentre il 40º la divide quasi a metà.

Clima

Il clima mediterraneo è tipico della Sardegna. Lungo le zone costiere, dove risiede la gran parte della popolazione, grazie alla presenza del mare si hanno inverni miti mentre le estati sono calde e umide, caratterizzate da una notevole ventilazione. Le brezze marine e la costante ventilazione permettono di sopportare le elevate temperature estive che superano normalmente i 30 °C e raggiungono anche i 35 °C. Nelle zone interne pianeggianti e collinari, a causa della maggior lontananza dal mare, si registrano temperature invernali più basse ed estive più alte rispetto alle aree costiere. Il clima è nel complesso abbastanza mite, ma durante l'arco dell'anno si possono avere valori minimi invernali di alcuni gradi al di sotto dello zero e massimi estivi anche superiori ai 40 °C.

Sui massicci montuosi nei mesi invernali nevica frequentemente e le temperature scendono sotto lo zero, mentre nella stagione estiva il clima si mantiene fresco e raramente fa caldo per molti giorni consecutivi. La Sardegna inoltre è una regione molto ventosa: i venti dominanti sono il maestrale e il ponente.

Ambiente naturale

Il paesaggio naturale della Sardegna alterna profili montuosi dalla morfologia complessa a macchie e foreste, stagni e lagune, torrenti tumultuosi che formano gole e cascate, lunghe spiagge sabbiose e scogliere frastagliate e falesie a strapiombo. Le formazioni calcaree costituiscono il 10% della sua superficie e sono frequenti i fenomeni carsici nei settori centro-orientale e sud-occidentale, con la formazione di grotte, voragini, doline, laghi sotterranei, sorgenti carsiche, come quelle di Su Gologone di Oliena e di Su Marmuri di Ulassai. Notevoli sono le formazioni rocciose granitiche, caratterizzate da guglie frastagliate modellate dall'erosione degli agenti atmosferici, creando delle singolari sculture sparse su tutta l'isola, come l'Orso di Palau, l'Elefante di Castelsardo, il Fungo di Arzachena, i dicchi del Montiferru e sa Conca a Nuoro sul monte Ortobene.

Sono sotto tutela come parchi naturali alcuni dei più importanti tratti della costa e ampi territori dell'interno. Questo patrimonio naturale si integra con quello storico e culturale, rappresentato dagli antichi siti d'interesse archeologico e dai resti dei più recenti complessi dell'attività mineraria. La Regione Autonoma per conservare e valorizzare questo patrimonio unico, ha definito con la legge n. 31 del 7 giugno 1989 le aree protette sottoposte a tutela. Complessivamente si contano: due parchi nazionali, due parchi regionali, 60 riserve naturali, 19 monumenti naturali, 16 aree di rilevante interesse naturalistico, cinque oasi del WWF. Dal 1985 la Sardegna è dotata di un corpo forestale proprio, denominato Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione Sardegna.

Fauna terrestre

Il patrimonio faunistico annovera diversi esempi di specie di grande interesse. La fauna dei vertebrati superiori mostra analogie e differenziazioni rispetto a quella dell'Europa continentale: le analogie si devono alla migrazione nel corso delle glaciazioni oppure all'introduzione da parte dell'uomo nel Neolitico o in epoche più recenti, mentre le differenziazioni si devono al lungo isolamento geografico che ha originato neo-endemismi a livello di sottospecie o, più raramente, di specie.

Le popolazioni dei grandi mammiferi erbivori (cervidi e muflone) hanno subito una drastica contrazione, arrivando a vere e proprie emergenze fino agli anni settanta, ma negli ultimi decenni hanno ripreso una sensibile crescita grazie alle azioni di tutela. Il cinghiale sardo, invece, è ampiamente diffuso, così pure diverse specie di roditori e lagomorfi. I predatori più grandi sono la comune volpe sarda e il raro gatto selvatico sardo, ai quali si affiancano i piccoli carnivori come i mustelidi. Tra i mammiferi, a parte la capra sarda, razza caprina, particolare curiosità desta una variante dell'asino domestico, ossia l'asinello bianco, presente solo sull'isola dell'Asinara (se ne contano circa 90 esemplari), ma anche il caratteristico cavallino della Giara (Equus caballus Giarae), una specie di cavallo endemica, di origine incerta o molto probabilmente importati dai naviganti Fenici o Greci nel V-IV secolo a.C.

L'interesse per l'avifauna si articola in tre contesti: i rapaci, l'avifauna delle aree umide e quella delle scogliere. I rapaci sono rappresentati da quasi tutte le specie europee, fra le quali ci sono alcune sottospecie endemiche; si sono estinte due specie di avvoltoi e sopravvivono solo nei territori di Bosa e Alghero alcune colonie di grifoni. L'avifauna delle zone umide vanta un lungo elenco di specie, molte minacciate dalla forte contrazione dell'habitat. L'elevato numero di stagni costieri e lagune (circa 12 000 ettari, pari al 10% del patrimonio italiano) fa sì che questa regione annoveri ben otto siti di Ramsar (secondo posto in Italia, dopo l'Emilia-Romagna). Il simbolo di questa fauna è il fenicottero rosa, che in alcuni stagni forma colonie di migliaia di esemplari.

Questa specie, storicamente svernante negli stagni sardi, da diversi anni è anche nidificante. Dei 1 897 km di coste, il 76% è costituito da scogliere e da un grande numero di isole e scogli. È questo il regno degli uccelli marini, che possono formare colonie di migliaia di individui. Fra le specie di maggiore interesse c'è il rarissimo gabbiano corso. Ci sono, infine, quattro sottospecie endemiche di uccelli che sono il fringuello (f.c. sarda), il picchio rosso maggiore (d. m. ssp. harterti), la cinciallegra (P. m. ssp. ecki) e la ghiandaia (g.g. ssp ichnusae). I vertebrati terrestri minori comprendono rettili e anfibi fra i quali si annoverano molti importanti endemismi tirrenici, sardo-corsi o sardi; di questi, alcuni hanno una marcata ed esclusiva localizzazione geografica.

Flora terrestre

Pur derivando da un substrato comune mediterraneo, la flora in Sardegna è caratterizzata da specificità ed endemismi. Le zone fitoclimatiche presenti si limitano al Lauretum e alla sottozona calda del Castanetum, quest'ultima limitata alle aree interne e montuose più fredde; la vegetazione boschiva è, perciò, rappresentata in gran parte da macchia mediterranea e foresta sempreverde e solo oltre i 1 000 metri è significativa la frequenza delle specie caducifoglie del Castanetum.

La specie arborea prevalente è il leccio, accompagnato e in parte sostituito dalla roverella nelle stazioni più fredde e dalla sughera in quelle più calde. Nelle stazioni fredde persistono, inoltre, relitti di un'antica flora del Cenozoico (tasso, agrifoglio, acero trilobo). Sulla sommità dei rilievi metamorfici del Paleozoico, a 1 000-1 900 metri, si sviluppano steppe e garighe assimilabili alla flora alpina che, nelle altre regioni, occupa quote di 2 500-3 500 metri. La copertura boschiva è ciò che resta di intensi disboscamenti che hanno raggiunto il suo culmine nella seconda metà del XIX secolo.

Il passaggio di vasti territori dalla Cassa ademprivile al demanio dello Stato e, in seguito, all'ex EFDRS, ha permesso la salvaguardia e la lenta ricostituzione del patrimonio boschivo residuo, nonostante la minaccia annuale degli incendi. Il grave degrado di vaste aree espone l'isola alla desertificazione, ma il patrimonio boschivo vanta alcune peculiarità, come la macchia-foresta del Sulcis, ritenuta la più vasta d'Europa, e la foresta demaniale di Montes, una delle ultime leccete primarie del Mediterraneo. L'opera di tutela e recupero del patrimonio residuo pone la Sardegna come la regione italiana con maggiore superficie forestale, con 1 213 250 ettari di boschi (secondo i dati dell'Inventario nazionale foreste e carbonio del Corpo forestale dello Stato, pubblicati nel maggio 2007). Di grande interesse botanico, per gli endemismi e la rarità, sono anche le associazioni floristiche minori che popolano gli stagni costieri, i litorali sabbiosi e le scogliere.

Flora e fauna acquatiche

I paesaggi sommersi sono complessi e ricchi di colori e di varietà di pesci, spugne e coralli e sono caratterizzati dalla straordinaria limpidezza dell'acqua; questa limpidezza favorisce il prosperare di numerose colonie di posidonia. Il segno inequivocabile della presenza delle praterie di posidonia è la presenza di mucchi di alghe che talvolta si trovano abbondanti sulle spiagge. Un cenno particolare va fatto alla foca monaca: a lungo perseguitata dai pescatori e disturbata dai vacanzieri, è una specie a forte rischio d'estinzione: l'ultima riproduzione documentata risale agli inizi degli anni ottanta.

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La Sardegna è una regione italiana a statuto speciale di 1 573 089 abitanti con capoluogo Cagliari, la cui denominazione bilingue utilizzata nella comunicazione ufficiale è Regione Autonoma della Sardegna / Regione Autònoma de Sardigna.

Geografia fisica

La Sardegna ha una superficie complessiva di 24100 km² ed è per estensione la seconda isola del Mediterraneo (dopo la Sicilia) e la terza regione italiana, sempre dopo la Sicilia e il Piemonte. La lunghezza tra i suoi punti più estremi (punta Falcone a nord e capo Teulada a sud) è di 270 km, mentre 145 sono i km di larghezza (da capo dell'Argentiera a ovest, a capo Comino a est). Gli abitanti sono 1 628 384 per una densità demografica di 69 abitanti per km². Dista 188 km (capo Ferro - monte Argentario) dalle coste della penisola italiana, dalla quale è separata dal mar Tirreno, mentre il Canale di Sardegna la divide dalle coste tunisine del continente africano che si trovano 178 km più a sud (capo Spartivento - Cap Serrat). A nord, per 11 km, le Bocche di Bonifacio la separano dalla Corsica e il mar di Sardegna, a ovest, dalla penisola iberica e dalle isole Baleari. Si situa tra il 41º e il 39º parallelo nord, mentre il 40º la divide quasi a metà.

Clima

Il clima mediterraneo è tipico della Sardegna. Lungo le zone costiere, dove risiede la gran parte della popolazione, grazie alla presenza del mare si hanno inverni miti mentre le estati sono calde e umide, caratterizzate da una notevole ventilazione. Le brezze marine e la costante ventilazione permettono di sopportare le elevate temperature estive che superano normalmente i 30 °C e raggiungono anche i 35 °C. Nelle zone interne pianeggianti e collinari, a causa della maggior lontananza dal mare, si registrano temperature invernali più basse ed estive più alte rispetto alle aree costiere. Il clima è nel complesso abbastanza mite, ma durante l'arco dell'anno si possono avere valori minimi invernali di alcuni gradi al di sotto dello zero e massimi estivi anche superiori ai 40 °C.

Sui massicci montuosi nei mesi invernali nevica frequentemente e le temperature scendono sotto lo zero, mentre nella stagione estiva il clima si mantiene fresco e raramente fa caldo per molti giorni consecutivi. La Sardegna inoltre è una regione molto ventosa: i venti dominanti sono il maestrale e il ponente.

Ambiente naturale

Il paesaggio naturale della Sardegna alterna profili montuosi dalla morfologia complessa a macchie e foreste, stagni e lagune, torrenti tumultuosi che formano gole e cascate, lunghe spiagge sabbiose e scogliere frastagliate e falesie a strapiombo. Le formazioni calcaree costituiscono il 10% della sua superficie e sono frequenti i fenomeni carsici nei settori centro-orientale e sud-occidentale, con la formazione di grotte, voragini, doline, laghi sotterranei, sorgenti carsiche, come quelle di Su Gologone di Oliena e di Su Marmuri di Ulassai. Notevoli sono le formazioni rocciose granitiche, caratterizzate da guglie frastagliate modellate dall'erosione degli agenti atmosferici, creando delle singolari sculture sparse su tutta l'isola, come l'Orso di Palau, l'Elefante di Castelsardo, il Fungo di Arzachena, i dicchi del Montiferru e sa Conca a Nuoro sul monte Ortobene.

Sono sotto tutela come parchi naturali alcuni dei più importanti tratti della costa e ampi territori dell'interno. Questo patrimonio naturale si integra con quello storico e culturale, rappresentato dagli antichi siti d'interesse archeologico e dai resti dei più recenti complessi dell'attività mineraria. La Regione Autonoma per conservare e valorizzare questo patrimonio unico, ha definito con la legge n. 31 del 7 giugno 1989 le aree protette sottoposte a tutela. Complessivamente si contano: due parchi nazionali, due parchi regionali, 60 riserve naturali, 19 monumenti naturali, 16 aree di rilevante interesse naturalistico, cinque oasi del WWF. Dal 1985 la Sardegna è dotata di un corpo forestale proprio, denominato Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione Sardegna.

Fauna terrestre

Il patrimonio faunistico annovera diversi esempi di specie di grande interesse. La fauna dei vertebrati superiori mostra analogie e differenziazioni rispetto a quella dell'Europa continentale: le analogie si devono alla migrazione nel corso delle glaciazioni oppure all'introduzione da parte dell'uomo nel Neolitico o in epoche più recenti, mentre le differenziazioni si devono al lungo isolamento geografico che ha originato neo-endemismi a livello di sottospecie o, più raramente, di specie.

Le popolazioni dei grandi mammiferi erbivori (cervidi e muflone) hanno subito una drastica contrazione, arrivando a vere e proprie emergenze fino agli anni settanta, ma negli ultimi decenni hanno ripreso una sensibile crescita grazie alle azioni di tutela. Il cinghiale sardo, invece, è ampiamente diffuso, così pure diverse specie di roditori e lagomorfi. I predatori più grandi sono la comune volpe sarda e il raro gatto selvatico sardo, ai quali si affiancano i piccoli carnivori come i mustelidi. Tra i mammiferi, a parte la capra sarda, razza caprina, particolare curiosità desta una variante dell'asino domestico, ossia l'asinello bianco, presente solo sull'isola dell'Asinara (se ne contano circa 90 esemplari), ma anche il caratteristico cavallino della Giara (Equus caballus Giarae), una specie di cavallo endemica, di origine incerta o molto probabilmente importati dai naviganti Fenici o Greci nel V-IV secolo a.C.

L'interesse per l'avifauna si articola in tre contesti: i rapaci, l'avifauna delle aree umide e quella delle scogliere. I rapaci sono rappresentati da quasi tutte le specie europee, fra le quali ci sono alcune sottospecie endemiche; si sono estinte due specie di avvoltoi e sopravvivono solo nei territori di Bosa e Alghero alcune colonie di grifoni. L'avifauna delle zone umide vanta un lungo elenco di specie, molte minacciate dalla forte contrazione dell'habitat. L'elevato numero di stagni costieri e lagune (circa 12 000 ettari, pari al 10% del patrimonio italiano) fa sì che questa regione annoveri ben otto siti di Ramsar (secondo posto in Italia, dopo l'Emilia-Romagna). Il simbolo di questa fauna è il fenicottero rosa, che in alcuni stagni forma colonie di migliaia di esemplari.

Questa specie, storicamente svernante negli stagni sardi, da diversi anni è anche nidificante. Dei 1 897 km di coste, il 76% è costituito da scogliere e da un grande numero di isole e scogli. È questo il regno degli uccelli marini, che possono formare colonie di migliaia di individui. Fra le specie di maggiore interesse c'è il rarissimo gabbiano corso. Ci sono, infine, quattro sottospecie endemiche di uccelli che sono il fringuello (f.c. sarda), il picchio rosso maggiore (d. m. ssp. harterti), la cinciallegra (P. m. ssp. ecki) e la ghiandaia (g.g. ssp ichnusae). I vertebrati terrestri minori comprendono rettili e anfibi fra i quali si annoverano molti importanti endemismi tirrenici, sardo-corsi o sardi; di questi, alcuni hanno una marcata ed esclusiva localizzazione geografica.

Flora terrestre

Pur derivando da un substrato comune mediterraneo, la flora in Sardegna è caratterizzata da specificità ed endemismi. Le zone fitoclimatiche presenti si limitano al Lauretum e alla sottozona calda del Castanetum, quest'ultima limitata alle aree interne e montuose più fredde; la vegetazione boschiva è, perciò, rappresentata in gran parte da macchia mediterranea e foresta sempreverde e solo oltre i 1 000 metri è significativa la frequenza delle specie caducifoglie del Castanetum.

La specie arborea prevalente è il leccio, accompagnato e in parte sostituito dalla roverella nelle stazioni più fredde e dalla sughera in quelle più calde. Nelle stazioni fredde persistono, inoltre, relitti di un'antica flora del Cenozoico (tasso, agrifoglio, acero trilobo). Sulla sommità dei rilievi metamorfici del Paleozoico, a 1 000-1 900 metri, si sviluppano steppe e garighe assimilabili alla flora alpina che, nelle altre regioni, occupa quote di 2 500-3 500 metri. La copertura boschiva è ciò che resta di intensi disboscamenti che hanno raggiunto il suo culmine nella seconda metà del XIX secolo.

Il passaggio di vasti territori dalla Cassa ademprivile al demanio dello Stato e, in seguito, all'ex EFDRS, ha permesso la salvaguardia e la lenta ricostituzione del patrimonio boschivo residuo, nonostante la minaccia annuale degli incendi. Il grave degrado di vaste aree espone l'isola alla desertificazione, ma il patrimonio boschivo vanta alcune peculiarità, come la macchia-foresta del Sulcis, ritenuta la più vasta d'Europa, e la foresta demaniale di Montes, una delle ultime leccete primarie del Mediterraneo. L'opera di tutela e recupero del patrimonio residuo pone la Sardegna come la regione italiana con maggiore superficie forestale, con 1 213 250 ettari di boschi (secondo i dati dell'Inventario nazionale foreste e carbonio del Corpo forestale dello Stato, pubblicati nel maggio 2007). Di grande interesse botanico, per gli endemismi e la rarità, sono anche le associazioni floristiche minori che popolano gli stagni costieri, i litorali sabbiosi e le scogliere.

Flora e fauna acquatiche

I paesaggi sommersi sono complessi e ricchi di colori e di varietà di pesci, spugne e coralli e sono caratterizzati dalla straordinaria limpidezza dell'acqua; questa limpidezza favorisce il prosperare di numerose colonie di posidonia. Il segno inequivocabile della presenza delle praterie di posidonia è la presenza di mucchi di alghe che talvolta si trovano abbondanti sulle spiagge. Un cenno particolare va fatto alla foca monaca: a lungo perseguitata dai pescatori e disturbata dai vacanzieri, è una specie a forte rischio d'estinzione: l'ultima riproduzione documentata risale agli inizi degli anni ottanta.

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