Squalo elefante

Squalo elefante

Cetorhinus maximus, Cetorino, Squalo pellegrino

Regno
Phylum
Ordine
Famiglia
SPECIE
Cetorhinus maximus
Durata
32 years
Peso
4000
8800
kglbs
kg lbs 
Lunghezza
280-1520
110.2-598.4
cminch
cm inch 

Lo squalo elefante (Cetorhinus maximus Gunnerus, 1765), detto anche cetorino o squalo pellegrino, è un pesce cartilagineo, unico membro attuale del genere Cetorhinus e sola specie esistente della famiglia dei Cetorinidi. Con una lunghezza media di 10 metri ed una massima che può raggiungere i 12, questo squalo è considerato il secondo pesce più grande attualmente vivente sulla Terra dopo lo squalo balena.

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Facilmente riconoscibile grazie all'alta pinna dorsale e alla bocca che viene distesa al massimo quando si nutre, lo squalo elefante è presente negli oceani e nei mari temperati. Imponente, lento e privo di aggressività - il suo nome in inglese, Basking shark, si può tradurre in «squalo che si crogiola al sole» -, questo squalo è assolutamente innocuo per l'essere umano. Questo gigante dei mari si nutre principalmente di plancton, alghe o animali microscopici che assorbe attraverso la grande bocca.

Come molti squali, anch'esso figura tra le specie minacciate e la sua diversità genetica non sembra essere molto elevata. Sebbene non si disponga di dati precisi sulla sua popolazione totale, la specie è considerata in pericolo.

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Origine del nome animale

Nel 1765, Johan Ernst Gunnerus fu il primo a descrivere l'animale con il nome scientifico Squalus maximus, a partire da un esemplare rinvenuto in Norvegia. Successivamente, l'animale assunse numerosi altri nomi, tra cui Squalus pelegrinus, Squalus elepha o ancora Selache maximus. Ciò è dovuto al fatto che i naturalisti lavoravano quasi esclusivamente su campioni naturalizzati ed «è molto difficile conservare questi animali nei musei; si deformano durante i processi di essiccazione, perdendo una parte delle loro caratteristiche; ciò spiega perché le raffigurazioni che ci hanno lasciato i diversi autori differiscano così tanto tra loro». Nel 1816, Henri-Marie Ducrotay de Blainville propose la denominazione «Cetorhinus» per stabilire il genere dell'animale. Questo termine è un nome composto derivante dal greco antico κῆτος (ketos), che significa «mostro marino» ma designa in senso più ampio i grandi cetacei, e da ῥινός (rhinos), cioè «naso». Nonostante alcune variazioni nel corso degli anni, questo appellativo ha infine prevalso sugli altri.

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Lo squalo elefante deve questo appellativo non solo alle sue dimensioni, ma anche al fatto di possedere, nei primi anni di vita, un «naso» particolarmente allungato e prominente. L'altro nome con cui viene indicata questa specie, squalo pellegrino, non deriva dalla sua abitudine di spostarsi su lunghe distanze, ma per ragioni morfologiche e «di abbigliamento». Secondo Alfred Brehm, «è chiamato pellegrino a causa della somiglianza che si voleva trovare tra i colletti del mantello dei pellegrini e le pieghe fluttuanti formate dal bordo libero delle membrane interbranchiali di questo squalo».

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Aspetto

Presente, tra l'altro, nelle acque temperate d'Europa, questo animale si distingue facilmente dagli altri squali per le sue grandi dimensioni. Infatti, la dimensione massima segnalata è di 12,2 m. A riposo, si caratterizza per le sue fessure branchiali allungate, che occupano quasi l'intera altezza della testa, il muso appuntito e l'ampia bocca. Quando si nutre, nuota tenendo la bocca spalancata con le fessure branchiali distese lateralmente che filtrano il plancton, mentre lascia emergere dalla superficie la pinna dorsale e la parte superiore della pinna caudale a forma di mezzaluna.

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Il corpo dello squalo elefante è fusiforme, e nella parte posteriore termina progressivamente a punta a partire dal margine anteriore della prima pinna dorsale - punto in cui raggiunge il suo diametro maggiore - al peduncolo caudale. La testa, corta rispetto al tronco, è leggermente compressa lateralmente a livello della bocca. Il muso è molto corto, appuntito e conico, prolungato in una sorta di proboscide, tronco nella parte anteriore e terminante con una punta che presenta numerose ampolle di Lorenzini sulla superficie dorsale. Gli occhi, situati leggermente indietro al punto da cui ha origine la bocca, sono piccoli, privi di membrana nittitante o pieghe suboculari. Le fessure branchiali dello squalo elefante sono molto grandi, e si estendono dal lato superiore della testa fino al livello della gola. La prima di queste è la più lunga, la quinta la più corta. Delle branchiospine ricoprono la superficie interna degli archi branchiali. Grazie al loro numero e alla forma simile a fanoni, essi costituiscono un efficace setaccio che filtra il plancton dall'acqua ingerita. La bocca è grande e occupa quasi l'intera lunghezza della testa. Arrotondata negli adulti, essa è quasi trasversale nei giovani. L'articolazione della mascella è molto flessibile in corrispondenza delle sinfisi, e questo consente alla bocca di estendersi molto verso i lati. I denti sono piccoli: misurano 3 millimetri di lunghezza in uno squalo di 4 metri e appena 6 millimetri in un esemplare di 10 metri e hanno una forma a uncino. Essi sono ripartiti su 4-7 file funzionali, e, su ogni fila, si trovano quasi un centinaio di denti per ciascun lato della bocca. I denti centrali sono bassi e triangolari; quelli laterali sono conici, leggermente ricurvi e compressi lateralmente, con una parte basale striata e, su ciascun lato, una cresta laterale. Sulla mascella superiore, i denti mediani sono isolati, sparsi su un ampio spazio nel mezzo della mascella; questo diradamento dei denti non si nota sulla mascella inferiore.

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Distribuzione

Geografia

Lo squalo elefante preferisce le aree in cui si concentra lo zooplancton. Si tratta di zone in cui diverse masse d'acqua si incontrano o di promontori e zone soggette a forti maree attorno alle isole e nelle baie. Uno studio del 2008 ha dimostrato che questa specie può vivere anche in habitat ad una profondità di oltre 1000 m.

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In tutto il mondo, gli squali elefante occupano le acque temperate delle piattaforme costiere, ma sono presenti localmente al largo delle coste di 50 diversi paesi. Nell'Atlantico settentrionale, vengono osservati da sud-est a sud-ovest, passando per il nord, dal Senegal e da diversi paesi d'Europa (compreso il mar Mediterraneo), passando per la Norvegia, la Svezia e la Russia, fino all'Islanda, al Canada (Terranova, Nuova Scozia, Nuovo Brunswick), alla costa orientale degli Stati Uniti e al golfo del Messico. Nel Pacifico settentrionale, sono presenti, sempre da sud-ovest a sud-est passando per il nord, da Giappone, Cina e isole Aleutine, fino all'Alaska, alla Columbia Britannica e alla costa occidentale degli Stati Uniti e del Messico (Baja California e parte settentrionale del golfo di California). Lo squalo elefante non è mai stato osservato in acque equatoriali.

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Squalo elefante mappa dell'habitat
Squalo elefante mappa dell'habitat
Squalo elefante
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Abitudini e stile di vita

Nonostante le sue enormi dimensioni, lo squalo elefante è una creatura indolente, del tutto inoffensiva, che si muove lentamente ad una velocità di 3-4 nodi, anche se può raggiungere i 9-10 nodi. Deve il suo nome inglese di Basking shark («squalo che si crogiola al sole») alla sua abitudine di riposare in superficie durante le ore più calde della giornata, proprio come se si crogiolasse al sole, con la pinna dorsale che si agita delicatamente e una parte del dorso visibile sopra la superficie, o addirittura stando sdraiato su un fianco o sulla schiena, pancia in su. Johan Ernst Gunnerus, a cui si deve la prima descrizione della specie, notò fin dall'inizio il suo carattere disinvolto:

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Malgrado la sua apparente noncuranza, alcuni scienziati dell'università inglese di Plymouth hanno dimostrato, grazie a dei tag di geolocalizzazione, che questo squalo non si sposta casualmente quando si alimenta, ma che individuerebbe le zone ricche di zooplancton, selezionerebbe le specie preferite e memorizzerebbe le migrazioni del plancton durante le stagioni, in modo da poterlo localizzare in ogni periodo dell'anno.

Sebbene sia generalmente una creatura solitaria, in determinati momenti e per diversi mesi presenta un comportamento gregario. È abbastanza comune incontrare dei gruppi di squali elefante di venti, trenta, talvolta di sessanta-cento individui di diverse dimensioni che si muovono insieme, specialmente al momento della riproduzione.

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Comportamento stagionale

Dieta e nutrizione

Lo squalo elefante è quasi esclusivamente planctofago (assieme a sole altre due specie di squalo, lo squalo balena e lo squalo dalla bocca grande), come ha dimostrato l'esame del contenuto stomacale degli animali attivi in prossimità della superficie, dove si concentra lo zooplancton catturato dalle sue branchiospine specializzate. In primavera ed estate si trattiene nei punti dove si radunano i banchi di plancton, in acque dalla temperatura di 11-14 °C, e nuota con la bocca spalancata attraverso questi banchi, ingoiando l'acqua con ciò che contiene. L'acqua ingerita esce dalle fessure branchiali e i piccoli animali che costituiscono il plancton (specialmente Calanus helgolandicus) vengono trattenuti nel filtro costituito dalle branchiospine, lunghe e sottili, disposte su ciascun arco branchiale. Essi vengono quindi ingeriti, mentre l'acqua filtrata ed espulsa esce dalle fessure branchiali rigenerando l'ossigeno del sangue. Tuttavia, questa specie non si nutre esclusivamente di plancton, ma cattura anche piccoli pesci gregari: capelani, sgombri, sardine, aringhe, ecc. Alcuni autori hanno potuto «stimare a circa 400 chili la quantità di aringhe trovate nello stomaco di un adulto». Nello stomaco di uno squalo elefante catturato in Giappone sono stati rinvenuti anche dei gamberi pelagici di acque profonde, il che lascia ipotizzare che la specie faccia affidamento anche su fonti alimentari mesopelagiche.

Abitudini di accoppiamento

Le caratteristiche del ciclo vitale e della riproduzione dello squalo elefante sono poco conosciute, ma sono probabilmente simili a quelle degli altri lamniformi. Lo squalo elefante è ovoviviparo: la femmina mette al mondo dei piccoli vivi, che misurano da 1,5 a 2 m. Il periodo di gestazione sarebbe di circa 2-3-4-5-6 anni, il più lungo tra tutte le specie animali, eccezione fatta per lo squalo dal collare, e il periodo tra un parto e l'altro di 2-4 anni. Gli embrioni devono essere espulsi in inverno, in quanto se ne trova raramente traccia in aprile-maggio. I comportamenti di parata nuziale e le cicatrici suggeriscono che gli animali si accoppino in primavera: in questo periodo dell'anno, possiamo osservare due o tre squali elefante che nuotano insieme, uno dietro l'altro, quasi sempre con una femmina davanti e i maschi dietro. È stato possibile notare che il muso dei maschi che seguono e i loro pterigopodi presentano delle ferite da sfregamento, mentre la femmina non presenta mai sangue sul muso, bensì un'abrasione della regione cloacale. La produttività annuale stimata è la più bassa conosciuta tra tutti gli squali e la durata di una generazione è di 22-33 anni.

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È molto raro avvistare giovani esemplari di squalo elefante. È probabile che rimangano in acque profonde fino a quando non raggiungano una lunghezza di 2-3 metri. I giovani sono riconoscibili dalla loro testa, notevolmente diversa da quella degli adulti: è infatti allungata, e presenta un muso carnoso, spesso e appuntito la cui estremità è talvolta incurvata a uncino. I maschi raggiungono la maturità sessuale verso i 12-16 anni; la loro pubertà si manifesta esternamente con la progressiva scomparsa della proboscide e lo sviluppo degli pterigopodi, già presenti in individui di 3,5–4 m, che possono raggiungere una lunghezza compresa tra 60 centimetri e un metro negli esemplari adulti. Nelle femmine, la maturità viene raggiunta verso i 16-20 anni, quando anche loro perdono la proboscide. Le femmine adulte sono più grandi dei maschi allo stesso stadio di sviluppo, come nel caso di molte altre specie di squali. La durata di vita dello squalo elefante è probabilmente di circa 50 anni e la dimensione massima registrata è di 12,2 m di lunghezza.

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Popolazione

Minacce demografiche

Oggi, la più grande minaccia per questo squalo è la pesca intensiva ad opera dei paesi asiatici. Invece, al di fuori dell'Asia, le catture accidentali (nel caso un esemplare rimanga impigliato in una rete da posta, muoia lì o venga successivamente ucciso dai pescatori) e le collisioni con le imbarcazioni sono i fattori che minacciano maggiormente le popolazioni di squalo elefante.

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A causa della sua crescita lenta, del lungo periodo di gestazione e della tarda maturità sessuale, lo squalo elefante si dimostra incapace di riprendersi dalle perdite subite durante il XX secolo e presenta una bassa diversità genetica. È pertanto considerato dagli scienziati una specie in via di estinzione. Per questo motivo, lo squalo elefante viene elencato come «in pericolo» sulla Lista Rossa della IUCN (Unione mondiale per la conservazione della natura) e figura nell'appendice II della CITES e in diverse convenzioni internazionali come la convenzione OSPAR per la protezione dell'ambiente marino dell'Atlantico nord-orientale o la convenzione di Bonn sulla conservazione delle specie.

In Francia, la specie non è protetta: è proibito solamente pescarla e avvicinarsi ad essa. Due associazioni francesi sono attualmente all'opera per lo studio e la conservazione di questa specie: l'Association pour l'étude et la conservation des sélaciens (APECS), con sede a Brest, che effettua ogni anno il monitoraggio della popolazione a livello nazionale, e il Groupe de Recherche sur les Requins de Méditerranée, con sede ad Ajaccio, attivo nelle acque della Corsica.

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Nicchia ecologica

Gli esemplari adulti non hanno predatori conosciuti, ma i giovani sono senza dubbio vulnerabili agli attacchi dei grandi predatori marini come l'orca (Orcinus orca) o lo squalo bianco (Carcharodon carcharias). In un caso eccezionale, uno squalo elefante di 2,5 m è stato rinvenuto nello stomaco di un capodoglio delle Azzorre.

Relationship with Humans

A causa della loro dieta planctivora, gli squali elefante sono innocui per gli esseri umani. Il loro comportamento non è mai aggressivo e non attaccano i subacquei o le imbarcazioni. Tuttavia, a causa delle loro dimensioni, hanno una forza tremenda e possono ferire un sub con un semplice movimento di fuga o di difesa. Inoltre, la loro pelle ricoperta di dentelli è abrasiva come la carta vetrata.

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In passato, questo squalo veniva cacciato in tutto il mondo principalmente per la sua carne e per l'olio ricavato dal suo fegato. Al giorno d'oggi, la pesca è praticamente cessata, tranne che in Cina e in Giappone. Le pinne sono vendute come ingrediente per la zuppa di squalo. Sul mercato asiatico, le pinne fresce possono costare fino a 1000 dollari, mentre quelle essiccate si vendono in genere a 700 dollari al chilo. Il fegato viene venduto in Giappone come afrodisiaco o come alimento funzionale, e l'olio da esso ricavato funge da eccipiente e da sostanza grassa per i cosmetici.

In Europa, nelle regioni in cui un tempo era oggetto di pesca, la specie, con lo sviluppo dell'ecoturismo, è oggi considerata un patrimonio naturale da proteggere. Malgrado tutto, a causa della sua rarità e fragilità, non esistono «safari acquatici» come quelli che vengono organizzati per l'osservazione delle balene. Sull'isola di Man, nel mare d'Irlanda, l'osservazione degli squali è limitata allo scopo di nuocere loro il meno possibile. In Cornovaglia, le agenzie turistiche approfittano della regolarità delle apparizioni dell'animale, a partire da giugno, solamente per prolungare le gite «naturalistiche» in barca.

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Riferimenti

1. Squalo elefante articolo su Wikipedia - https://it.wikipedia.org/wiki/Cetorhinus_maximus
2. Squalo elefante sul sito della Lista Rossa IUCN - https://www.iucnredlist.org/species/4292/194720078

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