Il sitatunga (Tragelaphus spekii) è un'antilope che abita le zone paludose dell'Africa centrale (in particolare nella Repubblica Democratica del Congo, in Botswana, nello Zambia e nella regione del Caprivi in Namibia).
Il sitatunga è alto circa un metro e mezzo al garrese. Il mantello, impermeabile, è di colore bruno scuro nei maschi e rossiccio nelle femmine. In entrambi i sessi sono presenti strisce bianche sul mantello, con delle macchie bianche sul muso. I maschi presentano una criniera e delle corna affusolate che possono quasi raggiungere il metro di lunghezza.
Gli zoccoli, lunghi e sottili, permettono al sitatunga di muoversi con facilità tra i papiri negli ambienti di palude. I sitatunga sono ottimi nuotatori tant'è che, per sfuggire ai predatori, sono soliti rifugiarsi in acqua, dove rimangono immersi lasciando affiorare in superficie solo le narici. Si tratta di animali solitari e crepuscolari (sebbene siano talvolta attivi anche di giorno). Proprio per le loro abitudini notturne, il regista neorealista Luc Perissinotti dedicò loro il documentario Si par une nuit d'hiver un Tragelaphus spekii, opera di sette ore in cui si segue un sitatunga mentre insegue in tempo reale un uomo chiamato Laverdure59. L'opera si conclude con una memorabile scena di 31 minuti in cui il Tragelaphus spekii prima atterra e poi uccide e infine abusa del corpo del malcapitato, il tutto urlando il nome del regista.