Orice dalle corna a sciabola
Regno
Phylum
Subphylum
Classe
Ordine
Famiglia
Sottofamiglia
Genere
SPECIE
Oryx dammah
Durata
20 years
Peso
91-210
200.2-462
kglbs
kg lbs 
Altezza
1
3
mft
m ft 
Lunghezza
140-240
55.1-94.5
cminch
cm inch 

L'orice dalle corna a sciabola (Oryx dammah Cretzschmar, 1826) è un rappresentante del genere Oryx diffuso in passato in tutto il Nordafrica, ma dichiarato estinto in natura nel 2000.

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La sua storia tassonomica, fin dalla prima descrizione del 1816 effettuata da Lorenz Oken, che lo battezzò Oryx algazel, è sempre stata piuttosto complicata. Misura poco più di 1 m di altezza al garrese. I maschi pesano 140–210 kg e le femmine 91–140 kg. Il manto è bianco, fatta eccezione per il petto di colore rosso-bruno e per alcune macchie nere sulla fronte e lungo il naso. I neonati nascono con il manto interamente giallo, privo di qualsiasi macchia, e assumono la stessa colorazione degli adulti all'età di 3-12 mesi.

L'orice dalle corna a sciabola forma branchi di sesso misto che possono raggiungere i 70 esemplari, generalmente guidati dai maschi adulti. Abita in aree semidesertiche e desertiche ed è particolarmente adatto a vivere in condizioni di caldo estremo, grazie ad un efficiente meccanismo di raffreddamento e allo scarsissimo bisogno di acqua. Si nutre di foglie, erba, piante succulente e altre sostanze di origine vegetale e si alimenta durante la notte o di primo mattino. Il picco delle nascite si registra tra marzo e ottobre. Dopo una gestazione di otto-nove mesi, nasce un unico piccolo. Poco dopo la femmina ha un estro post-partum.

In passato l'orice dalle corna a sciabola era diffusa in tutta l'Africa settentrionale. Il suo declino ebbe inizio con il cambiamento climatico nella regione e inoltre, in epoca successiva, fu vittima di una caccia indiscriminata per le sue corna. Attualmente, si riproduce in cattività in apposite riserve in Tunisia, Marocco e Senegal, nonché in alcuni ranch privati nella contea di Hill in Texas, dove vengono allevati animali esotici. Nel 2016 è stato lanciato un apposito programma di reintroduzione e attualmente una piccola mandria è stata reintrodotta con successo in Ciad.

Le orici dalle corna a sciabola venivano addomesticate nell'antico Egitto e si ritiene che venissero utilizzati come fonte di cibo e come vittime da offrire in sacrificio alle divinità. Anche i ricchi dell'antica Roma le tenevano in cattività. L'utilizzo delle loro pelli, molto richieste per il cuoio da esse ricavato, ebbe inizio nel Medioevo. Il mito dell'unicorno potrebbe aver avuto origine dall'avvistamento di orici dalle corna a sciabola con un corno spezzato.

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Aspetto

L'orice dalle corna a scimitarra è un'antilope dalle corna diritte che misura poco più di 1 m di altezza al garrese. I maschi pesano 140–210 kg e le femmine 91–140 kg. Il corpo misura 140–240 cm dalla testa alla base della coda. La coda è lunga 45–60 cm e termina con un ciuffo di peli. Maschi e femmine sono identici nell'aspetto, ma i primi sono ben più grandi delle seconde.

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Il manto è bianco, fatta eccezione per il petto di colore rosso-bruno e per alcune macchie nere sulla fronte e lungo il naso. La colorazione bianca riflette i raggi del sole, mentre le zone nere e l'estremità della lingua forniscono protezione contro le scottature. Il bianco aiuta inoltre a riflettere il calore emanato dalle sabbie del deserto. Alla nascita i piccoli hanno il manto interamente giallo, privo di segni di qualsiasi genere, che compariranno più tardi con l'età. La colorazione adulta si sviluppa a partire dai 3-12 mesi.

Le corna sono presenti in entrambi i sessi, ma nelle femmine sono più sottili. Esse sono lunghe, sottili e simmetriche; si curvano all'indietro (una caratteristica distintiva di questa specie) e possono raggiungere 1,0-1,2 m di lunghezza sia nei maschi che nelle femmine. Le corna sono così sottili che possono rompersi facilmente. Le femmine sono dotate di quattro capezzoli. I grandi zoccoli espandibili sono perfetti per consentire a queste antilopi di camminare sulla sabbia dei loro ambienti aridi. Un orice dalle corna a scimitarra può vivere fino a 20 anni. Allo Smithsonian National Zoo una femmina morì all'età di 21 anni, ma si tratta di un caso eccezionale, in quanto le femmine hanno una longevità di circa 15 anni.

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Distribuzione

Geografia

In passato l'orice dalle corna a sciabola era presente nelle steppe erbose, nei semideserti e nei deserti di una sottile fascia di territorio dell'Africa centro-settentrionale (in Niger e Ciad). Era molto diffuso lungo i margini del Sahara, specialmente nelle steppe subdesertiche, la zona erbosa situata tra il deserto propriamente detto e il Sahel, un'area caratterizzata da precipitazioni annue dell'ordine di 75–150 mm. Nel 1936, in una regione stepposa del Ciad, venne avvistato un singolo branco costituito da 10.000 esemplari. A partire dalla metà degli anni '70, il Ciad divenne la roccaforte di oltre il 95% della popolazione totale della specie.

Abitudini e stile di vita

L'orice dalle corna a sciabola era un animale molto sociale e si spostava in branchi formati generalmente da due a quaranta individui, guidati da un maschio dominante. In passato più gruppi si radunavano in grandi mandrie di varie migliaia di capi per la migrazione. Durante la stagione delle piogge essi si spostavano a nord, fin nel Sahara. Gli orici dalle corna a sciabola sono animali diurni. Nelle fredde ore del primo mattino e della sera riposano sotto alberi e arbusti o, nel caso questi non siano disponibili, scavano depressioni nel terreno con gli zoccoli e si rannicchiano lì. I combattimenti tra maschi sono frequenti, ma non durano a lungo e non sono mai troppo violenti. I predatori, come leoni, leopardi, iene, sciacalli dorati, avvoltoi e licaoni, catturano per lo più esemplari giovani o malati.

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Durante uno studio del 1983 vennero analizzate le attività di gioco di otto piccoli allevati in cattività. Risultò che i maschi dedicavano al gioco più tempo delle femmine. Il gioco tra esemplari di sessi misti era frequente; la selezione dei compagni con cui giocare dipendeva infatti dall'età, ma non dal sesso o dalla parentela. I risultati sembravano suggerire che il dimorfismo sessuale legato alle dimensioni fosse un importante fattore responsabile delle differenze nelle attività ludiche legate al sesso.

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Comportamento stagionale

Dieta e nutrizione

In natura, l'habitat dell'orice dalle corna a sciabola era costituito da steppe e deserti, dove l'animale si nutriva di foglie, erba, arbusti, piante succulente, legumi, radici succose, gemme e frutta. Esso è in grado di sopravvivere fino a nove-dieci mesi senza bere, in quanto i suoi reni impediscono di disperdere acqua attraverso le urine come adattamento agli habitat desertici nei quali vive. Può ricavare i liquidi di cui ha bisogno da piante ricche di acqua come il melone selvatico (Citrullus colocynthis) e l'Indigofera oblongifolia e dai ramoscelli privi di foglie del Capparis decidua. Durante la notte o di primo mattino si aggira spesso in cerca di piante come l'Indigofera colutea, che produce una secrezione igroscopica che soddisfa i suoi fabbisogni idrici. Dopo le piogge, si nutre anche di erbe coriacee come il Cymbopogon schoenanthus, ma generalmente predilige erbe più appetibili, come il Cenchrus biflorus, il Panicum laetum e il Dactyloctenium aegyptium. Quando ha inizio la stagione secca, mangia i baccelli dell'Acacia raddiana, e nel corso di questa stagione si affida per la nutrizione ad erbe perenni di generi quali Panicum (specialmente il Panicum turgidum) e Aristida, e bruca piante del genere Leptadenia, Cassia italica e Cornulaca monacantha.

Abitudini di accoppiamento

Sia i maschi che le femmine raggiungono la maturità sessuale tra un anno e mezzo e due anni di età. Il picco delle nascite si riscontra tra marzo e ottobre. La frequenza degli accoppiamenti è maggiore quando le condizioni ambientali sono più favorevoli. Negli zoo i maschi sono sessualmente più attivi in autunno. Il ciclo estrale dura più o meno 24 giorni e le femmine vanno incontro ad un periodo anovulatorio in primavera. Il periodo tra una nascita e l'altra è inferiore ai 332 giorni, e si ritiene di conseguenza che tale specie sia poliestrale.

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Il corteggiamento consiste in un cosiddetto «circolo nuziale»: il maschio e la femmina si dispongono paralleli l'uno all'altra, rivolti in direzioni opposte, e poi iniziano a girarsi intorno a vicenda fino a quando la femmina non permette al maschio di montarla da dietro. Se la femmina non è pronta ad accoppiarsi, scappa e ruota in senso inverso. Le femmine gravide lasciano il branco per una settimana, dando alla luce il piccolo e concependo nuovamente durante il loro estro post-partum; esse partoriscono un unico piccolo all'anno. La gestazione dura circa nove mesi, trascorsi i quali nasce un unico piccolo del peso di 10–15 kg. I parti gemellari sono molto rari - appena lo 0,7% delle nascite osservate nel corso di uno studio. Sia la madre che il piccolo fanno ritorno nel branco entro poche ore dalla nascita. La femmina, tuttavia, si apparta dal resto della mandria per poche ore quando deve allattare. Lo svezzamento inizia verso i tre mesi e mezzo, e il giovane raggiunge la piena indipendenza verso le 14 settimane di età.

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Popolazione

Minacce demografiche

L'orice dalle corna a sciabola può essere colpito dalla criptosporidiosi, una parassitosi provocata dai protozoi del genere Cryptosporidium, del phylum Apicomplexa. Uno studio del 2004 ha rivelato che C. parvum od organismi simili infettano 155 specie di mammiferi, orice dalle corna a sciabola compreso. La stessa specie compariva tra i 100 mammiferi nei cui campioni fecali sono stati rinvenuti parassiti di Cryptosporidium durante una ricerca effettuata nel 2005. Gli oociti di una nuova specie di parassita, Eimeria oryxae, sono state scoperte per la prima volta proprio nelle feci di un orice dalle corna a sciabola dello Zoo Garden di Riyadh. In Francia, anche Streptococcus uberis venne isolato per la prima volta proprio in un esemplare di orice. Questo patogeno aveva provocato un'endocardite vegetativa nell'animale che aveva portato ad un'insufficienza cardiaca congestizia fatale.

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Nel 1983, nel corso di uno studio venne analizzato il siero sanguigno prelevato dalle vene giugulari di cinquanta esemplari di orice dalle corna a sciabola, a partire da neonati fino ad adulti di più di 13 anni di età. Lo studio rivelò che il maggior numero di eosinofili riscontrato in esemplari giovani e adulti potrebbe riflettere la presenza di un numero superiore di parassiti interni rispetto a quanto riscontrato nei neonati.

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Riferimenti

1. Orice dalle corna a sciabola articolo su Wikipedia - https://it.wikipedia.org/wiki/Oryx_dammah
2. Orice dalle corna a sciabola sul sito della Lista Rossa IUCN - https://www.iucnredlist.org/species/15568/50191470

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