Tigre
Regno
Phylum
Subphylum
Classe
Ordine
Sottordine
Famiglia
Genere
SPECIE
Panthera tigris
Dimensione della popolazione
3,726-5,578
Durata
10-15 years
Massima velocità
96
60
km/hmph
km/h mph 
Peso
65-306
143-673.2
kglbs
kg lbs 
Lunghezza
200-390
78.7-153.5
cminch
cm inch 

La tigre (Panthera tigris Linnaeus, 1758) è un mammifero carnivoro della famiglia dei felidi. È il più grande dei cosiddetti "grandi felini" che costituiscono il genere Panthera (tigre, leone, giaguaro, leopardo e leopardo delle nevi).

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È un cosiddetto predatore alfa, ovvero si colloca all'apice della catena alimentare, non avendo predatori in natura, a parte l'uomo. Oltre che dalle dimensioni notevoli, è caratterizzata dalla particolare colorazione del mantello striato che serve a spezzare otticamente la figura dell'animale; il disegno del mantello varia leggermente da sottospecie a sottospecie. Vi sono tuttavia delle varianti al colore del mantello, principalmente nella sottospecie nominale Panthera tigris tigris (tigre indiana "del Bengala"), la più comune tra queste è quella con strisce nere su sfondo bianco.

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Aspetto

La tigre è il felino più grande che esista in natura ed è anche uno dei più grandi predatori terrestri, con solo l'orso bruno, l'orso polare e l'orso nero americano capaci di superarne la stazza. Le dimensioni della tigre variano notevolmente da una sottospecie all'altra; infatti, una tigre di Sumatra di sesso maschile non pesa più di 140 kg per 2,3 metri di lunghezza, mentre una tigre siberiana può superare i 300 kg per 3,3 metri di lunghezza o più. Anche l'altezza al garrese della tigre è molto variabile a seconda della sottospecie, da 85 cm a 1,2 m, così come anche la sua lunghezza totale, con la coda, da 2 a 3,7 metri, e il peso, che può variare dai 65 agli oltre 300 kg.

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Le orecchie della tigre, arrotondate, hanno la superficie esterna di colore nero con una macchia bianca al centro. Le pupille sono rotonde; il colore dell'iride varia dall'oro al verde, ma a volte può essere anche azzurro. Il naso è di colore rosa, caratterizzato a volte dalla presenza di macchie nere. Le vibrisse (i cosiddetti «baffi») sono molto folte e poste su un muso corto. La fronte è arrotondata. Il collo è coperto da un pelo fitto e una pelle più spessa, soprattutto nei maschi. I canini della tigre sono i più lunghi tra tutti i felini e possono raggiungere una lunghezza di circa dieci centimetri. Come in tutti i membri del genere Panthera, l'osso ioide è parzialmente ossificato e permette all'animale di ruggire.

La tigre siberiana è la sottospecie più grande. Un maschio selvatico ucciso nei pressi del fiume Songhu in Cina nel 1943 misurava 3,50 m e pesava più di 300 kg. Il naturalista russo Vyacheslav Sysoyev descrisse il caso di una tigre siberiana maschio del peso di 384 chilogrammi, che fu uccisa sui monti Sichotė-Alin', territorio della Federazione Russa, nel 1950. Nikolai Baikov, membro onorario della Società per lo Studio del Territorio della Manciuria e dell'Accademia delle Scienze Russa, riportò esemplari della Manciuria che pesavano 390–400 kg.. Lunghezze fino a sedici piedi (4,87 m) e pesi fino a novecento libbre (408 kg) sono stati citati in pubblicazioni rispettabili. Il record della tigre più lunga è detenuto da un maschio siberiano lungo 4,17 m, ucciso nell'Unione Sovietica C'è motivo di credere che individui così grandi siano ormai un ricordo del passato a causa della caccia eccessiva delle tigri più grandi e della riduzione delle prede nel tempo. La seconda sottospecie più grande è la tigre del Bengala, il cui record appartiene ad un esemplare ucciso nel 1967 che pesava ben 389 kg. Al giorno d'oggi, la popolazione di tigre siberiana in natura è assai inferiore rispetto a quella del Bengala e si ritiene che abbia sofferto maggiormente il rimpicciolimento genetico della sottospecie (più una specie è perseguitata dai cacciatori e più si rimpicciolisce in quanto gli esemplari più grandi sono uccisi). Infatti, le tigri siberiane odierne sono più piccole del passato e di dimensioni comparabili a quelle del Bengala.

Come accade per altri animali, anche la tigre in cattività, a causa della mancanza di esercizio e di un'alimentazione sregolata, può andare incontro ad episodi di obesità che la portano a raggiungere dimensioni abnormi: è il caso ad esempio di Brutus, tigre siberiana ospite di un santuario che ha toccato il peso record di 1100 libbre (quasi 500 kg). Si tratta di dimensioni, ritenuti da tutti gli esperti, impossibili da raggiungere per una tigre selvatica anche perché andrebbero a scapito dell'animale che faticherebbe a cacciare.

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video

Distribuzione

Geografia

Un tempo i territori occupati dalla tigre ricoprivano l'intera Asia, dalla Turchia fino alla costa orientale della Russia. Nel XX secolo le tigri sono mano a mano scomparse dalle zone a sud-ovest e in tutta la zona centrale dell'Asia, nonché dalle due isole indonesiane di Giava e Bali (causando la relativa estinzione di due sottospecie) e da vaste aree del Sud-Est e Asia orientale. Ormai le tigri hanno perso il 93% del loro areale.Secondo il WWF, nel 2016, rimangono presenti nel mondo solo circa 3890 esemplari di tigre allo stato selvatico, il minimo storico (nel 1900 erano circa 100.000, nel 1980 ancora 21.500 circa).

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Attualmente gli stati in cui è presente in natura sono tredici: Bangladesh, Bhutan, Birmania, Cambogia, Cina, India, Indonesia, Laos, Malaysia, Nepal, Russia, Thailandia e Vietnam, probabilmente vi sono presenti degli esemplari anche in Corea del Nord, ma non vi sono prove recenti a conferma. Ad oggi, conseguentemente all'intervento umano, popolazioni di tigri allo stato brado sono presenti anche in Sudafrica.

Sanderson et al. nel 2006 ha lavorato alla stesura di una mappa mondiale che ben definisse l'attuale areale della tigre e le eventuali zone in cui l'animale potrebbe vivere e svilupparsi. Queste aree, denominate Tiger Conservation Landscapes o più semplicemente con la sigla TCL, sono definibili come delle aree in cui vi è un habitat tale da consentire la vita e la conservazione di almeno cinque esemplari di tigre

Sono state delineate 76 aree TCL, per una superficie totale di 1.184.911 km², di varie dimensioni, dalla più grande in Russia, con i suoi 269.983 km²al alla più piccola da 278 km² in India. Va considerato però che la reale superficie media delle aree è al di sotto dei 10.000 km² (circa 61 TCL). Gli studiosi Rabinowitz, Karanth e Nichols hanno individuato, come aree "migliori", quelle situate nelle zone centrali, in quanto ricche di prede.

Tuttavia, il reale territorio adatto alla sopravvivenza della tigre è inferiore alla superficie totale indicata dai TCL, in quanto la maggior parte di essi contengono zone in cui la tigre non può più vivere, in quanto si trovano al di fuori dei territori delle aree protette e delle riserve naturali.

Bisogna anche segnalare che non è impossibile che l'esistenza delle tigri possa avvenire al di fuori dei TCL, anzi si sono documentati più di 500 casi, però, sempre secondo gli studi effettuati, si tratta di aree considerate troppo piccole per sostenere una popolazione a lungo termine.

La tigre occupa più di duecento diversi tipi di habitat, che possono variare dalle foreste pluviali tropicali ai boschi di conifere e betulle nell'oriente russo, attraverso le mangrovie della foresta di Sundarbans.

Questo dimostra un'elevata adattabilità, caratterizzata dalla capacità di affrontare una svariata gamma di condizioni climatiche, che comprende zone completamente opposte tra loro, come quelle umide e calde ad aree estremamente rigide e nevose dove le temperature possono essere le più basse -40 gradi Celsius.

Fino al 2008 si credeva che la tigre potesse vivere fino ad un'altezza pari a 3000 metri, ma nel Bhutan, sono stare trovate e fotografate tracce di impronte di tigri che hanno dimostrato che questo predatore possa raggiungere territori che si trovano tra i 3700 e i 4300 metri. Nel 2010 alcuni reporter della BBC hanno scoperto, attraverso delle telecamere nascoste, che la tigre del Bengala si può spostare e permanere fino ai 4000 metri di altezza. Le cause di questo "spostamento", ad elevate altitudini, possono essere imputate al riscaldamento globale e alla pressione esercitata da parte dell'uomo, anche se esiste la possibilità che la tigre già naturalmente avesse vissuto a tali altezze ma semplicemente non fosse mai stata osservata finora.

Gli ambienti sopra descritti adatti alla tigre, presentano tre caratteristiche di valore primario:

  • abbondanza di fonti d'acqua;
  • un'elevata presenza di vegetazione alta che conferisce una buona zona di caccia e un buon riparo;
  • La presenza di prede da cacciare per sopravvivere.

Tutti i tipi di foresta costituiscono un buon habitat per la tigre del Bengala. Oltre a quelle di mangrovie, già menzionate, sul delta del Gange, essa popola le giungle dell'India, dell'Indocina e del Nepal, le foreste umide di alberi sempreverdi dell'Assam e quelle spinose dei Ghati occidentali. Il predatore si sente a proprio agio anche nel folto delle distese di bambù, nelle paludi e nelle boscaglie.

In Birmania la tigre predilige le fitte foreste subequatoriali, mentre quelle malesi e indonesiane mostrano un ottimo adattamento alla foresta pluviale. Gli esemplari della sottospecie siberiana si spostano, invece, lungo il bacino dell'Amur preferendo le foreste montane non abitate dall'uomo. Per proteggersi nei periodi più freddi, sviluppano uno strato isolante di grasso sul ventre e sui fianchi.

Essendo la tigre una specie di animale che necessita di grandi spazi per poter vivere e riprodursi, è molto sensibile anche al minimo cambiamento dell'habitat in cui vive e la sua continua diminuzione è una delle principali cause che hanno portato la tigre al rischio d'estinzione. Tutto questo è principalmente causato dall'Uomo e dalla sua costante crescita demografica, considerata in Asia una vera e propria esplosione demografica, che ha interessato aree che in precedenza offrivano alla tigre ampi spazi ove vivere. La conseguenza è stata una costante distruzione delle foreste, anche mediante grossi incendi. La deforestazione oltre all'aver limitato lo spazio fisico a disposizione della tigre, ha comportato uno squilibrio nella biodiversità delle aree, dando il via ad una drastica diminuzione delle prede e ad un elevato rischio di contatto con l'uomo, che trasformando quello che era foresta in campi agricoli e il relativo avanzamento delle aree urbanizzate era definitivamente entrato nella nicchia ecologica della tigre e di altre specie di animali.

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Tigre mappa dell'habitat
Tigre mappa dell'habitat

Abitudini e stile di vita

Non molto si sa sulle abitudini della tigre allo stato selvatico. I rari studi fin qui effettuati si riferiscono soprattutto alla sottospecie più comune, quella del Bengala. È comunque noto che questo felino, a differenza del leone, raramente si trova in spazi aperti. Le sue maggiori garanzie di successo nella caccia risiedono, infatti, nella possibilità di inseguire furtivamente la preda per poi tenderle l'agguato nel momento più opportuno. In un territorio privo di alberi il suo sgargiante mantello si staglierebbe in modo troppo evidente, mettendo sull'avviso gli altri animali; esso si confonde invece molto bene con l'ambiente nel folto della giungla o nel sottobosco in prossimità di pozze d'acqua.

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Le tigri, animali solitari, sono di norma poco disponibili a dividere il proprio territorio con altri simili. Sono stati osservati, tuttavia, occasionali incontri che non si sono conclusi con una lotta e anche casi di spartizione di una preda. È stato pure osservato che i maschi hanno un più spiccato senso di territorialità: essi tollerano le intrusioni delle femmine assai più di quelle compiute da rappresentanti dello stesso sesso, mentre le femmine sono più predisposte alla condivisione con esponenti di entrambi i sessi.

Le tigri marcano il territorio graffiando gli alberi, spruzzando le piste battute con urina e secrezioni prodotte da ghiandole anali e anche depositando le proprie feci in luoghi ben evidenziati. Questi segnali forniscono informazioni sul detentore del territorio e inoltre mettono sull'avviso i maschi al riguardo di femmine in calore.

Come tutti i predatori, la tigre cerca di risparmiare al massimo le proprie energie per impiegarle nella caccia. Perciò trascorre anche l'80% del tempo riposando o dormendo. Si muove all'alba o, preferibilmente, con le luci del crepuscolo per poi cacciare, se necessario, l'intera notte. Complice l'oscurità, può percorrere grandi distanze camminando lungo i letti dei ruscelli, i sentieri e anche le strade battute dall'uomo. Quando avvista la preda, striscia in avanti tenendo il corpo quasi a livello del suolo per evitare di essere scorta. Le strisce del mantello si rivelano in quei momenti molto utili per confondere la sua immagine con le ombre proiettate dall'erba alta.

Il possesso di un'area è particolarmente importante per la femmina, che soltanto se ha la certezza di muoversi in un ambiente ben conosciuto e ricco di prede, può crescere i suoi piccoli con relativa tranquillità. Il problema si pone soprattutto quando essi non possono ancora seguirla nella caccia: in questa situazione, infatti, la madre deve trovare cibo a poca distanza dalla tana, così da poter tornare e allattare la prole a intervalli regolari. La progressiva crescita dei figli le consentirà poi spostamenti sempre più lunghi, ma comunque l'impegno di alimentare a sufficienza se stessa e i cuccioli resta sempre molto gravoso per la madre. Il territorio di un maschio è abitualmente tre o quattro volte più grande rispetto a quello di una femmina, e ciò si spiega col fatto che la sua pulsione riproduttiva lo stimola all'incontro con più femmine in estro.

Le tigri compiono, all'interno dei loro territori, percorsi anche molto lunghi; questi itinerari sono disseminati di tane e nascondigli in cui riposare.

Diversamente dal leone e dal leopardo, la tigre non ha l'abitudine di salire sugli alberi.

Diversamente da altri felini, la tigre è molto attratta dall'acqua, ed è facile, quando il clima è caldo, vederla immersa in fiumi o ruscelli. Nuotatrice capace di percorrere lunghe distanze, insegue le prede anche nelle grandi pozze d'acqua, da cui riemerge tenendo in bocca l'animale appena ucciso. La forza dimostrata nell'effettuare questi trasporti è sorprendente. Può trascinare in un luogo sicuro, dove cibarsi con tranquillità, un maschio di bufalo indiano del peso di circa 900 kg.

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Comportamento stagionale

Dieta e nutrizione

La tigre è considerata un predatore notturno, che agisce solitamente dal tramonto all'alba. Tuttavia può anche cacciare durante il giorno nelle zone in cui gli esseri umani sono assenti, sono state infatti osservate tramite delle telecamere azioni di caccia durante le ore diurne.

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Per individuare la sua preda utilizza soprattutto la vista e l'udito, mentre il senso dell'olfatto è considerato secondario durante la caccia. Gli obbiettivi preferiti sono solitamente esemplari giovani o vecchi, considerati più deboli rispetto ad esemplari adulti e più facili da uccidere.

Una volta individuata la preda, come altri felini, utilizza la tattica dell'agguato prediligendo un avvicinamento furtivo alle spalle per poi attaccare con uno scatto o un balzo. Nonostante la sua grande stazza le tigri possono raggiungere una velocità tra i 49 e i 65 chilometri orari (quest ultima velocità solo per le sottospecie più piccole, le più grandi massimo a 60 km/h), che possono però essere mantenuti solo per brevi distanze. Se ne deduce che devono essere relativamente vicine alla loro preda prima di sferrare l'attacco, questo rende ancora più fondamentale la tecnica di mimetizzazione e avvicinamento silenzioso alla preda. Altra tecnica utilizzabile nel momento di attacco è la sua capacità di saltare in orizzontale per una lunghezza massima pari a 10 metri. Tuttavia, solo un attacco su venti finisce con la cattura e l'uccisione della preda.

Le prede variano a seconda delle zone in cui vivono ma preferiscono cacciare ungulati che pesino almeno 90 kg. La tigre del Bengala caccia cervi, cinghiali, gaur, bufali d'acqua, nilgau e antilopi mentre la tigre siberiana si nutre di cervi, cinghiali, saighe, alci e salmoni (specialmente nel periodo della riproduzione in cui sono carichi di uova e quindi molto nutrienti). Le tigri di Sumatra cacciano cervi, cinghiali, muntiacus, tapiri e oranghi. Più raramente cacciano animali più piccoli come scimmie, conigli, lepri, pavoni e pesci.

La tigre attacca gli altri carnivori prevalentemente per difesa o per sbarazzarsi della competizione, ma se questi soccombono durante la lotta la tigre non esita a cibarsene. In certi casi le tigri possono specializzarsi nel dare la caccia ad altri predatori, è il caso di Machali, una tigre femmina indiana divenuta famosa per l'abitudine di uccidere e mangiare coccodrilli. Generalmente gli orsi non sono visti come prede dalle tigri e vengono affrontati solo in dispute per il possesso di una preda o per la difesa del territorio (sebbene specie di orso più piccole come l'orso del sole o il panda siano più facilmente vulnerabili e quindi visti come prede dalle tigri). La tigre siberiana sembrerebbe l'unica sottospecie che caccia propriamente gli orsi che vivono nel suo areale (ovvero l'orso nero asiatico della Manciura e l'orso bruno dell Amur) arrivando a imitare il richiamo amoroso degli orsi per attrarli a sé. Benché l'orso bruno dell Amur sia più grosso e pericoloso, la tigre preferisce cacciare proprio questi perché l'orso nero asiatico è un ottimo arrampicatore e sale spesso sugli alberi per sfuggire ai predatori. Gli orsi costituiscono fino al 40,7% della dieta delle tigri siberiane a seconda del loro numero nelle zone in cui vivono.

Se la sua preda è di piccola taglia solitamente morde alla nuca, provocando la rottura delle vertebre cervicali e del midollo spinale, perforando la trachea e arrivando anche a recidere la vena giugulare o l'arteria carotidea, mentre se è di maggior stazza preferisce mordere alla gola e soffocarla, in quanto il morso alla gola impedisce alla preda di difendersi con corna e/o zoccoli, impedendo loro di alzarsi. Anche se raramente osservato, alcune tigri sono state viste uccidere con delle zampate. Le zampe anteriori sono abbastanza potenti da rompere i crani di un bufalo d'acqua o di un gaur (uno dei più grandi bovini del mondo), e la schiena di un orso labiato. Un esperimento condotto da scienziati ha dimostrato che anche una tigre femmina può esercitare una potenza superiore a 10.000 libbre d'impatto con una zampata.

Il morso della tigre è estremamente potente: esercita una pressione pari a circa 1.050 libbre, quasi il doppio di quello di un leone.

Dopo aver afferrato la preda alla gola, la tigre la blocca con le zampe e la spinge a terra mostrando un incredibile forza fisica. Gaur e bufali d'acqua pesanti oltre una tonnellata sono stati abbattuti con questo metodo da tigri pesanti un sesto di loro.

Le tigri del Bengala sono state osservate imitare il richiamo amoroso dei cervi per attrarli a sé mentre le tigri siberiane fanno lo stesso per gli orsi.

Dopo aver catturato e ucciso, a differenza del leone, tende a spostare la carcassa della sua preda al riparo tra cespugli o nella fitta boscaglia ed eventualmente nasconderla ricoprendola di foglie o altro per tornare successivamente a consumarla. Questo richiede molta forza fisica. In un'occasione, venne osservata una tigre che dopo aver ucciso un gaur adulto, aveva trascinato l'imponente carcassa per circa 12 m. Quando 13 uomini tentarono simultaneamente di trascinare la stessa carcassa in seguito, non riuscivano a spostarlo.

Una tigre necessita di circa 4–5 kg di carne al giorno ma può andare avanti per due settimane senza mangiare per poi mangiare fino a 50 kg in un solo pasto e rimanere sazio a lungo. Benché siano carnivore, le tigri a volte inghiottono erba o frutti di varie piante per facilitare la digestione.

Le tigri sono delle predatrici solitarie, esiste però una testimonianza di caccia di gruppo: all'interno del Parco nazionale di Ranthambore in India, vi erano due maschi e tre femmine volte alla preda di un membro del gruppo. Questo tipo di comportamento non però è da considerarsi comune. Tuttavia, un caso analogo si è verificato il 21 ottobre 2014 nel Parco Nazionale del Kaziranga: un gruppo di quattro tigri ha dato la caccia e divorato insieme un elefante ammalato. Jim Corbett assistette anche all'uccisione di un elefante da parte di una coppia di tigri. Più recentemente, nel marzo 2017 è stato documentata un'altra caccia di gruppo: una coppia di tigri e i loro due figli adolescenti hanno abbattuto insieme un rinoceronte maschio adulto.

La percentuale di successo durante una battuta di caccia varia fra gli individui e gli habitat, ma è da considerarsi comunque bassa, per esempio: nel Parco Nazionale di Ranthambore, solo il 10% delle cacce hanno esito positivo, mentre nei fitti boschi del Parco nazionale di Kanha, la media scende addirittura al 5%.

Durante il 1980, all'interno del Parco nazionale di Ranthambore, una tigre di nome "Genghis" è stata osservata frequentemente cacciare le proprie prede nelle acque di un lago profondo, un modello di comportamento che non era stato precedentemente testimoniato in più di 200 anni di osservazioni. Queste battute di caccia all'interno di un ambiente come l'acqua, inusuale per la tigre, hanno fatto riscontrare risultati straordinari con ben il 20% delle battute di caccia che terminava con la cattura e l'uccisione della preda.

Durante la caccia, la tigre non caccia animali di stazza superiori ad un gaur per evitare rischi di ferimento. Generalmente la tigre evita gli elefanti asiatici adulti per le loro dimensioni, la loro forza e poiché vivono in gruppi numerosi, limitandosi ad attaccare esemplari giovani che riesce a separare dal resto del branco. Tuttavia, nemmeno gli elefanti adulti possono dirsi completamente al sicuro dalle tigri: nel 14 marzo del 2012, presso il Parco Nazionale di Jim Corbett, si è registrato l'abbattimento di un elefante maschio adulto che è stato poi progressivamente divorato dalla tigre. Analogamente, il 23 settembre 2006, nella riserva di Similipal in India, una tigre maschio ha ucciso sia un cucciolo di elefante che la madre che ha tentato di difenderlo. Il Colonnello Kesri Singh nel suo libro La Tigre di Rajasthan riporta di aver assistito allo scontro tra una tigre e un grosso elefante maschio, dopo che la prima aveva assalito e ucciso un cucciolo di elefante. Lo scontro si protrasse per tre-quattro ore ma, alla fine, la tigre riuscì ad abbattere anche l'adulto. L'evento fu descritto, nel romanzo, come Morte da Mille Artigli Ancora: sempre nel Parco Nazionale di Jim Corbett, un elefante morì per le ferite inflitte da una femmina di tigre, stavolta intenzionata a proteggere i suoi cuccioli. Quando una tigre attacca un elefante, essa sfrutta la sua superiore velocità e agilità per posizionarsi dietro il pachiderma, al riparo della proboscide e delle zanne che potrebbero ucciderla. Con un grande balzo, la tigre si aggrappa alla zona posteriore dell'elefante e, se l'elefante non riesce a scalciarla in tempo, si arrampica fino alla schiena dove infligge profonde ferite all'animale con i suoi morsi e i suoi artigli. Il processo può essere ripetuto più volte, finché l'elefante non cede per la perdita di sangue.

Il rinoceronte indiano, ancorché di stazza inferiore all'elefante, vista la sua pelle molto spessa e dura ed il suo temperamento molto aggressivo, è difficilmente predabile dalla tigre ma può capitare anche il contrario: nel Parco Nazionale del Kaziranga, che ospita la più alta popolazione di rinoceronti indiani, le tigri predano soprattutto i cuccioli ma possono abbattere anche gli adulti occasionalmente. In totale sono stati registrati 20 casi di uccisioni di rinoceronti da parte di tigri. Nella riserva di Dudhwa, sempre in India, si sono verificati invece tre casi di uccisione di rinoceronti adulti da parte di tigri.

È stato documentato un caso di uccisione anche di un coccodrillo marino di considerevoli dimensioni, abbattuto però sulla terraferma.

La tigre ha un fabbisogno alimentare di 3-4 tonnellate di carne all'anno. Abitualmente caccia da sola. In casi eccezionali, però - come è già stato rilevato - si sono visti due esemplari cooperare all'abbattimento di una preda molto grande.

Cacciatrice dalla enorme forza, la tigre è in grado di uccidere anche animali grandi quattro o cinque volte la sua taglia, lacerando loro i tendini all'altezza delle ginocchia con le sue zampe anteriori, per renderli impotenti. Successivamente si abbatte sul loro dorso uccidendoli nel modo già descritto. Altrimenti usando la sua forza li getta a terra e li uccide. Sono stati documentati molti casi di tigri che hanno gettato al terreno bufali e gaur sei volte il loro peso.

Dopo averla uccisa, la tigre trascina la carcassa della preda in un luogo isolato, lontano da animali spazzini come avvoltoi e sciacalli, e di preferenza in prossimità dell'acqua. Essa è solita cominciare il pasto dai quarti posteriori squarciando la pelle con gli artigli e i denti affilati e passandovi poi sopra la lingua rasposa. Un adulto di tigre del Bengala può divorare anche 30 kg di carne in una volta sola. In seguito sentirà il bisogno di dissetarsi. Se la preda non è ancora totalmente consumata, il predatore seppellisce i resti sotto un cumulo di foglie e ritorna sul luogo diverse notti di seguito per completare il pasto. Durante questo periodo, non si allontana mai troppo dalla carcassa per difenderla dagli altri animali affamati. La voracissima tigre si nutre di qualsiasi parte della preda, compresi polmoni, reni e altri organi interni; a differenza di altri felini, continua a ripulire la carcassa anche quando la carne, con il passare dei giorni, incomincia a imputridire.

La femmina di tigre, impegnata a portare cibo ai piccoli, li sorveglia durante il pasto e mangia soltanto quando essi sono sazi. Si è calcolato che una madre deve uccidere una volta ogni cinque-sei giorni, raggiungendo una quota annua di 60-70 prede, mentre una femmina priva di cuccioli soltanto una volta ogni otto giorni, non superando il numero annuo di 40-50 uccisioni. I cuccioli imparano a cacciare osservando la madre. La loro iniziazione comincia fin dalle prime settimane, attraverso i modelli di comportamento suggeriti dal gioco.

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Abitudini di accoppiamento

COMPORTAMENTO DI ACCOPPIAMENTO

L'accoppiamento fra tigri può verificarsi in un qualsiasi periodo dell'anno, ma generalmente è più comune che avvenga tra il mese di novembre e il mese di aprile. Per questo gli accoppiamenti sono molto frequenti e caratterizzati dall'essere molto rumorosi. Va però considerato che il periodo di ciclo estrale della femmina dura pochi giorni, nei quali l'accoppiamento si intensifica in modo da aumentare le possibilità di fecondazione ed è caratterizzato dal fatto di essere breve ma ripetuto più e più volte al giorno.

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L'accoppiamento non è caratterizzato da un iniziale corteggiamento da parte del maschio, anzi è proprio la femmina che segnala la sua presenza con ripetuti gemiti e ruggiti accompagnato dall'emanazione di odori tipici che fanno recepire al maschio il suo stato di fertilità. Successivamente ha inizio il corteggiamento, mediante contatti, come il mordersi il muso vicendevolmente e con sfregamenti continui. Quando la femmina è pronta, assume la posizione tipica dei felini durante l'accoppiamento: si siede con le zampe anteriori distese e quelle posteriori piegate, il maschio si posiziona dietro di lei montandola e penetrandola, durante l'eiaculazione tende ad afferrare con le fauci la femmina per il collo. Una volta terminato l'accoppiamento, seguito generalmente da un breve periodo di riposo, la tigre femmina si libera da sotto il maschio, girandosi anche con scatti violenti contro il suo compagno. Come tutti i felini, il pene è ricoperto da aculei che servono ad indurre l'ovulazione della femmina durante la penetrazione. Questi aculei potrebbero provocare dolori alla femmina, il che spiegherebbe il suo comportamento violento alla fine del rapporto. Come tutti i felini, le tigri si accoppiano più volte in una sola giornata.

Al pari degli altri felini, la tigre femmina partorisce da sola dopo essersi ritirata in una grotta o in un altro spazio chiuso. Se il maschio dovesse restarle vicino la femmina lo allontanerebbe. Solamente in cattività, le femmine sembrano disposte ad accettare la presenza dei compagni durante il travaglio.

Il periodo di gestazione è di circa 93-114 giorni (3-4 mesi) e nella cucciolata normalmente, vengono alla luce circa 2-4 cuccioli (si è registrato un massimo di sette) con un intervallo delle nascite di circa 10-20 minuti, caratterizzato dal fatto che ad ogni parto, la madre mangia il cordone ombelicale, l'amnios e la placenta Il peso si aggira intorno al 1 kg ciascuno (750-1600 grammi). Una caratteristica dei cuccioli appena nati è la totale cecità e la completa impotenza nel compiere grandi movimenti, di conseguenza non sono in grado di difendersi da soli. Sono infatti le femmine ad occuparsi di loro nei primi giorni di vita, nascondendo la prole al riparo in tane, solitamente create in fitti cespugli e in fessure rocciose. L'allevamento dei cuccioli è in gran parte sostenuto dalla madre e si è sempre ritenuto che i maschi si disinteressassero della loro prole. Si tratta, in realtà, di una credenza errata. Già nel 1960 George Schaller documentò gruppi famigliari di tigri del Bengala completi di entrambi i genitori. Nel 2012, in India è stato filmato un maschio di tigre che faceva visita alla sua compagna e ai suoi cuccioli sub-adulti e sebbene si sia trattata della prima volta che i ranger della riserva li vedessero insieme, il fatto che i cuccioli lo abbiano riconosciuto subito era segno che il loro padre era venuto più volte a fargli visita fin da quando erano piccoli. Casi di tigri maschio che si prendono cura dei propri figli sono stati filmati più volte, sempre in India. È stato anche osservato come in caso di morte della madre, sia il padre ad assumersi la piena responsabilità dei piccoli.. Nel 2015, è stato documentato lo stesso caso anche per una famiglia di tigri siberiane. A differenza del leone maschio, in caso si ritrovino a consumare un pasto insieme i maschi di tigre permettono alle femmine e ai cuccioli di mangiare prima di loro.

La femmina di tigre, in condizioni normali, torna in uno stato fertile dopo venti mesi dal precedente parto, fino ad un'età di 14 anni, oltre la quale le tigri non possono più riprodursi.

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Popolazione

Minacce demografiche

Nonostante le misure a tutela della conservazione della specie, attualmente tutte le sottospecie di tigre sono da considerarsi in pericolo d'estinzione. Si tratta di un processo in accelerazione a partire dagli ultimi due secoli. Fino alla metà del Settecento, gli esemplari di questa specie erano numerosi e si spostavano agevolmente in ogni parte dell'Asia, costituendo i propri territori ovunque vi fosse abbondanza di prede. La loro popolazione complessiva superava le 100.000 unità, di cui 40.000 erano nelle giungle indiane.

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A partire dalla seconda metà del XVIII secolo, la situazione incominciò a cambiare radicalmente. Le armi da fuoco, divenute più efficienti, misero gli esponenti delle classi agiate nella condizione di fare della caccia alla tigre un'attività elitaria. Contemporaneamente, l'infittirsi dei rapporti commerciali con l'Europa provocò la forte richiesta sul mercato di legname di pregio, come per esempio il mogano, che cresce nelle foreste indiane.

La caccia indiscriminata alla tigre da parte dell'uomo, dovuta in particolar modo al bracconaggio per il commercio delle pelli, alle credenze della medicina tradizionale cinese e alla paura che l'animale incute per la fama di "mangiatrice di uomini", il tutto aggravato dalla costante riduzione del suo habitat naturale, hanno portato ad una diminuzione drastica del numero di esemplari in natura. Nel 2006 una stima mondiale ha portato in evidenza che gli esemplari in natura si aggirerebbero tra i 3.402 e i 5.140, mentre gli ultimi rilevamenti pongono il numero intorno ai 3.200 esemplari.

Verso la fine del XX secolo, visto l'avvento dei divieti per la caccia alla tigre grazie ai primi progetti di salvaguardia della specie (ultimo tra questi il divieto cinese del 1996), iniziò a formarsi un commercio illegale sulla tigre che diede vita ad un vero e proprio bracconaggio da parte di cacciatori di frodo. Nei primi anni del 1990 il bracconaggio era sostenuto soprattutto per il commercio delle ossa in favore della Medicina tradizionale cinese (Nowell, 2000) e nonostante le azioni per contrastarlo, anche a livello internazionale, tale commercio illegale persiste (Nowell, 2007). Vi sono altri fattori che alimentano la caccia di frodo e sono principalmente il commercio illegale di pelli, denti e artigli (Pastore e Magnus, 2004; Ng e Nemora 2007)

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Fatti divertenti per i bambini

  • La tigre è l'animale nazionale dell'India, del Bangladesh, della Malesia e della Corea del Sud.
  • Sapevi che il manto di una tigre è visibile anche quando è rasato. Ciò non è dovuto alla pigmentazione della pelle, ma ai follicoli di stoppie e pilifili incorporati nella pelle.
  • Le tigri hanno anche una macchia bianca di spicco sul retro delle loro orecchie, circondata da nero. Si pensa che questi punti svolgano un ruolo importante nella comunicazione tra individui.
  • Le tigri possono attraversare i fiumi fino a (4,3 mi) di larghezza e possono nuotare fino a 29 km (18 mi) in un giorno.
  • Le tigri gemeranno quando sono nervose; Questo suono è simile a un ruggito ma più sommerso e realizzato quando la bocca è parzialmente o completamente chiusa. Il loro gemito può essere ascoltato a 400 m (1.300 piedi) di distanza!

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Riferimenti

1. Tigre articolo su Wikipedia - https://it.wikipedia.org/wiki/Panthera_tigris
2. Tigre sul sito della Lista Rossa IUCN - http://www.iucnredlist.org/details/15955/0

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