Mosca mediterranea della frutta

Mosca mediterranea della frutta

Ceratitis capitata, Mosca della frutta

Regno
Phylum
Classe
Ordine
Famiglia
Genere
SPECIE
Ceratitis capitata

La mosca mediterranea della frutta o, impropriamente, mosca della frutta (Ceratitis capitata Wiedemann, 1824), è un insetto fitofago dell'ordine dei Ditteri Brachiceri (Sezione Cyclorrhapha Schizophora, sottosezione Acalyptratae, famiglia Tephritidae). La sua larva si sviluppa come carpofago e polifago all'interno della polpa di molti frutti. È una delle avversità economicamente più rilevanti a carico della frutta estiva prodotta in ambiente mediterraneo.

Aspetto

L'adulto è lungo 4-6 mm, con il corpo a tonalità grigie e giallastre. Ha un capo giallastro con occhi rossi e iridescenti nell'insetto vivo; la fronte del maschio presenta due lunghe setole ingrossate all'apice (capitate) a forma di spatole. Da queste spatolette derivano sia il nome generico che quello specifico (dal greco kera, corno, e dal latino capitatus, a testa grossa); esse hanno forse un ruolo nella comunicazione sonora e visiva. Il torace è nero con macchie bianche che formano un disegno caratteristico. L'addome è arrotondato o affusolato all'estremità secondo il sesso, di colore giallo-rossastro con due bande grigie nel III e V urite. Le ali mostrano una caratteristica pigmentazione zonale, con una stria longitudinale bruno-aranciata lungo il margine costale e altre due trasversali, più brevi, sempre di colore bruno-aranciato.

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L'uovo è allungato e leggermente ricurvo (mm 1,0x0,2 circa) di colore bianco lucente, con area micropilare sporgente. La femmina depone in genere più uova all'interno della cavità praticata dall'ovopositore.

La larva è apode, allungata, subconica, ristretta verso il capo, di colore bianco-giallastro. Le larve neonate sono lunghe meno di un millimetro e sono percettibili con difficoltà ad occhio nudo. La larva matura è lunga 7-9 mm. Si distingue da quella della mosca delle olive per il diverso profilo delle mandibole e degli scleriti dell'apparato cefalo-faringeo.

La pupa, derivata dalla muta della larva matura è protetta all'interno del pupario, una capsula ellittica formata da una trasformazione dell'esuvia dell'ultima muta larvale, di colore rossastro. Il pupario è lungo 4-5 mm. In alcuni ceppi i pupari da cui sfarfalleranno le femmine sono di colore bianco, quelli da cui sfarfalleranno i maschi sono invece bruno-rossastri.

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Distribuzione

Geografia

L'origine della specie è incerta. La letteratura cita come possibili areali di origine l'Africa subsahariana o l'Africa occidentale, da cui nell'arco di un secolo si è insediata nel bacino del Mediterraneo in vaste aree del sud e centro Europa. La distribuzione della specie è ampiamente dipendente dalle condizioni climatiche, con potenziali rischi legati all'incremento dell'areale di distribuzione a causa dei cambiamenti climatici. Attualmente è una specie cosmopolita, presente tutto l'anno nelle regioni tropicali e subtropicali di tutti i continenti: Nordamerica, Sudamerica, Asia, Oceania. Nelle zone temperate la sua presenza è stagionale. La specie è stata eradicata in Nuova Zelanda e nelle Hawaii. È inoltre presente negli Stati Uniti meridionali (California, Texas, Florida) e in Messico. L'eradicazione nel Nordamerica, avvenuta negli anni ottanta, è stata temporanea in quanto è documentata la sua ricomparsa in più riprese in California.

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È ritenuta una delle specie più temibili per la frutticoltura a causa del suo notevole potenziale biologico, della sua estrema polifagia (oltre 250 specie agrarie attaccate), della difficoltà di controllo e dell'entità dei danni (gli attacchi possono interessare anche il 100% della produzione). In Italia è particolarmente dannosa su alcune drupacee (pesco e albicocco), sul fico, sul fico d'India e sul caco. In annate di gravi infestazioni gli attacchi si riversano anche sulle pomacee (melo, pero, nespolo del Giappone), sulla fragola, sul kiwi. Sugli agrumi gli attacchi si sono in genere rivelati di minore gravità rispetto ad altri fruttiferi, grazie all'azione inibente esercitata dall'olio essenziale contenuto nel flavedo, ma negli ultimi anni i danni si manifestano di maggiore entità, probabilmente per una maggiore diffusione di tipi genetici ad ovopositore più lungo, in grado di deporre le uova più in profondità. In ogni modo gli agrumi sono gli ospiti fondamentali per le generazioni tardive nei Paesi del bacino del Mediterraneo.

L'importanza economica di questo insetto è rilevante al punto che in certi Paesi è oggetto di regolamenti fitosanitari che impongono barriere commerciali alla frutta d'importazione per evitare l'introduzione di focolai d'infestazione.

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Abitudini e stile di vita

La femmina depone le uova preferibilmente su frutti ad alto tenore in zuccheri, a basso grado di acidità e con polpa tenera. Esiste perciò una scala di preferenza che orienta le infestazioni con il procedere della stagione. Ad esempio, nell'Italia meridionale, in piena estate, gli attacchi s'indirizzano preferibilmente sul pesco, sull'albicocco, sul fico e sulle varietà precoci di pero, mentre in genere è evitato il susino. Nella tarda estate gli attacchi si estendono anche ad altre varietà di pero, al melo, talvolta al susino e all'uva, ma soprattutto al fico d'India e alle varietà precoci di kaki. In autunno gli attacchi proseguono sul fico d'India e sul kaki per passare infine agli agrumi, in particolare il clementine e gli aranci precoci del gruppo Navel (Naveline).

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All'atto dell'ovideposizione, la femmina incurva l'addome, estroflette l'ovopositore e penetra l'epicarpo del frutto, lasciando più uova nella cavità. In genere vengono deposte 4-6 uova per puntura, fino ad un massimo di una decina. Una femmina può praticare anche diverse punture sullo stesso frutto, perciò si possono deporre anche diverse decine di uova in un solo frutto. Nel corso della sua vita una femmina può deporre da poche centinaia fino ad un migliaio di uova, pertanto può attaccare centinaia di frutti.

Le larve si sviluppano all'interno della polpa provocandone il disfacimento. A maturità fuoriescono dal frutto, si lasciano cadere e s'impupano nel terreno. Contrariamente alla mosca dell'olivo, lo stadio di pupa si svolge sempre fuori dal frutto attaccato.

La durata del ciclo di sviluppo, dalla deposizione dell'uovo allo sfarfallamento dipende dalla temperatura e varia da un minimo di 2 settimane (a 29 °C in laboratorio), ad un massimo di 3 mesi (10-12 °C). In condizioni ordinarie, la durata di una generazione estiva è dell'ordine di 20-30 giorni. Sotto i 9 °C l'attività biologica si arresta completamente.

Nelle regioni a inverno mite la specie sverna soprattutto allo stadio di pupa nel terreno, ad alcuni centimetri di profondità. Nelle zone agrumicole sverna anche come adulto o come larva negli agrumi. Temperature inferiori ai 2 °C per una settimana provocano la morte delle pupe. Nelle regioni tropicali le generazioni si susseguono ininterrottamente per tutto l'anno.

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Comportamento stagionale

Dieta e nutrizione

Abitudini di accoppiamento

COMPORTAMENTO DI ACCOPPIAMENTO

Popolazione

Numero della popolazione

La dinamica di popolazione è apparentemente complessa in quanto varia secondo la regione geografica e secondo le annate. In realtà la dinamica è determinata da tre condizioni: il decorso termico stagionale, con particolare riferimento alla stagione fredda, la disponibilità alimentare, il potenziale riproduttivo della specie. Dal momento che il potenziale biologico aumenta di generazione in generazione, la pericolosità della specie dipende dal numero di generazioni che si ripetono nell'arco dell'anno e dalla rapidità con cui si sviluppa la prima generazione. Per questo motivo la pericolosità della specie è strettamente legata alla latitudine:

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  • Nelle regioni tropicali e subtropicali la specie è attiva tutto l'anno e ha quindi una pericolosità elevata soprattutto in relazione alla disponibilità alimentare.
  • Nelle regioni temperato-calde (ad esempio nell' Italia meridionale), l'attività biologica subisce un rallentamento, ma la specie sverna facilmente usando come ospiti gli agrumi. In genere la specie compie 6-7 generazioni l'anno.
  • Nelle regioni temperate (ad esempio nell' Italia settentrionale e centrale) la presenza della specie è solo stagionale in quanto riesce a svernare solo in condizioni microclimatiche particolari. I focolai d'infestazione sono costituiti dalla frutta importata dalle regioni meridionali e, in condizioni particolari, dagli adulti che sfarfallano da pupe svernanti in ambienti protetti (magazzini). In queste regioni la pericolosità è pertanto limitata alle produzioni frutticole in piena estate. A latitudini maggiori di 41° la Ceratitis svolge al massimo 3-4 generazioni e l'entità dei danni dipende soprattutto dal decorso stagionale e dall'epoca di comparsa dei primi adulti.

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Riferimenti

1. Mosca mediterranea della frutta articolo su Wikipedia - https://it.wikipedia.org/wiki/Ceratitis_capitata

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