Simenia, Lupo del simien, Lupo etiope
Il caberù (Canis simensis), detto anche simenia, lupo del Simien o lupo etiope, è un canide lupino originario dell'acrocoro etiopico. È simile al coyote in forma e grandezza, ma si distingue da questo per il cranio più lungo e snello e per il manto rosso e bianco. Al contrario della maggior parte dei canini, che sono predatori molto poco selettivi, il caberù è altamente specializzato nella caccia ai roditori afroalpini.
L'areale attuale della specie è limitato a sette zone montagnose situate ad altitudini comprese tra i 3 000 e i 4 500 metri, con una popolazione composta da circa 360-440 esemplari nel 2011, metà dei quali di stanza nelle montagne di Bale, il che fa del caberù uno dei canini più rari, attualmente il carnivoro africano a maggior rischio d'estinzione.
Proprio a causa della bassa popolazione e del suo areale frammentato, l'IUCN lo ha classificato come una specie a rischio. Le minacce principali alla specie includono il degrado ambientale dovuto a un eccesso di pascoli e le malattie contratte dai cani randagi. La sua conservazione è guidata dall'Ethiopian Wolf Conservation Programme dell'Università di Oxford, che tenta di proteggere il canide sia attraverso la vaccinazione che attraverso campagne comunitarie.
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Ge
Gerarchico da dominanzaSo
SocialeNo
Non-migratorioE
inizia conIl caberù è simile in grandezza e aspetto al coyote nordamericano, essendo più grande degli sciacalli africani e con arti più lunghi. Il cranio è relativamente piatto, con la regione facciale che occupa il 58% della lunghezza del teschio. Le orecchie sono larghe e appuntite, mentre i denti, soprattutto i premolari, sono ampiamente spaziati. I denti canini misurano dai 14 ai 22 mm di lunghezza, mentre i carnassiali sono relativamente ridotti. Tipico del genere Canis, i maschi sono più grandi delle femmine, all'incirca del 20%. Gli adulti misurano dagli 84 ai 101 cm di lunghezza, e dai 53 ai 62 cm d'altezza. I maschi adulti pesano tra i 14,2 e i 19,3 chili, mentre le femmine, dai 11,2 ai 14,5 chili.
Il manto del caberù è formato da una giarra corta e una borra folta, che gli offre protezione contro le temperature basse, fino a -15 °C. Il manto è principalmente di color ocra e rosso ruggine, con una folta borra bianca o di color zenzero. Il pelo della gola, del torace e dell'addome è bianco, ed è presente una striscia bianca lungo i fianchi del collo. La coda è bianca nel lato inferiore, con una punta nera e, al contrario degli altri canidi, la ghiandola sopracaudale non dimostra un segno scuro. La muta avviene nel corso della stagione pluviale, tra agosto e ottobre. Non vi sono variazioni stagionali nel colore della pelliccia, sebbene il contrasto tra le parti rosse e bianche del corpo diventa più evidente con l'età. Le femmine tendono essere più chiare dei maschi. Durante la stagione dell'accoppiamento, la pelliccia della femmina diventa più giallastra e lanosa, mentre la coda diventa marroncina, perdendo molti dei suoi peli.
Gli incroci fra i caberù e i cani randagi tendono a essere più robusti dei caberù puri, con musi più corti e pellicce più variegate.
Il caberù è ristretto a zone isolate di praterie e lande afroalpine ricche di roditori. Il suo habitat ideale si estende a tra i 3 200 e i 4 500 metri sopra la linea degli alberi. Alcuni esemplari nelle montagne di Bale occupano l'areale delle praterie montane situato a circa 3 000 metri. Sebbene, nei primi anni 1900, alcuni esemplari siano stati rinvenuti nel Gojjam e nel Shoa nordoccidentale, mediamente attorno ai 2 500 metri, non sono stati avvistati caberù al di sotto di quota 3 000. Attualmente, l'agricoltura di sussistenza, che si estende fino a un'altitudine di 3 700 metri, ha costretto la specie ad occupare solo apici più elevati.
L'animale sfrutta tutti gli habitat afroalpini ma ha una preferenza per luoghi aperti contenenti praterie di erbe corte abitate dai roditori, che sono più comuni lungo le zone piatte o spioventi con poco drenaggio e suoli profondi. Nelle montagne di Bale, il suo habitat principale consiste in prati di erbe Alchemilla con poca copertura vegetale. Altri ambienti preferiti dal canide includono i prati di tussock, zone d'arbusto d'elevata altitudine ricche di Helichrysum, e praterie di erbe corte con terreni poco profondi. Nel suo areale settentrionale, l'habitat del caberù è composto di matrici di tussock Festuca, cespugli di Euryops, e le lobelie giganti (Lobelia acrochila, Lobelia rhynchopetalum). Sebbene siano di minima importanza, le brughiere di Ericacee nel Simièn possono fornire rifugi per i caberù presenti in zone eccessivamente antropizzate.
Nei monti di Bale, la preda principale del caberù è il topo talpa gigante, sebbene sia stato anche osservato nutrirsi di ratti dei prati di Blick, di topi dal pelo a spazzola e di lepri etiopi. Altre prede secondarie includono i ratti del Vlei, i topi dal pelo a spazzola gialli ed occasionalmente le oche e le loro uova. È stato osservato almeno due volte cacciare gli iraci e i vitelli di nyala di montagna. Nelle regioni dove il topo talpa gigante è assente, viene cacciato il più piccolo topo talpa dell'Africa orientale. Nei monti del Simièn, il caberù si ciba di ratti delle praterie abissine. Talvolta sono state rinvenute le foglie non digerite dei carici, probabilmente ingerite per controllare i parassiti o come fibra alimentare. Il caberù ogni tanto si ciba delle carogne ma viene solitamente cacciato via dai cani randagi e dai lupi africani. Non è particolarmente minaccioso verso il bestiame, visto che i pastori lasciano spesso i loro greggi a pascolare nei territori dei caberù.
L'accoppiamento ha luogo tra agosto e novembre. Durante il corteggiamento il maschio dominante insegue la femmina, che accetta solo il suo approccio o l'approccio di un maschio di altri branchi. La gravidanza dura tra 60 e 62 giorni e i cuccioli nascono nei mesi di ottobre e novembre. I cuccioli nascono ciechi e sdentati, la loro pelliccia è di colore grigio antracite, con una macchia marrone sul torace e una sull'addome. Le cucciolate sono formate da due a sei cuccioli, che emergono dalla tana dopo tre settimane, quando il manto scuro viene gradualmente rimpiazzato dalla pelliccia adulta. All'età di cinque settimane, i cuccioli si cibano di una combinazione di latte e cibo solido, concludendo lo svezzamento all'età di dieci settimane, ma a volte protraendolo fino ai sei mesi. Ogni membro del branco contribuisce alla protezione e al nutrimento dei cuccioli, con le femmine subordinate che ogni tanto rimpiazzano le madri per allattarli. La maturità sessuale avviene all'età di due anni.
La maggior parte delle femmine lascia il branco dopo due anni per integrarsi in altri gruppi. Le coppie dominanti sono normalmente non imparentate, cosicché la dispersione delle femmine è di fatto un adattamento contro l'inincrocio.