Alcelafo
Regno
Phylum
Subphylum
Classe
Ordine
Famiglia
Sottofamiglia
SPECIE
Alcelaphus buselaphus
Dimensione della popolazione
362,000
Durata
12-15 years
Peso
100-200
220-440
kglbs
kg lbs 
Altezza
1
3
mft
m ft 
Lunghezza
200-250
78.7-98.4
cminch
cm inch 

L'alcelafo (Alcelaphus buselaphus Pallas, 1766) è una specie di antilope africana di prateria, descritta per la prima volta da Peter Simon Pallas nel 1766. Gli adulti misurano poco più di 1 m al garrese. I maschi pesano 125–218 kg, e le femmine sono leggermente più piccole. Il colore del manto varia a seconda della sottospecie, da quello color sabbia dell'alcelafo occidentale a quello quasi nero dell'alcelafo di Swayne. Le corna sono presenti in entrambi i sessi; misurano 45–70 cm di lunghezza, e la loro forma varia moltissimo da una sottospecie all'altra. Gli alcelafi possono vivere 11-20 anni in natura, e fino a 19 in cattività.

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Gli alcelafi sono animali sociali che formano branchi di 20-300 individui. Di indole generalmente tranquilla, gli alcelafi possono diventare aggressivi quando vengono provocati. La loro dieta consiste prevalentemente di erba, alla quale si aggiungono, in ogni periodo dell'anno, piccole quantità di parti verdi e baccelli di erbe del genere Hyparrhenia. L'epoca della riproduzione varia in base alle stagioni, e dipende sia dalla sottospecie che dalla popolazione. Gli alcelafi raggiungono la maturità sessuale a uno o due anni di età. Dopo un periodo di gestazione di otto mesi, nasce un unico piccolo. L'alcelafo vive in savane, aree boschive e distese aperte.

Ognuna delle otto sottospecie di alcelafo ha un differente stato di conservazione. L'alcelafo bubalo è stato dichiarato estinto dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) nel 1994. In passato l'alcelafo era presente in gran parte dell'Africa, ma le varie popolazioni hanno subito un drastico declino a causa della distruzione dell'habitat, della caccia, dell'espansione degli insediamenti umani e della competizione con i bovini domestici per il cibo. L'alcelafo è estinto in Algeria, Egitto, Lesotho, Libia, Marocco, Somalia e Tunisia. È stato introdotto in Swaziland e Zimbabwe. Costituisce una preda molto ambita per i cacciatori a causa della sua carne molto apprezzata.

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Aspetto

L'alcelafo è alto poco più di 1 m al garrese, e misura 150–245 cm di lunghezza. Le femmine pesano 116–185 kg, i maschi 125–218 kg. La coda, lunga 30–70 cm, termina con un ciuffo nero. Le altre caratteristiche principali dell'alcelafo sono le lunghe zampe (che presentano spesso macchie nere), il collo breve e le orecchie appuntite. Oltre che per la lunga faccia, l'alcelafo si può distinguere da altre antilopi anche per il grande petto e per la schiena molto inclinata, più alta alla regione del garrese che alla groppa. Può vivere 11-20 anni in natura e fino a 19 anni in cattività. L'alcelafo condivide alcune caratteristiche fisiche con i damalischi (genere Damaliscus), quali la faccia stretta e allungata, la forma delle corna, la consistenza e la colorazione del mantello e il ciuffo terminale di peli della coda. Lo gnu, invece, ha cranio e corna più specializzate rispetto all'alcelafo.

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Il manto è generalmente breve e lucente. La sua colorazione varia a seconda della sottospecie; il grosso alcelafo occidentale ha un manto chiaro e uniforme, color bruno-sabbia, mentre quello dell'alcelafo torà è scuro. L'alcelafo rosso, come indica il nome, ha un manto completamente di questo colore. L'alcelafo di Coke è fulvo-rossastro sulle regioni superiori e di colore più chiaro su quelle inferiori. L'alcelafo lelwel è bruno-rossastro. Nell'alcelafo di Lichtenstein le regioni superiori sono bruno-rossastre, ma i fianchi sono marroncini e il posteriore biancastro. Presenta inoltre strisce scure sulle zampe anteriori. Gli alcelafi di Swayne e torà sono molto simili nell'aspetto, ed entrambi possiedono testa piccola, manto scuro e corna simili. L'alcelafo di Swayne è il più piccolo dei due e ha corna leggermente più corte e pesanti. I peli che ricoprono il corpo, di trama fine, sono lunghi circa 25 mm. L'alcelafo possiede ghiandole preorbitali con un dotto centrale. Esse secernono un fluido maleodorante scuro negli alcelafi di Coke e di Lichtenstein, mentre nell'alcelafo lelwel producono una secrezione incolore.

In tutte le sottospecie entrambi i sessi sono muniti di corna, ma quelle delle femmine sono più sottili. Le corna possono raggiungere 45–70 cm di lunghezza. Esse sono leggermente incurvate all'esterno e, verso la punta, all'interno. Quasi tutta la parte basale delle corna presenta dei caratteristici anelli. La forma delle corna varia da una sottospecie all'altra. L'alcelafo rosso ha corna a forma di «Z», mentre quello di Lichtenstein le ha a forma di «S» spiegazzata. Sia l'alcelafo di Swayne che quello torà hanno corna a forma di lira. Quelle dell'alcelafo lelwel sono spesse e a forma di «V» e quelle dell'alcelafo di Coke sono corte, spesse e a forma di parentesi. L'alcelafo occidentale ha imponenti corna a forma di «U». Le corna vengono usate per difendersi dai predatori e nei combattimenti tra maschi per il predominio durante la stagione degli amori.

L'alcelafo mostra un dimorfismo sessuale poco marcato, in quanto entrambi i sessi possiedono le corna e hanno dimensioni simili. Il grado di dimorfismo sessuale varia a seconda della sottospecie. I maschi pesano l'8% in più delle femmine negli alcelafi di Swayne e di Lichtenstein, e il 23% in più nell'alcelafo rosso. Nel corso di uno studio, il maggiore dimorfismo è stato riscontrato nel peso del cranio. Nel corso di un altro studio, la durata della stagione degli amori è risultata correlata con l'altezza dei peduncoli (le strutture ossee sulle quali crescono le corna) e il peso del cranio, nonché con la circonferenza delle corna.

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video

Distribuzione

Geografia

Gli alcelafi abitano in savane aride e praterie boscose, e spesso si spostano verso aree più aride dopo le precipitazioni. Tollerano maggiormente le aree boschive di altri Alcelafini, e spesso si incontrano ai margini delle foreste. Sul Monte Kenya sono stati trovati alcelafi fino a 4000 m di quota. L'alcelafo rosso è noto per spostarsi su vaste aree, e le femmine vagabondano su territori di oltre 1000 km², mentre i territori dei maschi misurano circa 200 km² di estensione. Nel parco nazionale di Nairobi (Kenya) le femmine occupano territori individuali di 3,7-5,5 km², che non sono associati in modo particolare con alcun gruppo di femmine. In media i territori delle femmine sono grandi abbastanza da includere perfino quelli di 20-30 maschi.

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In passato l'alcelafo era molto diffuso in Africa. Il numero di esemplari è diminuito drasticamente a causa della distruzione dell'habitat, della caccia, dell'espansione degli insediamenti umani e della competizione per il cibo con i bovini domestici. Le dimensioni delle varie sottospecie erano correlate con la produttività dell'habitat e con le precipitazioni. L'alcelafo è presente in Angola, Benin, Botswana, Burkina Faso, Camerun, Repubblica Centrafricana, Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Eritrea, Etiopia, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea-Bissau, Costa d'Avorio, Kenya, Mali, Namibia, Niger, Nigeria, Senegal, Sudafrica, Sudan, Sudan del Sud, Tanzania, Togo e Uganda. È estinto in Algeria, Egitto, Lesotho, Libia, Marocco, Somalia e Tunisia, ed è stato introdotto in Swaziland e Zimbabwe. Gli areali delle varie sottospecie di alcelafo differiscono molto tra di loro. Dopo essere stato reintrodotto in aree protette e fattorie, l'alcelafo rosso è divenuto molto diffuso, ed è l'unico alcelafo con una popolazione in aumento. È diffuso in quasi tutta l'Africa meridionale. Tutte le sottospecie di alcelafo, tranne l'alcelafo rosso (con una popolazione in aumento) e l'alcelafo di Lichtenstein (con una popolazione stabile), sono in diminuzione, e tre di esse sono in pericolo di estinzione: l'alcelafo torà, il lelwel e quello di Swayne. L'alcelafo torà è confinato all'Eritrea e all'Etiopia, l'alcelafo di Swayne a quattro aree protette, e l'alcelafo lelwel a poche aree protette.

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Alcelafo mappa dell'habitat

Zone climatiche

Alcelafo mappa dell'habitat
Alcelafo
Public Domain Dedication (CC0)

Abitudini e stile di vita

Come la maggior parte delle antilopi, l'alcelafo è un animale diurno. Pascola di primo mattino e nel tardo pomeriggio, e riposa all'ombra durante le ore più calde del giorno. È un animale sociale, e forma branchi composti anche da 300 esemplari. Le mandrie più numerose si incontrano nei luoghi maggiormente ricchi di erba. Il branco più numeroso di cui siamo a conoscenza era composto da 10.000 animali. I membri di un branco possono essere suddivisi in quattro gruppi: maschi adulti territoriali, maschi adulti non territoriali, maschi giovani, e femmine con i piccoli. Le femmine formano gruppi di 5-12 animali, nei quali si possono trovare fino a quattro generazioni di piccoli. Le femmine combattono per il predominio del branco. Litigi tra maschi e femmine sono comuni. A tre o quattro anni di età, i maschi possono cercare di ottenere la supremazia su un territorio e un branco di femmine. Un maschio residente difende il proprio territorio e può attaccare i suoi simili se viene provocato. Il maschio marca i confini del territorio con cumuli di escrementi. L'inizio di un combattimento è segnato da una serie di movimenti della testa e di posture, nonché dalla deposizione di escrementi in apposite pile. Gli avversari si lasciano cadere sulle ginocchia e, dopo essersi colpiti con la testa, iniziano a lottare, con le corna incastrate. Ognuno cerca di piegare la testa dell'avversario da un lato per pugnalare il collo e le spalle con le corna. I maschi generalmente perdono il controllo del proprio territorio dopo sette od otto anni. Il caso documentato di un alcelafo che ha dato una testata a un ciclista è stato interpretato come un comportamento territoriale.

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Durante il pascolo, un esemplare rimane di guardia, spesso salendo su un termitaio per poter spingere lo sguardo più lontano. Nei momenti di pericolo, tutto il branco fugge disponendosi in fila indiana non appena il primo esemplare inizia a correre. L'alcelafo è più vigile e cauto di altri ungulati. Gli alcelafi adulti vengono predati da leoni, leopardi, iene e licaoni; ghepardi e sciacalli catturano solamente i giovani. Sia gli alcelafi che i damalischi producono deboli brontolii e grugniti. L'alcelafo utilizza i cumuli di escrementi come segnale olfattivo e visivo. I branchi migrano solamente nei periodi di estrema necessità, come durante calamità naturali e siccità. L'alcelafo è il più stanziale degli Alcelafini. Consuma inoltre minori quantità di acqua e ha il tasso metabolico più basso di tutti i membri della sottofamiglia.

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Comportamento stagionale

Dieta e nutrizione

Gli alcelafi sono erbivori, e la loro dieta consiste prevalentemente di erba. In uno studio effettuato nel Nazinga Game Ranch in Burkina Faso si è scoperto che la struttura del cranio dell'alcelafo facilita l'acquisizione e la masticazione di cibi altamente fibrosi. Rispetto all'antilope roana, l'alcelafo è meglio adattato per procurarsi e masticare la scarsa ricrescita di erbe perenni nei periodi in cui il foraggio è meno disponibile. L'erba costituisce generalmente almeno l'80% della dieta dell'alcelafo, ma durante la stagione secca, da ottobre a maggio, tale valore può salire fino a oltre il 95%. Il Jasminium kerstingii fa parte della dieta dell'alcelafo all'inizio della stagione delle piogge. Tra le due stagioni, gli alcelafi si nutrono soprattutto di erba del genere Culms. In ogni periodo dell'anno consumano piccole quantità di parti verdi e baccelli di erbe del genere Hyparrhenia. L'alcelafo può digerire una maggiore quantità di cibo rispetto ad altri bovidi. Nelle aree dove l'acqua è scarsa, può mangiare meloni, radici e tuberi.

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In uno studio volto a stabilire la selettività alimentare di gnu, zebra e alcelafo di Coke, quest'ultimo è risultato essere il più selettivo. Tutti e tre gli animali preferivano la Themeda triandra al Pennisetum mezianum e alla Digitaria macroblephara. Durante la stagione secca veniva consumato un numero maggiore di specie di erba rispetto alla stagione delle piogge.

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Abitudini di accoppiamento

COMPORTAMENTO DI ACCOPPIAMENTO

Gli alcelafi possono accoppiarsi in ogni periodo dell'anno. Dei picchi possono essere influenzati dalla disponibilità di cibo. Sia i maschi che le femmine raggiungono la maturità sessuale a uno o due anni di età. La riproduzione varia a seconda della sottospecie e della popolazione nel periodo degli accoppiamenti. Gli accoppiamenti hanno luogo nei territori difesi da un singolo maschio, per lo più in aree aperte degli altopiani o su crinali. I maschi possono combattere ferocemente per il predominio. Il maschio dominante annusa i genitali della femmina e, se essa è in estro, la segue. Talvolta una femmina sventola leggermente la coda per segnalare che è in calore. Il maschio cerca di bloccare la strada alla femmina. Quando essa si ferma, consente al maschio di montarla. L'accoppiamento avviene in modo rapido, e spesso viene ripetuto, anche due o più volte al minuto. In questo periodo ogni intruso viene cacciato via. Nei branchi numerosi, la femmina si accoppia con vari maschi. La gestazione dura circa 240 giorni, trascorsi i quali nasce un unico piccolo. Il neonato pesa circa 9 kg. Le femmine partoriscono nella boscaglia, diversamente da quelle degli gnu, che partoriscono in gruppo nelle pianure. Il piccolo è svezzato a quattro mesi. I giovani maschi accompagnano la madre per due anni e mezzo, più a lungo di altri Alcelafini.

Popolazione

Coloring Pages

Riferimenti

1. Alcelafo articolo su Wikipedia - https://it.wikipedia.org/wiki/Alcelaphus_buselaphus
2. Alcelafo sul sito della Lista Rossa IUCN - https://www.iucnredlist.org/species/811/50181009

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