Mare

Lago d'Aral

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Il Lago d'Aral, talvolta chiamato mare d'Aral, era un lago salato di origine oceanica, situato alla frontiera tra l'Uzbekistan e il Kazakistan.

Dal 1986 il processo di ritiro delle acque causato dallo sfruttamento delle risorse idriche dei due immissari principali Amu Darya e Syr Darya per la produzione intensiva di cotone (a partire dagli anni cinquanta), ne ha causato prima la separazione in un bacino più piccolo a nord e uno di maggiore estensione a sud e infine il suo quasi totale esaurimento.

I canali d'irrigazione e il disastro ambientale

Nei primi anni sessanta il governo dell'Unione Sovietica decise di prelevare, tramite l'uso di canali, l'acqua dei due fiumi che sfociavano nel lago nel tentativo di irrigare il deserto per coltivare riso, meloni, cereali, e irrigare i neonati vasti campi di cotone delle aree circostanti. Ciò faceva parte del piano di coltura intensiva per il cotone voluto dal regime sovietico, che aveva il fine di far diventare la Russia una delle maggiori esportatrici.

La costruzione dei canali d'irrigazione cominciò in larga scala negli anni quaranta. La maggior parte di essi è stata costruita in modo sbrigativo, permettendo all'acqua di filtrare o evaporare. Si stima che il canale del Karakum, il più largo nell'Asia centrale, abbia sprecato dal 30% al 75% dell'acqua che lo ha attraversato.

Dei 47750 km di canali di irrigazione che portano alle aziende agricole, solo il 28% è impermeabilizzato. Solo il 77% delle opere di presa dei canali dei consorzi agricoli è dotato di misuratori di portata, mentre dei 268500 km di canali interni alle fattorie solo il 21% è rivestito di materiale contro l'infiltrazione, che mantiene il 15% di acqua in più rispetto a quelli non rivestiti.

Sin dal 1950 si poterono osservare i primi vistosi abbassamenti del livello delle acque del lago. Già nel 1952 alcuni rami della grande foce a delta dell'Amu Darya non avevano più abbastanza acqua per poter sfociare nel lago. Nel 1960 una quantità d'acqua stimabile tra 20 e 60 km³ fu deviata nell'entroterra. Dal 1961 al 1970 il livello del lago scese a una media di 20 cm all'anno, e negli anni settanta la media triplicò arrivando a 50-60 cm all'anno, mentre negli anni ottanta la media era compresa fra gli 80 e i 90 cm annui. Il tasso di utilizzo d'acqua per scopi irrigui continuò a crescere: l'acqua deviata dai fiumi duplicò tra il 1960 e il 2000, così come la produzione di cotone.

La progressiva scomparsa del lago non sorprese i sovietici, che avevano previsto l'evento all'inizio dei lavori e ritenevano che l'Aral, una volta ridotto a una grande palude acquitrinosa, sarebbe stato facilmente utilizzabile per la coltivazione del riso. Già nel 1964 Aleksandr Asarin dell'istituto 'Hydroproject' evidenziava il fatto che il lago era condannato, spiegando che "ciò fa parte dei piani quinquennali approvati dal Consiglio dei ministri e dal Politburo. Nessun appartenente a un livello inferiore avrebbe osato contraddire questi piani, anche se così il destino del lago fu segnato".

L'opinione pubblica si divise in più correnti. Il piano di sfruttamento delle acque dei fiumi a scopo agricolo aveva come responsabile Grigorij Voropaev che, durante una conferenza sui lavori dichiarò, a chi osservava che le conseguenze per il lago sarebbero state nefaste, che il suo scopo era proprio quello di "far morire serenamente il lago d'Aral". Era infatti così abbondante la necessità di acqua che i pianificatori arrivarono a dichiarare che l'enorme lago era ritenuto uno spreco di risorse idriche utili all'agricoltura e, testualmente, "un errore della natura" che andava corretto. Un ingegnere sovietico ha dichiarato, nel 1968, "è evidente a tutti che l'evaporazione del lago d'Aral è inevitabile". D'altra parte negli anni sessanta è stato proposto un progetto su larga scala per reindirizzare una parte del flusso del fiume Ob' e dei suoi affluenti verso l'Asia centrale attraverso un gigantesco sistema di canali. Uno dei principali obiettivi del progetto era rifornire d'acqua il lago d'Aral. Tuttavia, a causa dei costi impressionanti e della contrarietà dell'opinione pubblica russa, le autorità federali abbandonarono il progetto nel 1986.

Dal 1960 al 1998 la superficie del lago si era ridotta di circa il 60% e il suo volume dell'80%. Nel 1960 il lago d'Aral era il quarto lago più grande del mondo con una superficie di 68 000 km² e un volume di 1 100 km³, mentre dal 1998 la superficie si è ridotta a 28 687 km², scivolando all'ottava posizione. Nello stesso periodo la salinità è aumentata da 10 a 45 g/l. Dal 1987 il lago si è diviso in due laghi distinti, quello nord e quello sud, a causa del continuo ritiro delle acque. Nel 1991 l'Uzbekistan acquisì l'indipendenza dall'Unione Sovietica. L'ambasciatore inglese Craig Murray descrisse l'indipendenza come un modo per Islom Karimov di consolidare il suo potere piuttosto che dedicarsi all'allontanamento da un'economia di stampo sovietico centrata sullo sfruttamento delle terre. Murray attribuisce alla politica sul cotone di Karimov la causa del prosciugamento del lago negli anni novanta. Il governo mantenne il massiccio sistema di irrigazione che Murray descrisse come altamente inefficiente. La rotazione delle colture non era utilizzata e il suolo impoverito richiedeva enormi quantità di fertilizzanti. Il deflusso dell'acqua dai campi portò queste sostanze chimiche nel lago in contrazione, creando un grave inquinamento e problemi di salute.

Nell'estate del 2003 il lago d'Aral a sud stava scomparendo prima del previsto. Nelle parti più profonde del lago l'acqua in fondo era più salata di quella in superficie e non avveniva il rimescolamento: in questo modo in estate veniva riscaldata solo la parte superiore del mare, che evaporava più rapidamente di quanto previsto. Nel 2003 l'Aral Sud si suddivise ulteriormente in due bacini: uno orientale e uno occidentale.

Nel 2004 la superficie del lago d'Aral era di soli 17 160 km², il 25% della sua estensione originale, mentre la salinità era aumentata di quasi cinque volte uccidendo la maggior parte della flora e fauna. Nel 2007 la superficie del lago si era ulteriormente ridotta fino al 10% della sua dimensione originale e la salinità di ciò che restava dell'Aral Sud era aumentata a livelli superiori a 100 g/l (per un confronto, la salinità ordinaria dell'acqua marina è di circa 35 g/l, mentre nel Mar Morto la salinità varia tra 300 e 350 g/l). Il ritiro dell'Aral Nord è stato parzialmente invertito grazie alla costruzione di una diga, ma i resti dell'Aral Sud continuano a scomparire e la sua contrazione drastica ha creato l'Aralkum, un deserto che si estende sull'ex letto del lago.

L'afflusso di acque sotterranee nel lago d'Aral Sud, che provengono da una falda che ha origine dalle montagne del Pamir e del Tien Shan e che si fa strada attraverso gli strati geologici di una zona di frattura sul fondo del lago, non è sufficiente per fermare l'essiccazione. Anche se questo afflusso, di circa 4 km³ all'anno, è maggiore di quanto precedentemente stimato, se non saranno cambiate le pratiche di irrigazione non sarà possibile invertire la tendenza attuale. Nel 2014 il bacino orientale era totalmente prosciugato.

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Il Lago d'Aral, talvolta chiamato mare d'Aral, era un lago salato di origine oceanica, situato alla frontiera tra l'Uzbekistan e il Kazakistan.

Dal 1986 il processo di ritiro delle acque causato dallo sfruttamento delle risorse idriche dei due immissari principali Amu Darya e Syr Darya per la produzione intensiva di cotone (a partire dagli anni cinquanta), ne ha causato prima la separazione in un bacino più piccolo a nord e uno di maggiore estensione a sud e infine il suo quasi totale esaurimento.

I canali d'irrigazione e il disastro ambientale

Nei primi anni sessanta il governo dell'Unione Sovietica decise di prelevare, tramite l'uso di canali, l'acqua dei due fiumi che sfociavano nel lago nel tentativo di irrigare il deserto per coltivare riso, meloni, cereali, e irrigare i neonati vasti campi di cotone delle aree circostanti. Ciò faceva parte del piano di coltura intensiva per il cotone voluto dal regime sovietico, che aveva il fine di far diventare la Russia una delle maggiori esportatrici.

La costruzione dei canali d'irrigazione cominciò in larga scala negli anni quaranta. La maggior parte di essi è stata costruita in modo sbrigativo, permettendo all'acqua di filtrare o evaporare. Si stima che il canale del Karakum, il più largo nell'Asia centrale, abbia sprecato dal 30% al 75% dell'acqua che lo ha attraversato.

Dei 47750 km di canali di irrigazione che portano alle aziende agricole, solo il 28% è impermeabilizzato. Solo il 77% delle opere di presa dei canali dei consorzi agricoli è dotato di misuratori di portata, mentre dei 268500 km di canali interni alle fattorie solo il 21% è rivestito di materiale contro l'infiltrazione, che mantiene il 15% di acqua in più rispetto a quelli non rivestiti.

Sin dal 1950 si poterono osservare i primi vistosi abbassamenti del livello delle acque del lago. Già nel 1952 alcuni rami della grande foce a delta dell'Amu Darya non avevano più abbastanza acqua per poter sfociare nel lago. Nel 1960 una quantità d'acqua stimabile tra 20 e 60 km³ fu deviata nell'entroterra. Dal 1961 al 1970 il livello del lago scese a una media di 20 cm all'anno, e negli anni settanta la media triplicò arrivando a 50-60 cm all'anno, mentre negli anni ottanta la media era compresa fra gli 80 e i 90 cm annui. Il tasso di utilizzo d'acqua per scopi irrigui continuò a crescere: l'acqua deviata dai fiumi duplicò tra il 1960 e il 2000, così come la produzione di cotone.

La progressiva scomparsa del lago non sorprese i sovietici, che avevano previsto l'evento all'inizio dei lavori e ritenevano che l'Aral, una volta ridotto a una grande palude acquitrinosa, sarebbe stato facilmente utilizzabile per la coltivazione del riso. Già nel 1964 Aleksandr Asarin dell'istituto 'Hydroproject' evidenziava il fatto che il lago era condannato, spiegando che "ciò fa parte dei piani quinquennali approvati dal Consiglio dei ministri e dal Politburo. Nessun appartenente a un livello inferiore avrebbe osato contraddire questi piani, anche se così il destino del lago fu segnato".

L'opinione pubblica si divise in più correnti. Il piano di sfruttamento delle acque dei fiumi a scopo agricolo aveva come responsabile Grigorij Voropaev che, durante una conferenza sui lavori dichiarò, a chi osservava che le conseguenze per il lago sarebbero state nefaste, che il suo scopo era proprio quello di "far morire serenamente il lago d'Aral". Era infatti così abbondante la necessità di acqua che i pianificatori arrivarono a dichiarare che l'enorme lago era ritenuto uno spreco di risorse idriche utili all'agricoltura e, testualmente, "un errore della natura" che andava corretto. Un ingegnere sovietico ha dichiarato, nel 1968, "è evidente a tutti che l'evaporazione del lago d'Aral è inevitabile". D'altra parte negli anni sessanta è stato proposto un progetto su larga scala per reindirizzare una parte del flusso del fiume Ob' e dei suoi affluenti verso l'Asia centrale attraverso un gigantesco sistema di canali. Uno dei principali obiettivi del progetto era rifornire d'acqua il lago d'Aral. Tuttavia, a causa dei costi impressionanti e della contrarietà dell'opinione pubblica russa, le autorità federali abbandonarono il progetto nel 1986.

Dal 1960 al 1998 la superficie del lago si era ridotta di circa il 60% e il suo volume dell'80%. Nel 1960 il lago d'Aral era il quarto lago più grande del mondo con una superficie di 68 000 km² e un volume di 1 100 km³, mentre dal 1998 la superficie si è ridotta a 28 687 km², scivolando all'ottava posizione. Nello stesso periodo la salinità è aumentata da 10 a 45 g/l. Dal 1987 il lago si è diviso in due laghi distinti, quello nord e quello sud, a causa del continuo ritiro delle acque. Nel 1991 l'Uzbekistan acquisì l'indipendenza dall'Unione Sovietica. L'ambasciatore inglese Craig Murray descrisse l'indipendenza come un modo per Islom Karimov di consolidare il suo potere piuttosto che dedicarsi all'allontanamento da un'economia di stampo sovietico centrata sullo sfruttamento delle terre. Murray attribuisce alla politica sul cotone di Karimov la causa del prosciugamento del lago negli anni novanta. Il governo mantenne il massiccio sistema di irrigazione che Murray descrisse come altamente inefficiente. La rotazione delle colture non era utilizzata e il suolo impoverito richiedeva enormi quantità di fertilizzanti. Il deflusso dell'acqua dai campi portò queste sostanze chimiche nel lago in contrazione, creando un grave inquinamento e problemi di salute.

Nell'estate del 2003 il lago d'Aral a sud stava scomparendo prima del previsto. Nelle parti più profonde del lago l'acqua in fondo era più salata di quella in superficie e non avveniva il rimescolamento: in questo modo in estate veniva riscaldata solo la parte superiore del mare, che evaporava più rapidamente di quanto previsto. Nel 2003 l'Aral Sud si suddivise ulteriormente in due bacini: uno orientale e uno occidentale.

Nel 2004 la superficie del lago d'Aral era di soli 17 160 km², il 25% della sua estensione originale, mentre la salinità era aumentata di quasi cinque volte uccidendo la maggior parte della flora e fauna. Nel 2007 la superficie del lago si era ulteriormente ridotta fino al 10% della sua dimensione originale e la salinità di ciò che restava dell'Aral Sud era aumentata a livelli superiori a 100 g/l (per un confronto, la salinità ordinaria dell'acqua marina è di circa 35 g/l, mentre nel Mar Morto la salinità varia tra 300 e 350 g/l). Il ritiro dell'Aral Nord è stato parzialmente invertito grazie alla costruzione di una diga, ma i resti dell'Aral Sud continuano a scomparire e la sua contrazione drastica ha creato l'Aralkum, un deserto che si estende sull'ex letto del lago.

L'afflusso di acque sotterranee nel lago d'Aral Sud, che provengono da una falda che ha origine dalle montagne del Pamir e del Tien Shan e che si fa strada attraverso gli strati geologici di una zona di frattura sul fondo del lago, non è sufficiente per fermare l'essiccazione. Anche se questo afflusso, di circa 4 km³ all'anno, è maggiore di quanto precedentemente stimato, se non saranno cambiate le pratiche di irrigazione non sarà possibile invertire la tendenza attuale. Nel 2014 il bacino orientale era totalmente prosciugato.

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