La megattera (Megaptera novaeangliae, Borowski, 1781) è un cetaceo misticeto della famiglia Balaenopteridae.
Il nome Megaptera deriva dal greco μέγα πτερόν (méga pterón, grande ala), in riferimento alle grandi pinne pettorali, che possono raggiungere una lunghezza pari a circa un terzo di quella del corpo e che sono le più lunghe di tutti i cetacei.
Possono raggiungere dimensioni che vanno dagli 11 ai 17 m, sebbene esemplari più lunghi di 15 m siano piuttosto rari e possono pesare fino a 30 000 kg.
Sono capaci di compiere delle acrobazie, come il breaching, il lobtailing e il flipperslapping.
I maschi producono un complesso canto che può durare da 10 a 20 minuti e che viene ripetuto per diverse ore. Quale sia lo scopo di tale canto non è ancora molto chiaro, sebbene si suppone che possa svolgere un ruolo nell'accoppiamento.
Vivono in quasi tutti i mari e gli oceani del mondo e compiono delle lunghe migrazioni per spostarsi dalla zona in cui si cibano, nelle regioni polari, a quelle in cui si accoppiano e partoriscono, nelle acque subtropicali o tropicali. Si cibano principalmente di krill e piccoli pesci, che cacciano con tecniche particolari come il bubble feeding.
Come altri grandi cetacei, le megattere sono state oggetto di caccia da parte dell'industria baleniera. Nel 2003 è stato calcolato che a causa delle eccessive uccisioni compiute prima del 1966, la popolazione delle megattere fosse ridotta di circa il 90%. Oltre alla caccia, minacce per la sopravvivenza di questa specie derivano dalle collisioni con le navi, dall'inquinamento del mare e da quello acustico. Dal 1966 la specie si è ripresa numericamente e si stima vi siano al mondo almeno 80 000 esemplari.
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ViaggiatoriLe megattere possono essere facilmente identificate per il loro corpo grosso e per l'evidente gobba presente sul dorso e su cui si trova la pinna dorsale, che è piccola e può assumere forme diverse. Il dorso è di colore nero, mentre le pinne pettorali, i fianchi, il ventre e la pinna caudale possono presentare delle chiazze bianche e cicatrici bianche o nere. Le chiazze presenti sulle pinne pettorali e sulla pinna caudale possono variare da esemplare a esemplare e sono quindi utilizzate dai ricercatori per l'identificazione. La testa e le pinne pettorali presentano delle piccole gibbosità o tubercoli che portano dei follicoli piliferi con funzione sensoriale. Anche la distribuzione dei tubercoli è caratteristica di ogni esemplare e sono più abbondanti sulle labbra e sul mento.
Le pinne pettorali possono raggiungere una lunghezza pari ad un terzo della lunghezza del corpo e sono le più lunghe di tutti i cetacei. Si pensa che l'eccezionale lunghezza di queste pinne conferisca alle megattere una maggiore abilità nel nuoto subacqueo rispetto ai cetacei con pinne proporzionalmente più piccole.
Su entrambi i lati della mascella sono presenti da 270 a 400 fanoni di colore scuro che hanno una lunghezza media di 70 cm.
Nella regione ventrale si trovano da 14 a 35 solchi golari, delle pieghe cutanee che vanno dalla mandibola all'ombelico e che, essendo molto elastiche, consentono all'animale di aumentare il volume di acqua che può essere contenuto all'interno della bocca e filtrato dai fanoni.
Il soffio può raggiungere i 3 m di altezza e può avere forme differenti: in alcuni esemplari è colonnare, mentre in altri può essere a forma di V.
La lunghezza del corpo varia dagli 11 ai 17 m e le femmine generalmente sono più lunghe dei maschi. I piccoli alla nascita sono lunghi circa 4 metri. Gli adulti possono pesare fino a 40 000 kg, mentre alla nascita possono raggiungere i 680 kg.
Il cibo delle megattere consiste in krill, ma, a volte, esse mangiano anche dei piccoli pesci e si ha notizia di una di esse nel cui stomaco vennero trovati persino sei cormorani più un settimo nella gola. Questi vennero probabilmente ingoiati accidentalmente, allorché la balenottera si stava cibando dello stesso banco di krill nei cui pressi si trovavano i cormorani. A volte nel loro stomaco sono stati rinvenuti anche dei merluzzi.
Quando però le megattere si trovano in acque tropicali, non si cibano quasi mai. Esse si alimentano quasi unicamente in inverno nelle acque più fredde e le loro riserve di grasso vengono accumulate in maniera da bastare per tutto l'anno.