Tursiops truncatus

Tursiops truncatus

Tursìope

SOTTOSPECIE DI

Regno
Phylum
Subphylum
Classe
Ordine
Infraordine
Famiglia
Genere
SPECIE
Tursiops truncatus gillii
Durata
17 years

Il tursìope (Tursiops truncatus, Montagu, 1821) è un cetaceo odontoceto appartenente alla famiglia dei Delfinidi. È una delle rare specie di delfini che sopportano la cattività; anche a causa di ciò è il più studiato e il più comune nei delfinari. È diffuso in tutti i mari del mondo, ad eccezione delle zone artiche ed antartiche e ne esistono due popolazioni distinte, una costiera ed una di mare aperto. Utilizza per cacciare la tecnica dell'ecolocalizzazione e si nutre principalmente di pesci. Raggiunge la maturità sessuale intorno ai 12 anni e le femmine partoriscono un solo piccolo. Vive generalmente in branchi formati dalle femmine ed i piccoli, mentre i maschi possono formare delle associazioni chiamate "alleanze". A causa dell'influenza dei media (il famoso delfino della serie televisiva Flipper era un tursiope), è diventato il delfino per antonomasia.

Aspetto

Hanno circa 100-120 denti tutti uguali che vengono usati solo per afferrare la preda ma non per masticarla perché la ingoiano intera facendola scivolare sulla lingua. Come risultato di una convergenza evolutiva, i tursiopi presentano un corpo fusiforme simile a quello dei pesci che assicura loro una grande idrodinamicità, riducendo l'attrito con l'acqua. Come tutti i Cetacei, i tursiopi sono quasi completamente privi di peli.

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Vi sono delle differenze tra i due tipi di popolazioni: i tursiopi pelagici hanno corpo più grande e robusto rispetto a quelli costieri e vi sono differenze anche nella composizione dell'emoglobina del sangue. Queste differenze sembrano essere dovute al fatto che i tursiopi pelagici compiono immersioni più profonde rispetto a quelli costieri.

La colorazione è pressoché identica in entrambe le popolazioni e appare di colore grigio con varie sfumature sul dorso e bianco sul ventre. Sui fianchi il grigio diviene più chiaro. Questa colorazione fa sì che i delfini siano difficilmente identificabili sia se osservati dal basso verso l'alto, sia se osservati dall'alto verso il basso.

Sul capo è presente un melone pronunciato e la mascella e la mandibola allungate formano un rostro corto e tozzo, lungo circa 8 cm. L'aggettivo truncatus (latino: troncato), così come il nome comune inglese (Bottlenose Dolphin: delfino dal naso a bottiglia) si riferiscono proprio alla conformazione del rostro. Il muso è caratterizzato dalla presenza di una specie di "sorriso" dovuto al fatto che l'animale è impossibilitato a muovere le mascelle in altra posizione. Sulla porzione apicale del capo è presente lo sfiatatoio, attraverso cui il tursiope espelle l'aria respirata e la cui apertura e chiusura è dovuta a muscolatura volontaria. Quando lo sfiatatoio è aperto, è possibile osservare il setto nasale.

La pinna dorsale, di forma triangolare e ricurva, è alta circa 23 cm mentre le pinne pettorali, chiamate flipper, sono lunghe circa 30–50 cm. La pinna caudale, suddivisa in due lobi (flukes), è larga circa 60 cm. Pinna dorsale e pinna caudale sono entrambe costituite da tessuto connettivo, e al loro interno non sono presenti né ossa né muscoli. Invece le pinne pettorali presentano delle ossa omologhe a quelle dei Mammiferi terrestri da cui i Cetacei si sono evoluti circa 50 milioni di anni fa. Recentemente è stato scoperto in Giappone un tursiope con un paio addizionale di pinne pettorali poste vicino alla coda, aventi la dimensione di un paio di mani umane.

Sono presenti da 18 a 26 paia di denti conici su ogni mascella.

  • Taglia: da 2,5 a 3,8 metri di lunghezza
  • Peso: fino a 650 kg

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Distribuzione

Geografia

Vive nei mari temperati e tropicali di tutto il mondo. Ne sono state censite popolazioni nell'oceano Pacifico, dove è diffuso dal Giappone alle Filippine e dal golfo di California fino alla Nuova Zelanda e al Cile; nell'oceano Atlantico, dove si trova dalla Scozia e dalla Norvegia fino alla Patagonia; nell'oceano Indiano, a partire dalla costa orientale dell'Africa fino all'Australia.

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Nell'ovest dell'Atlantico è comune lungo le coste degli Stati Uniti fino al Golfo del Messico; è diffuso anche nel mar Nero e nel mar Mediterraneo, dove è il cetaceo più comune. In Italia sono frequenti lungo le coste siciliane, nell'Adriatico e in alcune porzioni del Santuario dei Cetacei. Quest'ultimo, denominato ora Santuario Pelagos, è un tratto di mare compreso tra Liguria, Toscana, Sardegna settentrionale e Francia meridionale in cui sono presenti dodici specie di cetacei, otto regolari e quattro occasionali. In quest'area marina il tursiope risulta soprattutto frequente lungo le coste della Toscana, dell'Arcipelago Toscano e della Liguria orientale.

Alcune popolazioni di tursiope vivono in ambiente pelagico, soprattutto quelle che si trovano in prossimità delle isole oceaniche, mentre altre vivono nelle zone costiere, in acque calde che non superano la profondità di 30 m. Esistono quindi due ecotipi di tursiopi. Il tursiope può compiere migrazioni che sembra siano talvolta dovute a cambiamenti nella temperatura delle acque ed all'abbondanza e distribuzione delle prede. È stato osservato come a volte le acque costiere vengano utilizzate come area di nursery.

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Abitudini e stile di vita

I tursiopi sono animali sociali, vivono in branchi chiamati pod e composti generalmente da 2-6 individui. Tuttavia non è raro osservare individui solitari, generalmente maschi. Infatti i pod sono costituiti da un gruppo di femmine con i loro piccoli e i maschi vi si uniscono solo per un breve tempo. Alcuni tursiopi vivono insieme ad altre specie di Cetacei.

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Studi effettuati da Wells in Sarasota, Florida, e da Smolker nella Shark Bay, Australia, hanno mostrato come le femmine della comunità sono collegate o direttamente o attraverso delle associazioni mutuali secondo uno schema sociale di "fissione-fusione". Gruppi di associazioni più forti sono chiamati "bande" e la loro composizione può rimanere stabile per anni. Ci sono prove genetiche che i membri delle bande possono essere imparentati, ma queste bande non sono necessariamente limitate ad una singola linea matriarcale. Le femmine si associano principalmente per la protezione dei piccoli da predatori e conspecifici e non ci sono prove che le bande competano le une con le altre.

Nelle stesse aree di ricerca, così come a Moray Firth in Scozia, i maschi formano forti associazioni di due o tre individui. Questi gruppi di maschi sono noti come "alleanze" e i membri di esse mostrano dei comportamenti, come respirazione, salti e breaching, sincronizzati. La composizione dell'alleanza è stabile per decine di anni e può portare dei benefici nella ricerca delle femmine per l'accoppiamento. Una volta trovata la femmina, i maschi la circondano o la inseguono, e non sono rari i casi di aggressione nei suoi confronti. Connor riferisce che le alleanze possono unirsi temporaneamente ad altre alleanze, formando delle "super-alleanze" o "alleanze di secondo ordine" principalmente con lo scopo di ottenere femmine che sono insidiate da altre alleanze. Per esempio, l'alleanza A è costituita da due individui, la B da tre e la C anch'essa da tre individui. Tutte e tre le alleanze competono per la stessa femmina, così la formazione della super-alleanza tra A e B, formata da cinque individui dà un vantaggio numerico nella competizione con la C, formata da soli tre individui.

Ricercatori dell'Istituto per la ricerca applicata sui delfini - BDRI hanno invece dimostrato come la struttura sociale dei tursiopi residenti nella costa nordorientale della Sardegna varia in funzione del comportamento trofico e del bisogno di collaborare tra loro. La distribuzione e presenza dei tursiopi è stata correlata all'alimentazione di tipo opportunistico nelle vicinanze di un allevamento ittico che ha provocato dei cambiamenti nella distribuzione e concentrazione delle prede facilitando così l'alimentazione dei tursiopi e rendendo inutile la cooperazione per la caccia.In queste condizioni le associazioni non variano in funzione del sesso degli individui, ma in relazione al comportamento trofico. È stato dimostrato come i delfini si associno, indipendentemente dal sesso, con esemplari con cui condividono le stesse preferenze alimentari. Gli impianti di acquacultura quindi sono in grado di interferire nei comportamenti e nella struttura sociale di questi mammiferi.

Sono in grado di compiere delle acrobazie fuori dall'acqua, il cui significato non è ancora chiaro. Tra queste le più comuni sono:

  • leaping: saltare completamente fuori dall'acqua ;
  • tailspinning: "camminare" all'indietro sull'acqua utilizzando la coda come perno;
  • Lobtailing: sbattere la pinna caudale sulla superficie dell'acqua ;
  • bow: saltare verticalmente completamente fuori dall'acqua.
  • bowriding: nuotare sulle onde lasciate dalla prua delle imbarcazioni ;
  • breaching: effettuare dei "tuffi" fuori dall'acqua.

Sono animali predatori e spesso mostrano dei comportamenti aggressivi che comprendono combattimenti tra maschi per le femmine e aggressioni nei confronti di altri piccoli delfini. La popolazione che vive in Scozia pratica l'infanticidio e ricerche svolte dall'Università di Aberdeen hanno dimostrato che i tursiopi uccidono le focene (Phocoena phocoena) non per cibarsene, ma per ridurre la competizione per il cibo.

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Dieta e nutrizione

È una specie opportunista, nutrendosi principalmente di Pesci (acciughe, sgombri, cefali, etc.) e Cefalopodi, in particolare specie costiere (calamari, seppie e polpi), ma non disdegna all'occorrenza i crostacei. Studi effettuati sui contenuti stomacali hanno evidenziato come nel Mediterraneo i Tursiopi si nutrano principalmente di naselli, pesci sciabola, gronghi e calamari. I denti conici sono utilizzati per afferrare il cibo, non per masticarlo.

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Spesso i tursiopi cooperano tra di loro per cacciare e sono note anche cooperazioni tra delfini e pescatori. Inoltre frequentemente i tursiopi seguono i pescherecci per nutrirsi degli scarti o delle perdite dei pescatori.

Una particolare tecnica di caccia utilizzata da alcuni tursiopi è la strand-feeding o beach hunting, una tattica simile a quella usata dalle orche: i delfini radunano prima i pesci verso le coste sabbiose, nuotando paralleli ad esse, poi li spingono sulla sabbia e se ne nutrono spiaggiandosi parzialmente o completamente. Infine tornano al mare, con un movimento ad U. La strand-feeding è una tecnica piuttosto pericolosa, per questo viene praticata generalmente nei periodi di alta marea. Può essere praticata da individui solitari o da gruppi di delfini che collaborano per la cattura dei pesci. È un comportamento che si sviluppa solo nei tursiopi nati da altri beach-hunters, ma studi effettuati sul DNA mitocondriale hanno portato ad escludere una trasmissione genetica di questa tecnica di caccia, per cui si pensa che i delfini la imparino osservando le loro madri.

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Abitudini di accoppiamento

I maschi presentano due aperture nella parte inferiore del corpo, una nasconde il pene e l'altra costituisce l'ano. La femmina invece presenta una sola apertura genitale, che accoglie sia la vagina sia l'ano. Di fianco ad ogni lato dell'apertura genitale, sono presenti le fessure mammarie laterali che nascondono le ghiandole mammarie per l'allattamento dei piccoli.

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Le femmine dei tursiopi raggiungono la maturità sessuale intorno ai 6-12 anni, mentre i maschi intorno ai 10-13 anni.

La gestazione dura 12 mesi e le nascite avvengono in estate. I tursiopi partoriscono di norma un solo piccolo, lungo circa 1 m, che resterà in contatto con la madre per circa 6 anni. Lo svezzamento completo avviene dopo circa 18 mesi e comunque termina prima della nascita di un secondo piccolo. Nei tursiopi si assiste al fenomeno del babysitting: i piccoli vengono accuditi da una sola femmina, mentre le altre madri vanno a caccia. Si riproducono ogni 2 o 3 anni, cambiando ogni volta partner, ma se il primo piccolo muore alla nascita, la femmina può riprodursi dopo un anno.

Come in tutti i Cetacei, i piccoli nascono dalla coda e sono già in grado di nuotare per seguire la madre che dopo la nascita accompagna il piccolo verso la superficie per farlo respirare e in questa operazione talvolta è coadiuvata da altre femmine, generalmente imparentate con lei e che sono state chiamate "zie" (Herman e Tavolda, 1988).

Durante la stagione degli amori, i maschi combattono tra di loro per le femmine e di solito stabiliscono una gerarchia basata sulla taglia. Le coppie si formano quando un maschio mostra una certa preferenza nel nuotare accanto ad una femmina e resta con lei per un dato periodo di tempo. Successivamente, il maschio si pone di fronte alla femmina arcuando la parte posteriore del corpo, "accarezzandola" e strofinandosi su di lei. L'atto sessuale è rapido, dura circa 10-30 secondi, ma viene ripetuto diverse volte con un intervallo di qualche minuto tra ognuno e avviene sott'acqua: i delfini nuotano pancia a pancia, con la femmina che rivolge il dorso verso il basso; il maschio estende il suo pene, che viene inserito all'interno della vagina della femmina.

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Popolazione

Nicchia ecologica

Grandi specie di squali, quali lo squalo tigre (Galeocerdo cuvier), lo squalo bianco (Carcharodon carcharias) e lo squalo leuca (Carcharhinus leucas) predano i tursiopi. Questo avviene soprattutto nella Shark Bay, dove nel corso di una ricerca è stato osservato come il 74% dei delfini adulti oggetto dell'indagine presentassero delle cicatrici dovute ad attacchi di squali.

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Alcune orche si nutrono dei delfini, ma questo sembra essere piuttosto raro. Infatti mentre alcune orche che si nutrono di altri mammiferi predano i delfini, altre sono state osservate nuotare insieme ai delfini. Nuotare in branco permette ai delfini di meglio difendersi dai predatori, inoltre essi usano delle complesse strategie evasive per sfuggirgli. I tursiopi aiutano i loro simili feriti tenendoli fuori dall'acqua per respirare, un comportamento talvolta osservato anche nei confronti di subacquei in difficoltà.

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Conservazione

Questa specie viene classificata come "a rischio minimo" (LC) dalla lista rossa IUCN perché è molto comune e ha un areale molto ampio. Tuttavia ci sono diversi pericoli che ne minacciano soprattutto le popolazioni locali. È inserita nella seconda categoria di specie della CITES.

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Uno dei pericoli principali è la caccia: in Giappone e nelle Isole Fær Øer i tursiopi, insieme ad altre specie di delfini come le stenelle, sono oggetto di caccia per scopi alimentari o per la vendita ai delfinari. I delfini vengono accerchiati con delle barche e i pescatori sbattono sott'acqua delle barre d'acciaio allo scopo di creare una barriera sonora che spinge i tursiopi verso la spiaggia, dove vengono poi intrappolati per mezzo delle reti. Alcuni delfini vengono selezionati per la vendita ai delfinari, mentre gli altri vengono portati a riva dove vengono uccisi e inviati ai mercati alimentari. Anche in Italia, prima che la loro caccia fosse proibita, i tursiopi venivano uccisi per la preparazione del "musciame", un piatto costituito da filetti di delfino essiccati al sole. Oggi la carne del delfino è stata sostituita dalla ventresca del tonno. Ancora abbastanza comuni sono invece le catture accidentali.

Il numero dei tursiopi nel mar Nero è in diminuzione, così come nel Mediterraneo, sebbene essi rappresentino la specie di Cetacei più abbondante in quest'ultimo mare.

Le altre minacce sono in parte dovute alla pesca, che porta a una diminuzione del cibo disponibile per i tursiopi, e in parte ad altre attività umane, che causano inquinamento acustico e inquinamento dell'acqua, particolarmente dannoso per gli esemplari più giovani.

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Riferimenti

1. Tursiops truncatus articolo su Wikipedia - https://it.wikipedia.org/wiki/Tursiops_truncatus

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