Testuggine di horsfield
La testuggine di Horsfield (Testudo horsfieldii o Agrionemys horsfieldii - Gray, 1844 ) è un rettile appartenente all'ordine delle testuggini.È anche comunemente denominata testuggine russa o testuggine delle steppe.
La tartaruga di Horsfield è caratterizzata da un carapace arrotondato e schiacciato con la colorazione che varia dal giallo, all'ocra e all'olivastro a seconda della sottospecie, gli scuti sono macchiati al centro di nero.Gli scuti del piastrone sono neri bordati di chiaro. In questa specie l'apice della coda termina con un astuccio corneo (di dimensioni ridotte rispetto alla T.hermanni), lo scuto sopracaudale è unito e ogni zampa ha 4 robuste unghie.Sono presenti, non grandi quanto quelli della T.graeca e spesso appena accennati, una o più coppie di piccoli tubercoli cornei all'interno delle cosce, nei maschi questi piccoli speroni sono di dimensione maggiore.
Il riconoscimento del sesso avviene attraverso l'individuazione dei caratteri sessuali secondari. I maschi possiedono una coda lunga, robusta e grossa alla base. La femmina ha coda piccola e corta. La distanza dell'apertura cloacale dalla base della coda è maggiore nel maschio. I maschi adulti presentano una concavità nel piastrone per facilitare la monta sul carapace della femmina, il piastrone delle femmine e degli esemplari giovani e subadulti è piatto; l'angolo formato dagli scuti anali del piastrone è molto maggiore nel maschio; l'altezza degli stessi scuti è però maggiore nella femmina.
Lo scuto sopracaudale del maschio è curvo verso il basso, nella femmina è allineato con il resto del carapace.
Nelle zone aride è presente presso i corsi d'acqua.Gli habitat delle sottospecie T.h.baluchiorum, T.h.kazakhstanica, T.h.horsfieldii sono la steppa sabbiosa o argillosa, i margini dei deserti e i pascoli.La T.h.rustamovi vive in zone montagnose (fino ai 2500 m), brulle o con dune di sabbia dal clima più fresco.
Le tartarughe di Horsfield sono animali ectotermi, nelle prime ore della giornata dei mesi temperati escono dalle tane e si crogiolano al sole per innalzare la temperatura corporea ed attivare le funzioni metaboliche. L'esposizione al sole permette di assumere i raggi UVB atti alla sintesi della vitamina D. Raggiunta la temperatura corporea necessaria per l'attivazione degli enzimi atti alla digestione le tartarughe si dedicano alla ricerca del cibo. Con temperature atmosferiche superiori ai 29 °C diventano apatiche e trovano refrigerio riparandosi nelle tane. Con la discesa delle temperature si ha la ripresa dell'attività.
Sono rettili prettamente erbivori, infatti la loro alimentazione si basa per il 90% su verdure e erbe selvatica, mentre il restante 10% è costituito da ortaggi e frutta. Gli esemplari selvatici vivono in un habitat caratterizzato da lunghi periodi di aridità che li costringe a nutrirsi di erbe secche, in queste condizioni integrano la loro dieta mangiando artropodi o chiocciole, queste ultime utili per l'apporto di calcio del guscio. Saltuariamente non disdegnano escrementi o piccole carogne. Si nutrono di: fiori, piante erbacee o succulente, bacche, frutta, foraggio fresco o essiccato, ramoscelli di cespugli, parti carnose alla base delle piante.Inoltre hanno la particolarità di potersi nutrire con delle specie vegetali altamente tossiche per i mammiferi erbivori quali le Ranunculaceae e il papavero da oppio. Questa alimentazione particolare permette alla tartaruga delle steppe di limitare i numerosi parassiti che infestano l'apparato digestivo. Gli esemplari allevati in cattività sono generalmente sovralimentati e non vanno assolutamente nutriti con: carne, latte, formaggi, alimenti per cani e gatti, uova, pane, in quanto non in grado il loro stomaco non è fatto per questi alimenti, che, se somministrati, possono causare gravi danni interni.
Il tarassaco, la cicoria e il radicchio rosso sono alcune delle verdure adatte alla loro alimentazione per l'alto rapporto di calcio rispetto al fosforo e per le fibre in esse contenute. Altre erbe selvatiche e verdure adatte sono l'amaranto, la malva, la piantaggine, le pale d'Opuntia, l'Hibiscus, l'indivia riccia e il trifoglio. Alti apporti proteici e di fosforo con bassi valori di calcio portano a deformazioni permanenti del carapace e danni agli organi interni.
Evidente segno di una cattiva alimentazione è un carapace con gli scuti appuntiti e scanalati nelle suture, la cosiddetta piramidalizzazione; al contrario, un carapace in forma di una levigata semicalotta ovale è segno di una corretta alimentazione.
Con il risveglio inizia il rituale di corteggiamento da parte del maschio che dopo aver compiuto una serie di giri intorno femmina agita il capo su e giù davanti al muso della partner per poi a morderla sulla zampe posteriori per indurla all'immobilità.Il maschio monta sul dorso della femmina per la copula che avviene con l'estroflessione del pene contenuto nella grossa coda e in questa occasione emette l'unico verso udibile di questi rettili per il resto muti. La femmina può arrivare fino a 4 anni di anfigonia ritardata, conservando lo sperma in un apposito organo, la spermateca, all'interno dell'ovidutto. I maschi durante il periodo dell'accoppiamento, le femmine gravide e i piccoli tenuti in spazi ristretti, sono molto aggressivi anche con tartarughe di specie differenti e spesso nei combattimenti riportano gravi ferite.
Animali longevi, si hanno notizie di esemplari di oltre 60 anni di età, raggiungono la maturità sessuale intorno ai 10 anni e la taglia massima intorno ai 20-30 anni.Le Testudo sono ovipare, le deposizioni avvengono in buche scavate dalla femmina nel terreno con le zampe posteriori. Le femmine di T.horsfieldii depongono anche in tre volte, da maggio a giugno, un numero variabile di uova generalmente in proporzione alla taglia dell'esemplare.Il tempo di incubazione, 2 o 3 mesi circa, e il sesso sono in relazione con la temperatura.Con temperatura di incubazione inferiore ai 31,5° si avrà una preponderanza di esemplari maschi, con temperatura superiore ai 31,5 °C in maggioranza femmine. Giunto il momento della schiusa, spesso agevolata da una giornata di pioggia, il tartarughino per rompere il guscio si avvale del cosiddetto "dente dell'uovo", un tubercolo corneo posto tra le narici e la mascella superiore destinato a sparire in pochi giorni. La fuoriuscita dall'uovo dura anche 48 ore e in questo arco di tempo viene assorbito totalmente il sacco vitellino.In caso di condizioni sfavorevoli (inverno precoce), i piccoli di T.horsfieldii rimangono sottoterra nell'uovo andando in letargo per uscirne nella primavera successiva.Filogeneticamente prossima alla T.hermanni, dall'accoppiamento tra esemplari delle due specie c'è la fecondazione delle uova con nascita di ibridi.