Il gatto di Biet (Felis bieti Milne-Edwards, 1892) è una specie asiatica della famiglia dei Felidi, talvolta considerata come una sottospecie del gatto selvatico con il nome Felis silvestris bieti. È noto anche come gatto della Mongolia, gatto di Monsignor Biet, gatto del Gobi o gatto del deserto della Cina. Questo felino dalla costituzione robusta è dotato di una spessa pelliccia di colore variabile tra il marrone e il grigio chiaro con macchie sfumate di colore più scuro. Solo le zampe anteriori, la faccia e la coda presentano delle striature nette. Le orecchie sono sormontate da un pennacchio di peli scuri. Si tratta di un felino solitario e notturno che caccia essenzialmente piccoli mammiferi quali pika e ratti talpa e trascorre il giorno riposando in una tana.
Endemico della Cina, il gatto di Biet vive nella parte orientale dell'altopiano tibetano, in praterie e boscaglie tra i 2500 e i 5000 m d'altitudine ed evita i deserti. Questo felino, considerato specie rara, è protetto dalla legge in tutto il suo areale. Le minacce principali che gravano su di esso sono le campagne di avvelenamento dei nativi, che riducono il numero delle sue prede, ed eventualmente il traffico delle pellicce. L'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) lo classifica come «vulnerabile» (VU). Il gatto di Biet è una specie poco studiata ed è tra i felini meno conosciuti del pianeta.
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CarnivoroIn zoologia si definisce carnivoro un animale con una dieta consistente in massima parte di carne. In un senso più generale, un animale viene cons...
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AltricialeLa viviparità è un tipo di riproduzione in cui lo sviluppo embrionale avviene all'interno dell'organismo materno. Il termine può riferirsi sia a...
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inizia conIl gatto di Biet, più grande di un gatto domestico, misura in media 115,7 cm di lunghezza totale: la lunghezza della testa e del corpo è di 70–85 cm e quella della coda di 29–35 cm. L'altezza al garrese è di 35–45 cm. Il peso medio è di 5,5 kg, il record è detenuto da un individuo di sesso maschile allevato in cattività che pesava 9 kg.
Il cranio del gatto di Biet si differenzia da quello degli altri felini per la presenza di una cresta mediale sugli ossi basisfenoide e presfenoide e per l'assenza del metaconide sul carnassiale inferiore m1. Le bolle timpaniche rappresentano il 25% della lunghezza totale del cranio e sono molto sviluppate, caratteristica, questa, propria anche di altri felini che vivono in zone aride come il gatto dai piedi neri (F. nigripes) o il gatto delle sabbie (F. margarita).
Il gatto di Biet è un felino dalla costituzione forte e robusta, con zampe corte e coda folta. Le suole plantari sono ricoperte di peli neri. Le orecchie color grigio-giallastro sono appuntite e terminano con ciuffi di peli scuri o rossi all'estremità che misurano circa 2 cm. Ogni guancia è attraversata da due linee orizzontali di colore marrone e attorno al collo è presente una sorta di collare poco evidente. La pelliccia molto spessa è di colore marrone scuro in estate e grigio chiaro in inverno, con delle macchie indistinte, che assicurano un eccellente camuffamento nel suo ambiente naturale. Il fitto sottopelo è color grigio ardesia vicino alla pelle e marroncino all'estremità. Delle bande marroni barrano le zampe anteriori. Sulle altre parti del corpo, le strisce color marrone scuro sono indistinte e imprecise. Superando in lunghezza il livello del piede, la coda molto folta è anellata da cinque a sei bande nere e l'estremità è nera. Il ventre, il petto e l'interno delle zampe sono color crema o grigio chiaro.
In natura, il gatto di Biet può essere confuso con il gatto ornato (F. silvestris ornata), il manul (Otocolobus manul) e la lince eurasiatica (Lynx lynx). Tuttavia, il gatto ornato non possiede alcun ciuffetto auricolare e il suo mantello è più corto e distintamente coperto di macchie o di strisce; il manul è più piccolo del gatto di Biet, ha un manto grigio con una coda più corta che non presenta anelli e le sue orecchie non presentano ciuffi auricolari. Quanto alla lince eurasiatica, si tratta di un felino di taglia molto più grande del gatto di Biet, e con una coda corta.
Il gatto di Biet si incontra ad altitudini comprese tra 2500 e 5000 m. L'habitat di questo felino presenta condizioni tra le più difficili al mondo: delle estati torride si alternano a degli inverni molto rigidi, dei venti secchi soffiano tutto l'anno. Il felino si incontra più spesso in praterie e boscaglie alpine. Può eventualmente vivere in foreste di conifere e steppe ed evita generalmente i deserti. Nel 2007, le prime fotografie mai scattate in natura di questo felino sono state riprese a 3570 metri di altitudine, in praterie alpine e boscaglie di montagna.
Il gatto di Biet è una specie endemica della Cina, il cui areale si estende sul settore nord-orientale dell'altopiano tibetano, tra i 30 e i 38° di latitudine Nord. Questo felino si incontra principalmente nella provincia di Qinghai, nel Sichuan settentrionale e forse nel Gansu meridionale. Il gatto di Biet è generalmente considerato una specie rara: il numero di esemplari è probabilmente inferiore ai 10.000 individui adulti, l'areale è probabilmente frammentario e le popolazioni di questo felino sono considerate in declino.
Cacciatore notturno, il gatto di Biet è attivo tutta la notte in cattività e caccia principalmente all'alba e al crepuscolo allo stato selvatico. Secondo un'analisi del contenuto delle feci, i piccoli mammiferi costituiscono il 90% della sua dieta. Prede di questo felino sono ratti talpa, pika, arvicole, marmotte, criceti e gerbilli e uccelli come pernici, fagiani e allodole. Nel Qinghai, le prede cacciate sono, tra altri mammiferi, il pika del Kansu (Ochotona cansus), il pika dalle labbra nere (O. curzoniae), il pika della Dauria (O. dauurica), l'arvicola del Nord (Microtus oeconomus) e la lepre lanosa (Lepus oiostolus).
La tecnica di caccia abituale consiste in un approccio lento e silenzioso seguito da un balzo rapido per afferrare la preda per la nuca e spezzarle la colonna vertebrale. Per cacciare i ratti talpa che vivono all'interno di gallerie, il gatto di Biet analizza prima la posizione della galleria sotterranea e ascolta attentamente i movimenti della preda che scava rapidamente per poi localizzarla e ucciderla.
Il gatto di Biet è solitario tranne che nel periodo degli accoppiamenti. Il periodo della riproduzione va da gennaio a marzo. Il tempo di gestazione è sconosciuto. A maggio, la femmina dà alla luce nella tana da due a quattro piccoli. L'allevamento dei piccoli è interamente a carico della femmina. L'indipendenza viene raggiunta all'età di sette-otto mesi. Se gli adulti non vengono cacciati da altri animali, i piccoli possono cadere vittima di lupi (Canis lupus) od orsi bruni (Ursus arctos).
La tana è generalmente situata all'interno di una galleria che può misurare fino a cinque metri di lunghezza posta su un versante orientato a sud, in una zona dove i roditori siano particolarmente numerosi. Maschi e femmine utilizzano una tana per riposarsi durante il giorno; tuttavia, quella della femmina è generalmente più profonda, più sicura e munita di una sola entrata. I ricercatori hanno scoperto quattro tane impiegate per allevare i piccoli: erano tutte tappezzate di piume, di pelo e di piccole ossa di lepri e di marmotte.
La specie è minacciata dai tentativi di eradicazione dei nocivi, in particolare dei pika, considerati sue prede principali. Tra il 1958 e il 1978, furono organizzate dal governo cinese una serie di massicce campagne di avvelenamento. Tra gli anni '50 e la fine degli anni '90, 208.000 km² della provincia del Qinghai sono stati trattati con rodenticidi. Tra gli anni '70 e gli anni '80, veniva comunemente utilizzato il fosfuro di zinco, successivamente rimpiazzato, tra gli anni '80 e '90, da bromadiolone, cumatetralil, difacinone e clorofacinone. L'utilizzo di questi pesticidi riduce il numero delle prede del gatto di Biet, ma ha anche effetti negativi sull'ambiente, in particolare sui predatori, in seguito al rischio di bioaccumulo. Sebbene l'eradicamento di massa dei pika sia stato interrotto negli anni '90, la regolamentazione dei nocivi tramite avvelenamento è tuttora praticata localmente nell'areale del gatto di Biet.
Pellicce di gatto di Biet sono state inoltre segnalate in mercati locali. Nel 1980 trenta pelli furono confiscate ai bracconieri nel Sichuan e nel 1986 George Schaller vide sedici pelli in vendita nei mercati di Lingxia nella provincia del Gansu. Pelli e giacche in gatto di Biet furono confiscate dalle autorità cinesi all'inizio degli anni 2000 negli xian di Songpan e Jiuzhaigou, nel Sichuan. È probabile che non si tratti di un commercio specifico di pelli di gatto di Biet, ma piuttosto di errori dovuti alla sua somiglianza con il gatto ornato: la pelliccia del gatto di Biet, infatti, è considerata di scarso interesse commerciale.