Tamarù
Regno
Phylum
Subphylum
Classe
Ordine
Famiglia
Sottofamiglia
Genere
SPECIE
Bubalus mindorensis
Dimensione della popolazione
220-300
Durata
20-25 years
Peso
180-300
396-660
kglbs
kg lbs 
Altezza
100-105
39.4-41.3
cminch
cm inch 
Lunghezza
2
7
mft
m ft 

Il tamarù (Bubalus mindorensis Heude, 1888), o bufalo di Mindoro, è un piccolo mammifero ungulato appartenente alla famiglia dei Bovidi. È endemico di Mindoro ed è l'unica specie di bovino endemica delle Filippine, arcipelago a cui Mindoro appunto appartiene. Si ritiene, tuttavia, che in passato fosse diffuso anche sulla più grande isola di Luzon. Originariamente il tamarù vagabondava per tutta l'intera isola di Mindoro, dal livello del mare fino ai monti (ad altitudini di 2000 m), ma a causa degli insediamenti umani, della caccia e della deforestazione è ora ristretto a poche remote pianure erbose ed è divenuto una specie molto minacciata.

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Contrariamente a quanto si crede comunemente e alle classificazioni passate, il tamarù non è una sottospecie del carabao locale, di dimensioni un più grandi, o del comune bufalo d'acqua. Le caratteristiche che lo differenziano dal carabao sono molteplici: è un po' più peloso, presenta zone di colore chiaro sulla faccia, non ha abitudini gregarie e le sue corna, a forma di V, sono più corte. È il più grande mammifero terrestre originario del Paese.

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Aspetto

Bubalus mindorensis ha il tipico aspetto che caratterizza tutti i membri della famiglia a cui appartiene. Ha corpo bovino, compatto e pesante, quattro zampe che terminano con zoccoli fessi ed una piccola testa munita di corna alla fine di un collo piuttosto corto. Rispetto al bufalo d'acqua asiatico (Bubalus bubalis) è più piccolo e più tozzo. Il dimorfismo sessuale non è molto pronunciato, ma è stato detto che i maschi hanno il collo più robusto. In media il tamarù misura al garrese 100 - 105 centimetri. Il corpo è lungo 220 centimetri e la coda ne misura 60. Per le femmine è stato stimato un peso di 200 - 300 chili.

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Gli adulti presentano una colorazione variabile dal marrone scuro al grigiastro e sono molto più pelosi di Bubalus bubalis. Gli arti sono corti e tozzi. Zone di colore bianco sono presenti sugli zoccoli e nella zona inferiore interna delle zampe anteriori. Queste zone bianche sono simili a quelle presenti nell'anoa di pianura (Bubalus depressicornis). La faccia è dello stesso colore del corpo. Quasi tutti gli esemplari presentano inoltre una coppia di strisce bianco-grigiastre che vanno dall'angolo interno dell'occhio alle corna. La pelle che ricopre il naso e le labbra è nera. Le orecchie, lunghe 13,5 centimetri, presentano zone bianche all'interno.

Le corna, presenti in entrambi i sessi, sono a forma di V, diversamente da quelle di Bubalus bubalis, a forma di C. Hanno la superficie piatta e sono triangolari alla base. A causa dei frequenti strofinamenti, le corna del tamarù hanno la superficie esterna liscia, mentre quella interna è ruvida. Sono lunghe 35,5 - 51 centimetri.

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video

Distribuzione

Geografia

La presenza del tamarù sull'isola di Mindoro è stata documentata per la prima volta nel 1888. Prima del 1900 tale isola era disabitata a causa della malaria. Tuttavia, con lo sviluppo della medicina e la messa in commercio di farmaci anti-malarici, molte persone cominciarono ad insediarsi sull'isola. L'incremento delle attività umane ridusse drasticamente la popolazione di tamurù. Nel 1966 il suo areale era ridotto a tre sole aree: il Monte Iglit, il Monte Calavite e le zone nei pressi dell'insediamento penale di Sablayan. A partire dal 2000, tali aree si erano ristrette a due soltanto: il Parco Nazionale del Monte Iglit-Baco e la regione di Aruyan.

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Le prime stime della popolazione di Bubalus mindorensis parlano di circa 10.000 esemplari presenti su Mindoro nei primi anni del XX secolo. Meno di cinquanta anni più tardi, nel 1949, la popolazione era già scesa intorno ai mille individui. Nel 1953 si stimò che ormai sopravvivevano in natura meno di 250 esemplari. Questo numero continuò piano piano a diminuire fino al 1969, anno in cui la IUCN annunciò, nella stesura del Libro Rosso annuale, che rimanevano solamente 100 capi di tamarù. Tale numero era salito nel 1975 a 120. Le stime attuali parlano di una popolazione selvatica che si aggira tra le duecentoventi e le trecento unità.

Bubalus mindorensis predilige le aree di foresta tropicale d'altopiano. Vive generalmente nella fitta boscaglia, nelle vicinanze di radure aperte dove può trovare l'erba di cui si nutre e pascolare. Con l'incremento della popolazione umana sull'isola e la conseguente frammentazione della foresta, le preferenze ambientali del tamarù si sono spostate sempre più verso le pianure erbose di bassa altitudine. Quando risiede nei pressi di aree montuose, questo animale non si allontana mai dalle sorgenti d'acqua.

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Tamarù mappa dell'habitat

Zone climatiche

Tamarù mappa dell'habitat
Tamarù
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Abitudini e stile di vita

Il tamarù è una creatura riservata che rifugge l'uomo; oltretutto, la rarefazione subita dalla specie, sparsa su un areale estremamente frammentato (nel 1986 vennero ritrovati 51 esemplari all'interno di un'area di 20 chilometri quadrati), ne rende difficile l'individuazione.

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Diversamente dal bufalo d'acqua, suo stretto parente, B. mindorensis è una creatura solitaria. Gli esemplari adulti non si riuniscono in mandrie o in piccoli gruppi e quasi sempre vengono visti da soli. Solo i giovani presentano l'attitudine a riunirsi in gruppo propria dei bovini e la suddivisione gerarchica spesso osservata nel bufalo d'acqua. È noto che maschi e femmine formano associazioni in qualunque periodo dell'anno, ma le interazioni tra loro durano solo poche ore. Si ritiene che questo comportamento solitario sia un adattamento all'habitat forestale. I maschi adulti sono spesso solitari e apparentemente aggressivi, mentre le femmine adulte possono vivere da sole, accompagnate da un toro o da tre esemplari giovani di età differenti.

Come altri bovini, anche il tamarù si rotola nelle pozze di fango. Si è ipotizzato che questo comportamento consenta all'animale di evitare le punture degli insetti.

Un altro caratteristico aspetto comportamentale di B. mindorensis è la sua ferocia. Esistono varie testimonianze inerenti alla sua aggressività quando viene a trovarsi con le spalle al muro, ma la maggior parte di queste è priva di fondamento. L'atteggiamento di minaccia utilizzato da tutti i bovini consiste nell'abbassamento della testa e nello spostamento delle corna in posizione verticale. Tutto ciò è accompagnato da uno scuotimento laterale della testa.

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Comportamento stagionale

Dieta e nutrizione

Il tamarù è un brucatore che si nutre di erba e di giovani germogli di bambù, ma predilige tuttavia le piante di Imperata cylindrica e Saccharum spontaneum. Generalmente è un animale diurno che si nutre durante le ore del giorno; tuttavia, le attività umane, che si svolgono prevalentemente di giorno, hanno costretto gli esemplari che vivono nelle zone più frequentate dall'uomo ad abitudini notturne.

Abitudini di accoppiamento

Il tamarù vive generalmente 20 anni, ma è noto che può raggiungere anche i 25. Le femmine adulte danno alla luce un unico piccolo dopo una gestazione di circa 300 giorni. Tra un parto e l'altro vi è solitamente un intervallo di due anni, sebbene una femmina sia stata vista in compagnia di tre esemplari giovani. Prima di diventare indipendente il vitello trascorre 2 - 4 anni in compagnia della madre.

Popolazione

Numero della popolazione

Nell'ottobre 2008 il direttore del Centro per il Carabao delle Filippine del Dipartimento dell'Agricoltura (DA-PCC), il Dr. Arnel del Barrio, sostenne ufficialmente che la popolazione di tamarù era aumentata del 10% tra il 2001 e il 2008. Nell'aprile dello stesso anno, infatti, una spedizione condotta nel Parco Nazionale del Monte Iglit-Baco (Provincia di Mindoro Occidentale) dagli uomini del Programma per la Conservazione del Tamarù, finanziata dal Governo e da enti privati, che comprendeva inoltre alcuni studenti della Far Eastern University (FEU), aveva rivelato che «erano stati censiti 263 tamarù rispetto ai 175 del 2001. Sulla base dei piccoli incontrati è stato stimato un considerevole tasso di natalità... più del 55% dei tamarù si è riprodotto. Nel Parco Nazionale del Monte Iglit-Baco il censimento ha registrato la presenza di 263 capi nel 2006, 239 nel 2007 e 263 nel 2008». I Mangyan, popolo indigeno di Mindoro, hanno intanto smesso di macellare i tamarù per ricavarne il sangue.

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La Fondazione Haribon definiva il tamarù il «tesoro minacciato di Mindoro» e successivamente, fino al 2005, la «specie simbolo minacciata delle Filippine». Negli anni '30 la popolazione di questa specie diminuì notevolmente a causa della peste bovina, una malattia virale che colpisce il bestiame. Negli anni '60 e '70 i cacciatori uccidevano i tamarù solamente per divertimento. Ma il colpo di grazia alla specie è stato dato dalla sempre più crescente deforestazione (agli inizi del XX secolo le foreste ricoprivano l'80% della superficie di Mindoro; nel 1988 questa percentuale era scesa all'8%).

L'Unione Internazionale per la Conservazione delle Specie (IUCS) di Bangkok (Thailandia) ha istituito una fattoria di 280 ettari a Rizal (Provincia di Mindoro Occidentale) per salvaguardare il pool genico della specie. Inoltre, per accelerare il ritorno dei tamarù sono stati progettati vasti piani di rimboschimento. Al giorno d'oggi questa specie vive solamente nelle regioni montuose del Parco Nazionale del Monte Iglit-Baco, e sui monti Calavite, Halcon-Eagle Pass, Aruyan-Sablayan-Mapalad Valley e Bansud-Bongabong-Mansalay.

Il Proclama Presidenziale 273 del 2002 dichiarò ottobre «Mese Speciale per la Conservazione e la Protezione del Tamarù di Mindoro».

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Riferimenti

1. Tamarù articolo su Wikipedia - https://it.wikipedia.org/wiki/Bubalus_mindorensis
2. Tamarù sul sito della Lista Rossa IUCN - https://www.iucnredlist.org/species/3127/50737640

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