Genere

Mico

15 specie

Mico (Thomas, 1920) è un sottogenere di uistitì, scimmiette della famiglia dei Cebidi.

Il nome del sottogenere deriva dal portoghese mico, sostantivo (a sua volta utilizzato in Amazzonia per designare una varietà di scimmie di piccola taglia, in particolare il cebo cappuccino : sulla costa atlantica si preferisce il termine sagui per indicare gli uistitì.

Nella vecchia classificazione il sottogenere Mico veniva considerato un genere a sé stante: tale classificazione fu tuttavia abbandonata in favore di una riunificazione di tutte le specie di uistitì sotto l'unico genere Callithrix , contante i tre sottogeneri Cebuella (uistitì pigmeo), Callithrix (uistitì della foresta atlantica) e, per l'appunto, Mico (uistitì amazzonici): a questi tre sottogeneri si è aggiunto in tempi recenti il sottogenere Callibella, al quale è ascritto unicamente l'uistitì nano, inizialmente però anch'esso considerato ascrivibile al sottogenere Mico.

Nel 2000, la classificazione in generi separati è tornata alla ribalta in seguito alle analisi del DNA mitocondriale, che misero in evidenza la maggiore parentela dello uistitì pigmeo con gli uistitì amazzonici rispetto agli uistitì atlantici: fu inoltre dimostrata una parentela molto più lontana di quanto si pensasse con le scimmie leonine del genere Leontopithecus , ritenute un gruppo ancestrale di uistitì, evolutosi poi parallelamente.Lo stesso sottogenere Mico pare suddividersi ulteriormente in tre cladi su base geografica (distribuzione rispetto al Rio Tapajós) piuttosto che morfologica (finora è stata sempre presa in considerazione la presenza o meno di pennacchi in corrispondenza delle orecchie per classificare le specie).

La maggior parte degli studiosi, tuttavia, è ancora propensa a classificare questi animali come sottogenere nell'ambito del genere Callithrix, piuttosto che dare vita a separazioni affrettate: ulteriori esami chiariranno la situazione con maggiore sicurezza.

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Mico (Thomas, 1920) è un sottogenere di uistitì, scimmiette della famiglia dei Cebidi.

Il nome del sottogenere deriva dal portoghese mico, sostantivo (a sua volta utilizzato in Amazzonia per designare una varietà di scimmie di piccola taglia, in particolare il cebo cappuccino : sulla costa atlantica si preferisce il termine sagui per indicare gli uistitì.

Nella vecchia classificazione il sottogenere Mico veniva considerato un genere a sé stante: tale classificazione fu tuttavia abbandonata in favore di una riunificazione di tutte le specie di uistitì sotto l'unico genere Callithrix , contante i tre sottogeneri Cebuella (uistitì pigmeo), Callithrix (uistitì della foresta atlantica) e, per l'appunto, Mico (uistitì amazzonici): a questi tre sottogeneri si è aggiunto in tempi recenti il sottogenere Callibella, al quale è ascritto unicamente l'uistitì nano, inizialmente però anch'esso considerato ascrivibile al sottogenere Mico.

Nel 2000, la classificazione in generi separati è tornata alla ribalta in seguito alle analisi del DNA mitocondriale, che misero in evidenza la maggiore parentela dello uistitì pigmeo con gli uistitì amazzonici rispetto agli uistitì atlantici: fu inoltre dimostrata una parentela molto più lontana di quanto si pensasse con le scimmie leonine del genere Leontopithecus , ritenute un gruppo ancestrale di uistitì, evolutosi poi parallelamente.Lo stesso sottogenere Mico pare suddividersi ulteriormente in tre cladi su base geografica (distribuzione rispetto al Rio Tapajós) piuttosto che morfologica (finora è stata sempre presa in considerazione la presenza o meno di pennacchi in corrispondenza delle orecchie per classificare le specie).

La maggior parte degli studiosi, tuttavia, è ancora propensa a classificare questi animali come sottogenere nell'ambito del genere Callithrix, piuttosto che dare vita a separazioni affrettate: ulteriori esami chiariranno la situazione con maggiore sicurezza.

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