L'astore canoro orientale (Melierax poliopterus Cabanis, 1868) è un uccello rapace della famiglia degli Accipitridi originario della regione che si estende dall'Etiopia e dalla Somalia fino alla Tanzania.
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TerrestreL'oviparità è un tipo di riproduzione, in cui le femmine depongono uova fecondate la cui crescita embrionale termina al di fuori dell'organismo m...
Per volo libero si intende un volo effettuato senza l'ausilio di un motore. Tale termine comprende quindi il volo effettuato con aliante, deltaplan...
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inizia conMisura 45-55 cm di lunghezza, per un peso di 514-581 g nel maschio e di 673-802 g nella femmina; l'apertura alare è di 96-110 cm.
L'astore canoro orientale è un rapace di medie dimensioni, la cui sagoma differisce da quella delle specie del genere Accipiter per le ali ampie e larghe e la coda lunga e graduata. Come nella maggior parte dei rapaci, i sessi sono identici: la femmina è soltanto leggermente più grande del maschio. L'adulto ha il corpo interamente grigio, barrato molto finemente di chiaro dal petto al ventre. La punta delle ali e la coda sono più scure. Il groppone è bianco. Sotto questo aspetto, ricorda le albanelle di colore grigio, vale a dire l'albanella minore e l'albanella pallida, ma il suo volo è molto diverso. La cera è gialla, gli occhi sono rosso scuro e le lunghe zampe nude sono rosso-arancio. L'astore canoro orientale immaturo ha le parti superiori marroni, il petto striato di marrone, il ventre bianco barrato di marrone. Il groppone è bianco come quello dell'adulto, a volte leggermente macchiato di marrone. Gli occhi sono di colore bianco-giallastro. È estremamente difficile distinguerlo dall'astore canoro scuro immaturo.
Gli astori canori orientali frequentano le zone secche, le savane arbustive ricche di arbusti spinosi e le savane alberate fino a 2000 m. Nelle zone in cui gli areali delle due specie si sovrappongono, mostrano un maggiore attaccamento alle zone aride rispetto agli astori canori scuri.
L'astore canoro orientale è presente nelle regioni nord-orientali della Tanzania, in Kenya e in Uganda, oltre che nelle regioni sud-orientali dell'Etiopia, in Somalia e a Gibuti. È uno dei rapaci più comuni dell'Africa orientale.
L'astore canoro orientale vive da solo o in coppia. È possibile incontrarlo la maggior parte delle volte appollaiato ben in vista in cima a un albero spinoso, da dove individua le prede e può fiondare loro addosso. Più raramente, quando non è a caccia, è possibile avvistarlo sul terreno. È un uccello sedentario che può tuttavia spostarsi all'interno del suo areale a seconda delle condizioni meteorologiche e delle risorse.
La dieta è composta per la maggior parte da piccoli rettili, serpenti e lucertole, ma può anche includere micro-mammiferi e piccoli uccelli, nonché alcuni grossi artropodi, ad esempio coleotteri. L'astore canoro orientale solo raramente si ciba di carogne. Caccia principalmente alla posta, ma a volte può eseguire dei brevi inseguimenti in volo.
La riproduzione ha luogo alla fine della stagione secca. In Tanzania e in Kenya, dove le stagioni delle piogge sono due, vi sono due stagioni riproduttive. La parata è nella maggior parte dei casi notturna, con i due uccelli che volteggiano al di sopra del loro territorio nelle prime ore notturne. La coppia costruisce il nido su un albero, quasi sempre un'acacia o un'euforbia, a circa 5-8 metri di altezza. Questo è una piattaforma di ramoscelli di circa 60 cm di diametro, poco profonda, che gli uccelli tappezzano con detriti vari. La covata è costituita da una o due uova covate per cinque settimane, come quelle di altre specie di astori. È soprattutto la femmina ad occuparsi di questo compito. Il soggiorno dei giovani nel nido si protrae fino a otto settimane; in generale riesce a sopravviverne solo uno, sebbene non sia stata osservata nessuna forma di aggressività tra i nidiacei.
L'astore canoro orientale è ampiamente distribuito nelle zone in cui è presente. In Kenya, nel parco dello Tsavo, che ospita un habitat ideale per questa specie, sono state misurate densità di popolazione che variano da 50 a 60 coppie per 100 km². Di conseguenza, la specie non è considerata minacciata. Solo la distruzione degli alberi dovuta agli incendi controllati o alla sovrappopolazione degli elefanti potrebbe danneggiare la specie in futuro.