Australiteuthis aldrichi è una piccola specie di calamaro che vive nelle acque settentrionali dell'Australia. La specie è stata descritta da Chung Cheng Lu nel 2005, sulla base di esemplari raccolti nelle acque costiere a Nord dell'Australia.
A. aldrichi rientra nell'ordine dei Myospida, ed è l'unico membro del suo genere, Australiteuthis, e della sua famiglia, Australiteuthidae.
L'ordine Myopsida è formato da due famiglie, Australiteuthidae e Loliginidae. I calamari che rientrano nell'ordine Myopsida sono calamari neritici, che abitano tipicamente in acque poco profonde e vivono in grandi banchi. Mentre le specie appartenenti alla famiglia Loliginidae sono tipicamente più grandi, le specie di A. aldrichi sono molto più simili per dimensioni ai membri del genere Pickfordiateuthis, più comunemente noti come calamari nani, infatti gli esemplari più grandi conosciuti non superano i 30 mm di lunghezza.
Il più grande individuo conosciuto di questa specie è una femmina matura, il cui mantello misura 27,6 mm. L'olotipo è un maschio maturo, il cui mantello misura 21,3 mm. Non è mai stato filmato un esemplare vivo di questa specie.
La specie ha grandi pinne separate di forma rotond, con lobi anteriori e posteriori liberi e un grande fotoforo a forma di manubrio. Possiedono una tasca tentacolare profonda, denti rachidei tricuspidi e un fotoforo sulla sacca di inchiostro, non presentano invece pori acquiferi nelle cornee. La specie è appunto classificata nell'ordine Myopsida per via della presenza comune di una membrana corneale.
Alcuni esemplari di A. aldrich sono stati trovati nel golfo "Joseph Bonaparte" dell'Australia occidentale, nelle acque costiere del Territorio del Nord dell'Australia e nel Golfo di Papua in Nuova Guinea. Per via di questi ritrovamenti, è stato teorizzato che la specie viva lungo le regioni costiere dell'Australia e della Papua Nuova Guinea. La specie non è mai stata ritrovata viva, ed è conosciuta solo da pochi esemplari raccolti in queste aree. Questi esemplari di A. aldrichi sono stati raccolti a profondità comprese tra i 9 e i 61 metri da pescatori con reti sfogliare. È ipotizzato che la specie possa essere bentonica, ma non è certo.
